Home In sala Uscite della settimana Flow – Un mondo da salvare

Flow – Un mondo da salvare

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VOTO: 9,5

Tutti a bordo

A volte basta davvero una manciata di giri di lancette per rendersi conto che si è al cospetto di una gemma di rara bellezza che arriva a sfiorare quella parola che spesso si ha paura di pronunciare poiché abusata, ossia capolavoro. La visione di Flow – Un mondo da salvare, il gioiello di animazione di Gints Zilbalodis, in uscita nelle sale nostrane dal 7 novembre 2024 con Teodora Film dopo avere incantato le ultime edizioni di Cannes, Annecy, Toronto, Alice nella Città alla Festa del Cinema di Roma ed è già da Variety tra i favoriti nella corsa all’Oscar di categoria, è una di quelle volte. Sono sufficienti infatti pochi minuti per avvertire quella inebriante sensazione che scaturisce dalla fruizione di un’opera che attraverso gli occhi e le sinapsi arriva diretta al cuore e alle mente dello spettatore di turno indipendentemente dalla fascia d’età alla quale si appartiene.
Quello firmato dal regista lettone è un film toccante e commovente, capace come pochi di parlare un linguaggio universale in grado di arrivare a tutti indistintamente. Questo perché sprigiona lampi di poesia e di pura empatia, regalando un’esperienza altamente emotiva e coinvolgente. Lo fa senza l’utilizzo dei dialoghi ma portando sullo schermo dei conflitti e dei confronti tra animali che seguono i loro istinti e adottano comportamenti che possono assomigliare, almeno in parte, alla natura umana. In Flow ci ritroviamo catapultati in un mondo in cui gli uomini sembrano essere scomparsi, e l’arrivo di un’inondazione costringe un gatto nero a mettersi in salvo su una barca, insieme a un variopinto gruppo di animali appartenenti a varie specie. Tra paesaggi di abbagliante bellezza e pericoli imprevisti, il viaggio che diventerà sempre più un’odissea marittima farà capire a tutti che l’unione è la loro vera forza.
Non si tratta di una rivisitazione in chiave biblica della celeberrima arca, piuttosto di un chiaro messaggio ecologista che suona come campanello d’allarme su quello al quale stiamo andando incontro. In tutta la timeline non c’è traccia alcuna di esseri umani, tantomeno di creature antropomorfe che parlano o stanno su due zampe come quelle alle quali ci ha abituato la Disney, bensì di animali che si muovono e si comportano istintivamente come tali, tentando di sopravvivere a un alluvione che ha sommerso i continenti in stile Waterworld. Eppure nelle dinamiche e nei comportamenti dei protagonisti, a cominciare da quelli del gatto protagonista un po’ come era accaduto con quello che insieme alla gabbianella animava il film del 1998 di Enzo D’Alò, ci identifichiamo. Un animale che come un uomo deve combattere le paure personali (nel suo caso l’acqua), i dubbi e la diffidenza nei confronti dei restanti membri dell’equipaggio, nel quale sarà inevitabile rispecchiarsi e trarre significativi spunti di riflessione. È questo il dono più grande che Zilbalodis, con il contributo in fase di scrittura di Matīss Kaža, farà a coloro che come noi si sono lasciati e si lasceranno trasportare in questa meravigliosa avventura.
E pensare che questo immenso regalo Zilbalodis, che della parte creativa ha curato anche il montaggio e la fotografia, viene da un’opera a basso costo, lontana anni luce dai budget faraonici messi a disposizione dei prodotti targati Disney e Pixar. Eppure Flow, con un tratto semplice e senza fronzoli fortemente artigianale derivante da una grafica computerizzata 3D dalla ridotta definizione che assomiglia molto a quella dei videogame, riesce a dare forma e sostanza a un diamante grezzo che lascia il segno. Si fa dunque di necessità virtù, abbracciando le proprie limitazioni economiche e di resa per affidarsi a soluzioni altre che riescono a restituire il necessario per creare dei paesaggi magnetici (vedi la potenza delle scene nella città sommersa) e degli animali totalmente realistici nei movimenti e nelle espressioni. Il risultato è un’esperienza immersiva e sensoriale resa ancora più coinvolgente dall’avvolgente colonna sonora e dal notevolissimo lavoro di sound design.

Francesco Del Grosso

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