Un festival “strutturato”
Il periodo di sperimentazione è infine terminato. La Festa – ormai divenuta festival, con una propria fisionomia – entra nel suo terzo anno sotto la direzione artistica di Paola Malanga. Confermate dunque le suddivisioni in varie sezioni, tra le quali ovviamente spicca il Concorso Progressive Cinema, negli anni scorsi foriero di qualche interessante novità, sia pure con una struttura geografica decisamente schematica. Quest’ultimo fattore è certamente mantenuto anche nell’edizione 2024; spicca però un’eccessiva presenza di titoli italiani, quattro titoli di cui due diretti da registi non esattamente giovanissimi (Elisabetta Sgarbi e Luca Barbareschi) e che quindi viene difficile collocare tra le nuove onde cinematografiche. In compenso, almeno per Barbareschi, è molto più facile assegnarlo ad una precisa corrente politica.
I titoli, comunque. Anche perché il cinema deve rimanere sopra ogni cosa e deve essere guardato prima di essere giudicato. L’isola degli idealisti di Elisabetta Sgarbi dal romanzo di Giorgio Scerbanenco. Paradiso in vendita di Luca Barbareschi, una commedia “politica” sull’Europa capitalista. Completano il quadro tricolore L’albero di Sara Petraglia, figlia di Sandro e al suo esordio nel lungometraggio, e la coproduzione Berlinguer. La grande ambizione di Andrea Segre, appassionato ritratto del rimpianto, oggi più che mai, leader politico. Nel film interpretato da Elio Germano.
Tra gli altri titoli desta molta curiosità il ritorno dietro la macchina da presa di Tony Kaye con il suo The Trainer. Autore che gli appassionati ricordano bene per American History X (1998), acuta esplorazione del giovanile universo neonazista americano. Altri film degni d’interesse paiono il noir grottesco Greedy People di Potsy Ponciroli (Old Henry, 2022) e l’opera prima di Christopher Andrews Bring Them Down, con nel cast il ritorno dell’emergente Barry Keoghan, a muoversi in un Irlanda ad alta densità criminosa.
Tutto, insomma, nella regolarità. Con predominanza di blocchi europei e statunitensi. Anche se è prevista qualche eccezione. Tipo Querido Trópico opera prima della panamense Ana Endara, storia di amicizia al femminile a Panama City, e Bound in Heaven della regista cinese Huo Xin, altro esordio sul delicato tema della violenza domestica.
Nella sezione più sperimentale detta Freestyle l’italianismo impazza senza ostacoli. Cinque opere tra i lungometraggi e ben dieci tra i documentari, con in evidenza i bei nomi di Sonia Bergamasco (Duse The Greatest) e Davide Ferrario (Italo Calvino nelle città) lavori dedicati a due grandi personalità. Mentre tra i lunghi ci pare interessante Under a Blue Sun di Daniel Mann, praticamente un dietro le quinte di Rambo III di Peter McDonald, dove il protagonista operava come tecnico degli effetti speciali, utile a svelare la vera situazione già esistente nel 1988 in Medio Oriente.
A volo d’angelo sulla sezione in apparenza più stimolante della Festa: Grand Public. Anche qui diversi titoli italiani, tutti particolarmente attesi. Come l’esordio alla regia di Luca Zingaretti La casa degli sguardi, confronti generazionali in primo piano. Oppure il nuovo film di Gabriele Muccino Fino alla fine, storia d’amore e criminalità a Palermo sulla carta fuori dagli schemi abituali del regista romano. Tra i titoli internazionali si gioca sul sicuro con La pie voleuse di Robert Guédiguian, The Return di Uberto Pasolini, rivisitazione dell’Odissea e soprattutto l’horror Longlegs di Osgood Perkins, efficacissimo nel seminare angoscia e paure a piene mani, grazie anche all’immanente presenza di un camaleontico Nicolas Cage. Poche segnalazioni, ma tutte le opere presenti nella sezione lasciano trapelare motivi d’interesse.
Si gioca sul sicuro, come sempre, nella sezione Best of 2024, recuperi tra le opere migliori dell’annata. Spiccano, allora, i due principali allori di Cannes 2024, cioè Anora di Sean Baker, meritatissima e coraggiosa Palma d’Oro; ed Emilia Pérez di Jacques Audiard, Premio della Giuria tra le lodi sperticate della critica. Con la preapertura d’eccezione di Megalopolis, griffato Francis Ford Coppola.
Per tutto il resto, vigile attesa. Tra scommesse e seconde visioni di qualità.
Daniele De Angelis
Riepilogo recensioni per sezioni dalla diciannovesima edizione della Festa del Cinema di Roma
Concorso Progressive Cinema
Berlinguer. La grande ambizione di Andrea Segre
Querido Trópico di Ana Endara
The Trainer di Tony Kaye
L’albero di Sara Petraglia
Greedy People di Potsy Ponciroli
Bring Them Down di Christopher Andrews
Jazzy di Morrisa Maltz
Bound in Heaven di Huo Xin
100 Litres of Gold di Teemu Nikki
Leggere Lolita a Teheran di Eran Riklis
Freestyle
Ciao bambino di Edgardo Pistone
Freestyle (Arts)
Duse The Greatest di Sonia Bergamasco
Grand Theft Hamlet di Sam Crane e Mark Oosterveen
Pellizza pittore da Volpedo di Francesco Fei
Grand Public
La pie voleuse di Robert Guédiguian
The Dead Don’t Hurt di Viggo Mortensen
Fino alla fine di Gabriele Muccino
Longlegs di Osgood Perkins
Modì – Three Days in the Wing of Madness di Johnny Depp
Come gocce d’acqua di Stefano Chiantini
Eterno visionario di Michele Placido
Conclave di Edward Berger
U.S. Palmese di Manetti bros.
La casa degli sguardi di Luca Zingaretti
Mani nude di Mauro Mancini
Best of 2024
The Seed of the Sacred Fig di Mohammad Rasoulof
Small Things Like This di Tim Mielants
The Substance di Coralie Fargeat
Emilia Pérez di Jacques Audiard
Anora di Sean Baker
Nasty – More Than Just Tennis di Tudor D. Popescu, Cristian Pascariu, Tudor Giurgiu
The Balconettes di Noémie Merlant
Preapertura
Megalopolis di Francis Ford Coppola
Omaggi ed eventi speciali
L’hotel degli amori smarriti di Christophe Honoré
The Shape of Water di Guillermo del Toro
Falling – Storia di un padre di Viggo Mortensen
Alice nella Città
Of Dogs and Men di Dani Rosenberg
Flow di Gints Zilbalodis
When the Light Breaks di Rúnar Rúnarsson
Non dirmi che hai paura di Yasemin Samdereli e Deka Mohamed Osman
Julie Keeps Quite di Leonardo van Dijl
When We Were Sisters di Lisa Brühlmann
A Real Pain di Jesse Eisenberg
Les Courageous di Jasmin Gordon
Sauvages di Claude Barras
Ezra di Tony Goldwyn
Bird di Andrea Arnold
Il presente (corto) di Francesca Romana Zanni
Marcello (corto) di Maurizio Lombardi
La buona condotta (corto) di Francesco Gheghi
Majonezë (corto) di Giulia Grandinetti
Storia del Cinema – Documentari
Bogart – Life Come in Flashes di Kathryn Ferguson
Titanus 1904 di Giuseppe Rossi
Proiezioni Speciali
Maestro – Il calcio a colori di Tommaso Maestrelli di Francesco Cordio e Alberto Manni
Ultimo biglietto per l’Arca di Noè di Viviana e Riccardo Di Russo