L’inizio di una nuova avventura
La Berlinale 2019 ha segnato, si può dire, la fine di un’era. La cosiddetta era Kosslick, durante la quale il direttore artistico Dieter Kosslick, appunto, ha saputo regalarci numerose edizioni ricche di sorprese, per un’infinità di lungometraggi da ogni angolo del mondo. Ma adesso, in questa settantesima edizione della Berlinale, la musica cambia. Cambia in primis perché, al posto di Dieter Kosslick, da quest’anno avremo un nuovo direttore artistico, giunto nella capitale teutonica direttamente dall’Italia. Stiamo parlando di Carlo Chatrian, il quale, per questo suo nuovo e importante incarico, ha pensato ad altrettante gustose sorprese per l’affezionato pubblico berlinese.
Già da una prima, sommaria lettura del programma – e, nello specifico, del concorso – questa 70° edizione ci appare più che mai gustosa e ricca. Di fianco, infatti, a nuovi affreschi contemporanei della Germania (ma tenendo sempre a mente il capolavoro di Rainer Werner Fassbinder) in Berlin Alexanderplatz, per la regia di Burhan Qurbani, abbiamo anche nomi del calibro di Hong Sang-soo (The Woman Who Ran), di Rithy Panh (Irradiés), di Tsai Ming-Liang (Rizi), di Philippe Garrel (Le sel des larmes) e di Sally Potter (The Roads Not Taken) – giusto per fare qualche esempio. E, nel presente concorso, anche all’Italia è stata dedicata particolare attenzione. Chissà, infatti, come sarà l’accoglienza di pubblico e critica nei confronti di Favolacce (ultimo lungometraggio dei fratelli Fabio e Damiano D’Innocenzo) o di Volevo nascondermi, ultima fatica dell’ormai celeberrimo Giorgio Diritti? Per saperlo, bisognerà aspettare ormai soltanto pochi giorni.
Ma, come ben sappiamo, questa del concorso non è che una minima parte di quanto la Berlinale ha da offrirci. Di fianco, infatti, a sezioni ormai esistenti già da anni come “Panorama”, “Berlinale Specials” o la più sperimentale e ricercata “Forum”, da quest’anno una nuova, accattivante sezione andrà ad arricchire il già di per sé nutrito programma. Stiamo parlando di “Encounters”, all’interno della quale un sostanzioso numero di lungometraggi di finzione provenienti da tutto il mondo sperimenteranno la pur sempre rischiosa commistione tra le varie forme d’arte, per un nuovo modo di intendere il cinema, perfettamente in linea con i tempi che stiamo vivendo.
E se pensiamo anche ai numerosi restauri di “Berlinale Classics”, oltre alla sezione “Generation” – dedicata al mondo dei più giovani – a “Berlinale Series”, a “Perspektive Deutsches Kino” o alla curatissima retrospettiva dedicata a King Vidor, non possiamo che constatare che ce ne sarà davvero per tutti i gusti. Basta solo accomodarsi davanti agli enormi schermi delle numerose sale messe a disposizione per il festival e lasciarsi trasportare da qualunque storia si svilupperà davanti ai nostri occhi. E Berlino, come ben sappiamo, è particolarmente capace di regalarci emozioni come capita in pochi altri festival.
Ora, finalmente, una nuova edizione sta per partire. Ben ritrovata, cara Berlinale. Mi raccomando, facci sognare come solo tu sei in grado di fare.
Marina Pavido
Riepilogo recensioni per sezione della settantesima edizione della Berlinale
Concorso
Volevo nascondermi di Giorgio Diritti
First Cow di Kelly Reichardt
Le sel des larmes di Philippe Garrel
Todos os Mortos di Marco Dutra e Caetano Gotardo
Undine di Christian Petzold
Effacer l’historique di Benoît Deléphine e Gustave Kervern
My Little Sister di Stéphanie Chuat e Véronique Reymond
Siberia di Abel Ferrara
The Woman Who Ran di Hong Sang-soo
Berlin Alexanderplatz di Buran Ourbani
The Roads Not Taken di Sally Potter
Days (Rizi) di Tsai Ming-liang
Irradiés di Rithy Panh
Favolacce di Damiano e Fabio D’Innocenzo
There Is No Evil di Mohammad Rasoulof
DAU. Natasha di Ilya Khrzhanovsky e Jekaterina Oertel
Encounters
Los conductos di Camilo Restrepo
Orphea di Alexander Kluge e Khavn
The Trouble with Being Born di Sandra Wollner
Malmkrog di Cristi Puiu
Gunda di Victor Kossakovsky
Funny Face di Tim Sutton
The Sheperdess and the Seven Songs di Pushpendra Singh
Berlinale Special
Time to Hunt di Yoon Sung-hyun
Onward di Dan Scanlon
Persian Lessons di Vadim Perelman
Pinocchio di Matteo Garrone
Charlatan di Agnieszka Holland
DAU. Degeneratsia di Ilya Khrzhanovskiy e Ilya Permyakov
Police di Anne Fontaine
Paris Calligrammes di Ulrike Ottinger
Generation
Jumbo di Zoé Wittock
Las niñas di Pilar Palomero
La déesse des mouches à feu di Anaïs Barbeau-Lavalette
Panorama
Father (Otac) di Srdan Golubović
Pari di Siamak Etemadi
Exile di Visar Morina
Wildland di Jeannette Nordhal
Mare di Andrea Štaka
Forum
Eyomofe/This is My Desire di Arie e Chuko Esiri
Uppercase Print di Radu Jude
Red Moon Tide di Lois Patiño