Vecchi protagonisti, nuove battaglie
Del Ragnarok si parla come della fine di tutto. È una fine lo è stato di certo, ma è stato anche un inizio. La fine del mondo antico ha fatto spazio alla nascita di un mondo nuovo. Tuttavia anche in questo mondo le forze della luce e quelle dell’oscurità sono in eterna lotta e i vecchi protagonisti non sono del tutto scomparsi. Anche il mondo nuovo sta correndo verso la sua battaglia finale. In questo caso si tratta della battaglia per l’ambiente. Una battaglia che gli scandinavi stanno combattendo in prima linea. Ma una lotta così grande non poteva non coinvolgere anche i protagonisti del vecchio mondo che ancora si trovano tra di noi. È ciò che immagina Adam Price, talentuoso autore danese per televisione e teatro, che nella sua serie tv Ragnarok fonde lotta per l’ambiente e lotta per l’universo, battaglie non così diverse a dire il vero.
Sfruttando l’alveo di quella che dovrebbe essere una serie teen-drama fantastica l’autore ne fa un prodotto molto più originale e complesso nel quale il vero centro è senza dubbio il tema ecologico.
Interessante poi il parallelo con gli antichi miti norreni. Il mondo nuovo uscito dal Ragnarok non è poi così diverso dal mondo antico. Finita l’era della magia è iniziata l’era dell’uomo, tuttavia, benché l’asse del mondo appaia mutato non è mutata la sua essenza: è ancora una lotta tra bene e male. E i giganti, i capitani delle forze del caos, sono ancora il nemico. Tuttavia essi non rappresentano più l’ostile natura scandinava dal quale difendersi, rappresentano invece l’ostile umanità capitalistica dal quale difendersi. Tale personificazione operata dagli autori permette di introdurre nella serie anche una forte vena di critica sociale e politica che nelle produzioni scandinave, dal teatro, alla pittura e, soprattutto, alla letteratura (in particolare il noir nordico), mai è mancata. Il fatto che gli autori dimostrino, oltre che l’essere allocati nella tradizione artistica e culturale delle loro terre, una non superficiale conoscenza dell’antico folklore norreno non dovrebbe altresì stupire, giacché le popolazioni scandinave mantengono a tutt’oggi una forte connessione con il loro passato, cosa che li aiuta a determinare la loro identità. Evitando abilmente facili slittamenti nel già visto e nello scontato, tanto facili in una serie teen fantastica, Price e i suoi costruiscono un’opera complessa e mai banale, dal respiro epico e che ben evita i patetismi per concentrarsi sulla narrazione e i caratteri. Caratteri affidati ad un cast talentuoso che ben riesce a portarli all’attenzione dello spettatore e nel quale il protagonista (David Stakston) ben assume il ruolo non facile del giovane eroe in fieri attraverso un percorso di crescita che evita i cliché per dimostrarsi più adulto e realistico nel mettere in mostra tutte le difficoltà che un aspirante eroe deve affrontare, rievocando anche certo fumetto super-eroistico anni Ottanta di autori quali Frank Miller. Austera ed epica la serie è una gradevole scoperta nel novero delle produzioni scandinave.
Luca Bovio