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Bound in Heaven

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VOTO: 7,5

L’amore tra violenza, malattia e morte

La giuria di Progressive Cinema, presieduta da Pablo Trapero e composta da Francesca Calvelli, Laetizia Casta, Gail Egan e Dennis Lehane, ha scelto come vincitore della 19ma edizione della Festa del Cinema di Roma il film cinese Bound in Heaven di Huo Xin, esordio alla regia della sceneggiatrice di successo di film d’autore come Shower (1999) e di grandi successi commerciali come Kung FU Hustle (2004).

Bound in Heaven, tratto dal libro di Li Xiuwen, affronta temi delicati come la violenza domestica e la malattia terminale, che la regista tramuta in immagini potenti ed intense, arricchite da inquadrature eleganti ed originali e da una fotografia eccellente. Ottima anche la prova attoriale dei protagonisti, che la regista ha scelto tra i giovani attori cinesi più richiesti; Ni Ni è Xia You, donna maltrattata dal fidanzato Song (Fan Liao), che incontra per caso Xu Zitai (Zhou You), malato terminale di cancro: quello che sembra un momento di libertà per la giovane dal giogo di un uomo violento diventerà, ad un successivo incontro casuale (ma esiste davvero il caso quando si tratta di sentimenti? O è il destino che ci porta dove dovremmo essere?) un amore inatteso, che cambierà la vita di entrambi. Lei ritroverà se stessa, lui conoscerà l’amore vero; una relazione che permetterà ad entrambi di liberarsi dai pesi che li imprigionavano, fisicamente ed emotivamente, per rinascere in un sentimento nuovo e puro.

Un film a più strati, con luci ed ombre, che inizia come denuncia della violenza domestica per poi virare verso tutt’altra storia; una sceneggiatura inconsueta che lascia aperti interrogativi e che forse pecca, a nostro giudizio, di un approfondimento proprio dei temi ‘messi in campo’, dalla risoluzione del rapporto con il fidanzato violento alle difficoltà che un malato terminale deve affrontare all’interno del sistema sanitario cinese. Ma Bound in Heaven non è un film di denuncia; piuttosto un’opera commovente e provocatoria, che affronta temi inconsueti nel cinema cinese, che la regia sicura e raffinata di Huo Xin condensa in una vibrante storia di amore e resilienza: l’amore affranca da un passato anaffettivo e di soprusi, e finanche dal dolore e dalla paura della morte. Xia You, libera da Song, rinasce a nuova vita con un uomo destinato a lasciarla presto sola, ma che le ridà se stessa e la forza di affrontare le difficoltà della vita; Xu Zitai, abbandonato emotivamente e fisicamente da genitori lontani per lavoro, imparerà ad amare e ad essere amato, trovando in questo sentimento la forza per sopravvivere ben più a lungo di quanto avrebbe voluto inizialmente. La morte diventa così essa stessa un atto di libertà; “è il momento?”, chiede lei. “è il momento”, risponde lui. E lo lascia andare, verso l’inevitabile atto finale, sotto un cielo che si accende dei fuochi d’artificio del Capodanno cinese.

Michela Aloisi

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