Cambia la forma, ma non la mission
Il 2020 ce lo siamo lasciati alle spalle, ma al momento sul circuito festivaliero, così come sull’intera filiera cinematografica, aleggiano ancora nuvoloni piuttosto minacciosi che non permettono a nessuno di avanzare ipotesi riguardo le riaperture delle sale e la possibilità per le kermesse di svolgersi in presenza. Motivo per cui alcuni dei festival nostrani ed esteri (vedi la Berlinale), temporalmente collocati in calendario nei primi mesi dell’anno, allo slittamento a data da destinarsi hanno preferito non tergiversare correndo subito ai ripari con delle edizioni virtuali. È il caso del Trieste Film Festival, che per il suo 32° compleanno ha scelto di puntare sulla fruizione online con una dieci giorni (dal 21 al 30 gennaio) in scena sulla piattaforma streaming di MyMovies. Un appuntamento che Cineclandestino seguirà per la prima volta e per di più nelle vesti di media partner.
Il festival, co-diretto da Fabrizio Grosoli e Nicoletta Romeo, pur in una nuova formula imposta dall’emergenza sanitaria Covid-19 non rinuncia alla sua storica “missione”: che è, sì, quella di portare in Italia il meglio del cinema dell’Europa centro orientale, ma anche – basti pensare alle recenti edizioni dedicate al Muro di Berlino e alla riunificazione della Germania – tenere viva, proprio attraverso la Settima Arte, la memoria delle pagine più importanti della storia di questa parte di (vecchio) continente. Non stupisce, dunque, che questa edizione avrebbe dovuto avere il proprio fulcro nel ricordo del trentennale delle guerre balcaniche (1991/2021) con una ricca retrospettiva di film in 35mm, che per motivi tecnici è stata posticipata in primavera. Ciononostante la direzione artistica ha voluto comunque ricordare un anniversario così importante con due momenti “simbolici” come l’apertura e la chiusura, affidate rispettivamente ad Underground di Emir Kusturica e Lo sguardo di Ulisse di Theo Angelopoulos, vincitori a Cannes 1995 della Palma d’Oro e del Grand Prix.
Il cuore pulsante della kermesse restano le sezioni competitive con i tre concorsi internazionali dedicati a lungometraggi, cortometraggi e documentari. Nel primo figurano tredici titoli chiamati a contendersi i premi assegnati dalla giuria composta dalla regista Adina Pintilie, dalla produttrice Ewa Puszczyńska e dal programmer e critico cinematografico Paolo Bertolin. Tra i film in gara ci sono la commedia satirica The Campaign di Marian Crișan, il romanzo di formazione In the Dusk di Šarūnas Bartas e il dramma che vira in commedia dell’assurdo Fear di Ivaylo Hristov. Per quanto riguarda la competizione dedicata alle produzioni brevi, le opere ai nastri di partenza sono sedici, di cui due battenti bandiera tricolore: Illusione di Lorenzo Quagliozzi e La tecnica di Clemente De Muro e Davide Mardegan. Mentre sul fronte del cinema del reali i documentari presentati sono dieci, tra cui Landscape Zero di Bruno Pavić, che ci porta su una striscia di costa devastata da un insediamento industriale per riflettere sulla relazione tra uomo, natura e cultura; Blockade di Hakob Melkonyan, che attraverso la storia di una famiglia del suo villaggio natale racconta il conflitto del Nagorno-Karabakh; e Gentle Warriors di Marija Stonytė, dove l’indipendenza di tre giovani donne passa dal servizio di leva volontario e dall’addestramento in una base militare tra 600 commilitoni.
