Home In sala Uscite della settimana Ciao bambino

Ciao bambino

45
0
VOTO: 8

Il neorealismo poetico di Pistone

L’esordio al lungometraggio del regista Edgardo Pistone, dopo il pluripremiato corto Le mosche, è una storia dal cuore partenopeo e raffinata nella forma, a partire da un elegante bianco e nero, che strizza l’occhio al neorealismo pasoliniano trasposto nella realtà napoletana.
Ciao Bambino è una storia d’amore e di vita, nel difficile contesto del rione Traiano; una storia in bianco e nero sul confine tra adolescenza ed età adulta del protagonista Attilio (Marco Adami), tra gli amici di sempre ed un padre appena uscito di galera indebitato con uno strozzino, la voglia di essere onesto in un mondo che non lo è, la necessità di guadagnare per aiutare il padre ed un lavoro di protettore di una giovane prostituta dell’est, Anastasia, che gli cambierà la vita.
Il destino dei padri ricade sui figli, lasciati in balia degli eventi; è così per Attilio, sulla cui testa pende il debito contratto dal padre con l’inesorabile Vittorio, come un’ombra sulla sua gioventù, che inquina i momenti spensierati passati con gli amici di sempre del rione. Un gruppo di ragazzi che vive alla giornata, tra bar, tuffi a mare, spaccio, furtarelli, scippi; Attilio vorrebbe andar via, dalla zia, a Ischia, per trovare una via diversa, ma il destino deciderà diversamente. Lavorando per il protettore Martinelli, si troverà a prendersi cura di una giovane prostituta dell’est, Anastasia; una delle tante giovani arrivate in Italia con altri sogni, cui il protettore di turno requisisce il passaporto per poi buttarle in strada, rassegnate ad essere bambole senza sentimenti e senza anima. E cosi, nell’estate dei suoi diciannove anni, l’inesperto Attilio si trova a toccare con mano questo mondo, costretto anch’egli in un ruolo che non gli appartiene per cuore ed indole. Giorno dopo giorno, cresce la confidenza tra i due, ed Attilio finisce inesorabilmente per innamorarsi di Anastasia, spingendolo a prendere in mano la sua vita e ad andarsene finalmente via, con la sua amata, verso un futuro diverso. Ma quella che potrebbe essere una storia alla Pretty Woman dovrà fare i conti con il passato del padre e le leggi della mala del rione.

Ciao Bambino, già Miglior Opera Prima all’ultima Festa del Cinema di Roma, è una storia di dolore sull’eredità dei padri, che lasciano i figli in balia degli eventi, costringendoli a diventare grandi troppo in fretta, bruciandone la spensieratezza della gioventù come un fuoco fatuo; una storia raccontata con delicatezza anche nei momenti più crudi, in perfetto equilibrio tra neorealismo e tocchi di pura poesia, un racconto di finzione che strizza l’occhio ad una verità ancora oggi presente in alcuni quartieri di Napoli e non solo.
Ottima la scelta degli attori, dal giovane Marco Adamo a Salvatore Pelliccia, da Anastasia Kaletchuk a Pasquale Esposito, per citare i principali, come quella della colonna sonora, che fa da sfondo alla storia dipinta a carboncino da Edgardo Pistone, utilizzando tutte le sfumature del bianco e nero sia visivamente che emotivamente. Ciao Bambino colpisce nella sua cruda semplicità, fa riflettere e commuove; il Bambino è Attilio visto da Anastasia, che nel corso del lungometraggio consuma la sua ingenuità per diventare uomo. Un uomo che difende la donna che ama, che è pronto a prendersi le responsabilità non sue ereditate dal padre e che per questo pagherà per le proprie.

Michela Aloisi

Articolo precedenteFaruk
Articolo successivoKyuka: Before Summer’s End

Lascia un commento

Please enter your comment!
Please enter your name here

3 × cinque =