Una Storia Italiana
Nel caso di Titanus 1904, documentario dedicato alla leggendaria casa di produzione e distribuzione italiana diretto da Giuseppe Rossi, la forma conta assai poco. Trattandosi della divulgazione di una storia il film doveva, già in partenza, essere semplificato il più possibile. Quindi narratrice (Valentina Corti) e interviste alternate ad immagini cinematografiche o di repertorio. Ottenendo ampiamente lo scopo. Titanus 1904 non racconta solamente centoventi anni di una vicenda a conduzione famigliare, sorta di dynasty tricolore ricca di momenti alti e bassi a livello economico, amori e tragedie personali, soddisfazioni artistiche e flop anche troppo sonori quando lo sguardo è andato oltre il nostro paese.
Tre generazioni della famiglia Lombardo. Protagonisti di una vicenda così intensa da meritare una fiction a sé stante. Oppure un documentario che mettesse in campo, con dovizia di particolari, ciò che la famiglia ha rappresentato per il cinema italiano e non solo. Nell’epoca pionieristica della Settima Arte è il fondatore, Gustavo Lombardo da Napoli, a subodorare il business, il successo che avrebbe avuto in futuro quel fascio di luce proiettato su uno schermo. Forse la parte più avvincente della storia. In cui si ammira, metaforicamente parlando, la costruzione di un’enorme casa mattone dopo mattone. La progressiva crescita di un outsider, certamente ricco quanto si vuole ma con idee precise da sviluppare nel ramo. Un sogno italiano che conquista il singolo spettatore. Sempre stato attratto, ne abbiamo avuti esempi in passato, dal fascino del vincente. Anche se i paragoni sarebbero quanto mai impropri. La prima stella della casa? Totò. Ed è una partenza di classe.
Dopo Gustavo tocca al figlio Goffredo raccogliere il testimone dell’azienda. L’imperativo era volare alto, a qualsiasi costo. Capolavori meravigliosi del nostro cinema (Il Gattopardo di Luchino Visconti, 1963. Ed è solo un esempio) si alternano a coproduzioni internazionali dal sanguinoso budget e dagli incassi prevedibilmente insufficienti a coprirlo, come lo storico Sodoma e Gomorra di Robert Aldrich, uscito nel 1962. Solamente estremi di una produzione massiccia, unica nel panorama italiano. In pratica il marchio Titanus diveniva garanzia di qualità, molto più spesso nel bene che nel male. Valanghe di titoli che ancor oggi trovano riscontro nella nostra Storia cinefila, come La Ciociara di Vittorio De Sica (1960), opera che lanciò una star assoluta del mondo Titanus rispondente al nome di Sophia Loren. L’esposizione economica cresceva ed un rifinanziamento apparve inevitabile. Sembrava la fine della Titanus concepita dal Fondatore, ma Goffredo ne reinventò le basi, ripianando i debiti e concentrandosi sulla distribuzione. Musicarelli e altri prodotti genuinamente popolari ne risolleveranno le sorti. Attualmente è Guido Lombardo, figlio di Goffredo, a tenere in mano le sorti della Titanus. Dopo che un gravissimo lutto colpì la famiglia con la perdita del fratello di Guido Giulio durante un’immersione subacquea. Una passione per il mare intergenerazionale, molto simbolica nel riassumere l’incontenibile sete di conoscenza su cosa ci sia oltre l’orizzonte.
Presentato alla Festa del Cinema di Roma 2024, Titanus 1904 non è nato per festeggiare una ricorrenza temporale alla quale poc’anzi si accennava. Va visto soprattutto per conoscere un pezzo significativo di quella Storia che appartiene a tutti, non solo a coloro – tra cui Giuseppe Tornatore e Dario Argento, intervistati nel corso del documentario – che gravitano nell’orbita cinematografica.
Daniele De Angelis