Finalmente a Berlino. Finalmente di nuovo a casa.
Ci siamo. Finalmente, dopo un anno di belle sorprese, ma anche di prodotti scontati o, peggio ancora, decisamente deludenti, ecco che il Cinema ha da offrirci ancora tante, tantissime nuove visioni che altro non aspettano che essere vissute fino in fondo. Quale occasione migliore, dunque, per un ricco e variegato festival cinematografico come quello di Berlino per poter visionare opere recenti e del passato, documentari, film a soggetto o anche pregiati prodotti di animazione, molti dei quali, probabilmente, non verranno mai distribuiti in Italia? Da sempre uno dei più interessanti festival cinematografici del mondo, ricordato come un’occasione in cui anche il messaggio politico e sociale contenuto in ogni singola opera ha un certo peso per quanto riguarda i criteri di selezione, la Berlinale è giunta quest’anno alla sua 68° edizione e, per la pregiatissima offerta, ma anche per i servizi di cui ogni accreditato può godere, è considerata uno dei festival più giovani di tutti.
Già nei mesi scorsi, man mano che venivano selezionate le opere in concorso, abbiamo avuto modo di notare con piacere la presenza di importanti e stimati autori all’interno delle selezione ufficiale. Sarà lo statunitense Wes Anderson, ad esempio, ad aprire la prestigiosa manifestazione con il suo Isle of Dogs, che, già dai primissimi fotogrammi giunti a noi, si preannuncia alquanto interessante. Riuscirà a conquistare anche i suoi (non pochi) detrattori? Poco importa, soprattutto perché, insieme a lui, saranno presenti anche altri grandissimi nomi della cinematografia mondiale e la selezione è talmente variegata che ce ne sarà davvero per tutti i gusti.
Sempre in concorso, ad esempio, troviamo il grande autore filippino – fresco fresco di Leone d’Oro per The Woman Who Left – Lav Diaz, che quest’anno presenterà a Berlino la sua ultima fatica: Season of the Devil. Per non parlare del cineasta tedesco Philip Gröning, con il suo My Brother’s Name Is Robert and He Is an Idiot, ma anche di Gus Van Sant, che per l’occasione ci presenterà Don’t worry, He Won’t Get Far on Food, o del grande Steven Soderbergh, fuori concorso, con il suo Unsane. E per quanto riguarda l’Italia? La nostra nazione quest’anno vede tra i suoi rappresentanti una giovane cineasta, Laura Bispuri, nome già noto a Berlino, in quanto apprezzata autrice di Vergine giurata, che in questa edizione concorrerà per l’ambitissimo Orso d’Oro con il suo Figlia mia.
Tutto qui? Neanche per sogno! La Berlinale è nota anche per le sue pregiatissime sezioni collaterali che, anche in questa occasione, possono vantare nomi importanti della cinematografia di tutto il mondo, come la sezione Panorama – dove spiccano nomi come la svizzera Ursula Meier (Shock Wawes – Diary of My Mind), Kiyoshi Kurosawa (con Yocho), Kim Ki-Duk (Human, Space, Time and Human) e l’attore Idris Elba (Yardie) – e la sezione Forum, che vede al suo interno autori del calibro di Hong Sangsoo (con il suo Grass) e Sergei Loznitsa (Victory Day).
Di fronte ad un’offerta così allettante, tuttavia, possiamo affermare a gran voce che la Berlinale non è solo questo. La Berlinale, al di là dell’alta qualità dei lungometraggi presentati, al di là del grande valore artistico di tutto il festival, è molto di più. È per antonomasia la manifestazione cinematografica in cui ci si sente maggiormente coccolati. Quasi come a casa. Ed ecco che le grandi ed accoglienti sale, con le loro poltroncine morbide ed avvolgenti ed i loro schermi enormi, così come la strategica vicinanza del centro commerciale Arkaden, dove si possono gustare piatti da tutto il mondo, e quel magico profumo di arrosto e vin brûlé che da sempre pervade tutta la città, contribuiscono a rendere la storica manifestazione un’esperienza fuori dal comune. Al pari di un sogno dal quale non vorremmo svegliarci mai. Ma ora, finalmente, ci siamo. Le luci si stanno per spegnere ed il silenzio già pervade la sala. Che lo spettacolo abbia inizio.
Marina Pavido
Riepilogo recensioni per sezione della sessantottesima edizione della Berlinale
Concorso
Isle of Dogs di Wes Anderson
Eva di Benôit Jacquot
Dovlatov di Aleksej German Jr.
Transit di Christian Petzold
La prière di Cédric Kahn
Figlia mia di Laura Bispuri
Utøya 22. Juli di Erik Poppe
Season of the Devil di Lav Diaz
Don’t Worry, He Won’t Get Far on Foot di Gus Van Sant
My Brother’s Name Is Robert and He Is an Idiot di Philip Gröning
Mug di Malgorzata Szumowska
Touch Me Not di Adina Pintilie
Museo di Alonso Ruizpalacios
The Heiresses di Marcelo Martinessi
In den Gängen di Thomas Stuber
Fuori Concorso
Unsane di Steven Soderbergh
Black ’47 di Lance Daly
Eldorado di Markus Imhoof
Panorama
Yardie di Idris Elba
Ondes de choc – Journal de ma tête di Ursula Meier
Human, Space, Time and Human di Kim Ki-duk
Yocho di Kiyoshi Kurosawa
La Terra dell’Abbastanza di Damiano e Fabio D’Innocenzo
STYX di Wolfgang Fischer
Central Airport THF di Karim Aïnouz
Ondes de choc – Prénom: Mathieu di Lionel Baier
Trinta Lumes di Diana Toucedo
Forum
Inland Sea di Kazuhiro Sôda
Victory Day di Sergei Loznitsa
John McEnroe: In The Realm Of Perfection di Julien Faraut
La casa lobo di Cristobal León e Joaquín Cociña
An Elephant Sitting Still di Hu Bo
The Waldheim Waltz di Ruth Beckermann
The Sleeper di Alex Gerbaulet, Mirko Winkel, Tim Schramm
The Green Fog di Evan Johnson, Galen Johnson e Guy Maddin
Generation
Kissing Candice di Aoife McArdle
The Seen and Unseen di Kamila Andini
Cobain di Nanouk Leopold
Fortuna di Germinal Roaux
Virus Tropical di Santiago Caicedo
Denmark di Kasper Rune Larsen
Dressage di Pooya Badkoobeh
Berlinale Special
The Happy Prince di Ruper Everett
The Bookshop di Isabel Coixet
Ryuichi Sakamoto: Async Live at the Park Avenue Armory di Stephen Nomura Schible
Becoming Astrid di Pernilla Fischer Christensen
Perspektive Deutsches Kino
Luz di Tilman Singer
Culinary Cinema
Lorello e Brunello di Jacopo Quadri
Homage Willem Dafoe
Pasolini di Abel Ferrara