Ma non è tutto, perché ai concorsi si vanno ad aggiungere una serie di vetrine non competitive che ampliano ulteriormente i confini tematici della line-up: da “Art&Sound” che propone quest’anno cinque titoli in anteprima che esplorano i più diversi ambiti artistici (tra cui Antigone – How Dare We! di Jani Sever, in cui l’eroina classica rivive nell’interpretazione che ne dà il filosofo sloveno Slavoj Žižek e Homecoming – Marina Abramović and Her Children di Boris Miljković, un autentico “ritorno a casa” – in questo caso Belgrado – che ripercorre la vita di una delle più influenti protagoniste dell’arte contemporanea) al “Premio Corso Salani” che presenta cinque film italiani completati nel corso del 2020 e ancora in attesa di distribuzione (tra cui Vera de Verdad di Beniamino Catena e Ultimina di Jacopo Quadri). Per chiudere in bellezza con due nuove sezioni che vanno a integrare l’impianto tradizionale battezzate “Fuori dagli sche(r)mi” e “Wild Roses: Registe in Europa”. La prima è una vetrina dedicata alle nuove prospettive e alle nuove forme cinematografiche, nella quale figurano pellicole che manifestano un grado di “libertà” tanto nella durata quanto nella struttura narrativa, come ad esempio il documentario di found footage dal titolo An Ordinary Country di Tomasz Wolski o In Deep Sleep di Maria Ignatenko, meditazione sul lutto e la perdita attraverso il sonno profondo. La seconda è invece uno spazio dedicato alle donne registe dell’Europa centro orientale, ogni anno incentrato su un Paese diverso a cui viene dedicato un piccolo focus, che stavolta è la Polonia. Tra le opere proposte spicca l’horror-musical firmato da Agnieszka Smoczyńska, The Lure.
Non ci resta che augurarvi buone visioni e darvi appuntamento giornaliero sulle nostre pagine con le recensioni e gli approfondimenti in diretta.
Francesco Del Grosso
Riepilogo recensioni per sezione della 32esima edizione del Trieste Film Festival
Concorso Lungometraggi
Galaktika e Andromedes di More Raça
So She Doesn’t Live di Faruk Lončarević
Sweat di Magnus von Horn
Father (Otac) di Srdan Golubović
Pari di Siamak Etemadi
Berliner (The Campaign) di Marian Crișan
My Morning Laughter di Marko Đorđević
I Never Cry di Piotr Domalewski
Exile di Visar Morina
Fear di Ivaylo Hristov
In the Dusk di Šarūnas Bartas
Francuz di Andrej Sergeevič Smirnov
Concorso Documentari
Acasă – My Home di Radu Ciorniciuc
Blockade di Hakob Melkonyan
Holy Father di Andrei Dascalescu
Please Hold the Line di Pavel Cuzuioc
Town of Glory di Dmitrij Bogoljubov
Once Upon a Youth di Ivan Ramljak
Concorso Cortometraggi
Illusione di Lorenzo Quagliozzi
The Verdict in the Case of K. di Özgür Anil
Love Is Just a Death Away di Bára Anna Stejskolová
Body (Leib) di Marijana Verhoef
Vouta di Dimitris Zahos
Armadila di Gorana Jovanović
Celebration Day di Natalija Končalovskaja
Happy Birthday di Boris Dobrovol’skij
Dummy di Laurynas Bareiša
Eventi Speciali
In Between Dying di Hilal Baydarov
Lo sguardo di Ulisse di Theodoros Angelopoulos
Underground di Emir Kusturica
Art & Sound
Accidental Luxuriance of the Translucent Watery Rebus di Dalibor Barić
Le regard de Charles di Marc Di Domenico
Paris Calligrammes di Ulrike Ottinger
Antigona di Slavoj Žižek
Fuori dagli sche(r)mi
Malmkrog di Cristi Puiu
Homelands di Jelena Maksimović
Uppercase Print di Radu Jude
Wild Roses: Registe in Europa
Wild Roses di Anna Jadowska
The Lure di Agnieszka Smoczyńska
Something Better to Come di Hanna Polak
Premio Corso Salani
Vera de Verdad di Beniamino Catena
Samp di Antonio Rezza e Flavia Mastrella
I tuffatori di Daniele Babbo
Ultimina di Jacopo Quadri