L’essenza del Cinema
Dopo la pre-apertura dedicata a un artista conosciuto anche all’estero, Vittorio De Sica, con la proiezione de L’oro di Napoli, il film a episodi con Eduardo De Filippo, Sophia Loren, Silvana Mangano, Paolo Stoppa e Totò (scelto in occasione dei 50 anni dalla scomparsa del grande regista e dei 70 anni del film stesso), il 28 agosto inizia ufficialmente l’81esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia con l’atteso sequel di Beetlejuice, cioè Beetlejuice Beetlejuice diretto e voluto a determinate condizioni dallo stesso Tim Burton.
Chi arriva uno o due giorni prima al lido di Venezia, sa che si entra nell’atmosfera, sentendosi un po’ parte anche di chi è dietro le quinte e sta ancora ultimando i dettagli, finendo di costruire le barriere di sicurezza. Arrivare al Palazzo del Cinema, con tutto ciò che lo circonda, diventa quasi un rito ancor prima che i film possano prendere vita sullo schermo ed è questa una delle magie di questa specifica manifestazione cinematografica. Un lido che si anima sempre più di gente (tra appassionati e addetti ai lavori), tutto per immergersi nella Settima Arte.
«È come se l’universo cinematografico fosse esploso, sotto la spinta di una forza espansiva inarrestabile che, mettendo fine a una stabilità ingiustamente ritenuta immutabile, stia dando vita a una nuova, oscillante configurazione entro la quale coesistono, in precario equilibrio, realtà diverse e opposte. Da un lato, i film si fanno sempre più piccoli – brevi o brevissimi – per adattarsi ai nuovi contenitori: non più le sale cinematografiche tradizionali, ma neanche gli schermi domestici attraverso i quali si accede ai contenuti degli streamers, ma quelli che si definiscono i social: Instagram, ma ancor più TikTok e soprattutto YouTube», ha evidenziato il direttore Barbera prendendo atto del mutamento. «Se questi micro-film – che non si vedranno probabilmente mai in un festival di cinema – rappresentano la novità più significativa e insospettata dell’evoluzione della specie, all’altro capo della trasformazione assistiamo invece all’espansione della durata e delle convenzioni narrative tradizionali. Di quest’ultima variazione morfologica avevamo già iniziato a prendere coscienza, perché non sfugge a nessuno che i film si stiano facendo sempre più lunghi, raggiungendo e talvolta superando le tre ore. un numero crescente di autori cinematografici si lascino tentare – non tanto o non solo per ragioni economiche – dalle lusinghe che la sperimentazione di un nuovo formato offre alle loro possibilità creative. Il programma dell’81. Mostra del Cinema di Venezia offre significativi esempi di questo doppio movimento espansivo, ospitando numerosi film che eccedono più o meno ampiamente le due ore di durata, e quattro serie ‘d’autore’ (Alfonso Cuarón, Rodrigo Sorogoyen, Thomas Vinterberg e Joe Wright), che al di là delle macroscopiche differenze produttive e di contenuti, hanno in comune alcune non marginali caratteristiche. Prima di tutto, un approccio stilistico e formale di inconfutabile impronta cinematografica, al punto da indurre i loro autori a sostenere (e non si può non essere d’accordo) che si tratti in tutti i casi di film lunghi o lunghissimi, che nulla hanno da spartire con il linguaggio e le convenzioni delle serie televisive. L’altra significativa ricorrenza è che molte delle nuove serie d’autore aspirano a una distribuzione in sala, seppur limitata, prima di accedere alla piattaforma che è all’origine della loro genesi produttiva. La proposta integrale di queste quattro serie, di durate comprese fra le cinque ore e mezza di Cuarón e le otto ore di Sorogoyen, costituisce sicuramente una sfida per gli spettatori e una scommessa per il programma della Mostra, già ricco di per sé di molti titoli. Ci è sembrato tuttavia un rischio degno di essere assunto, volendo perseguire l’impegno del festival di segnalare, se non anticipare, le tendenze più significative che si manifestano all’interno dell’universo cinema». Questo è un fatto di cui si deve prendere atto. Insieme non mancano titoli molto attesi nel Concorso Ufficiale come Joker: Folie à deux di Todd Phillips, The Room Next Door di Pedro Almodóvar, Maria di Pablo Larraín, Babygirl di Halina Reijn, Queer di Luca Guadagnino. Con loro i titoli italiani: Campo di battaglia di Gianni Amelio, Diva futura di Giulia Louise Steigerwalt, Iddu di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, Vermiglio di Maura Delpero. A un’opera seconda di un attore molto amato, Valerio Mastandrea, Nonostante, tocca aprire la sezione di Orizzonti, arricchita da un altro lungometraggio italiano, in questo caso tratto da una storia vera, Familia di Francesco Costabile.
Un’offerta vasta (nell’accezione più ampia del termine), ancor più se si tiene conto delle Giornate degli Autori e della SIC – Settimana Internazionale della Critica. Ci auguriamo che seguendoci possiate orientarvi, farvi un’idea di ciò che è Venezia81 e cosa sta accadendo nel Cinema.
Ritornando alle sensazioni, prendiamo in prestito le parole del Presidente della Biennale, Pietrangelo Buttafuoco: «La Mostra possiede il potere oracolare di leggere le realtà in atto e captare le tendenze prossime venture. Sono certo che anche nell’edizione di Venezia 81 le pellicole selezionate proietteranno le loro immagini ben oltre lo schermo bianco, illuminando – nel venire incontro al futuro – la nostra voglia di conoscenza».
Maria Lucia Tangorra
Riepilogo recensioni per sezione dall’81esima Mostra del Cinema di Venezia
Concorso
Campo di battaglia di Gianni Amelio
Vermiglio di Maura Delpero
Joker: Folie à deux di Todd Phillips
Stranger Eyes di Yeo Siew Hua
The Room Next Door di Pedro Almodóvar
Maria di Pablo Larraín
Babygirl di Halina Reijn
Io sono ancora qui di Walter Salles
The Brutalist di Brady Corbet
The Order di Justin Kurzel
Fuori Concorso
Il tempo che ci vuole di Francesca Comenicini
Broken Rage di Takeshi Kitano
Orizzonti
Nonostante di Valerio Mastandrea
Of Dogs and Men di Dani Rosenberg
Familia di Francesco Costabile
The New Year That Never Came di Bogdan Mureşanu
Wishing on a Star di Peter Kerekes
September 5 di Tim Fehlbaum
Giornate degli Autori
Manas di Marianna Brennand
Vakhim di Francesca Pirani
Alpha. di Jan-Willem van Ewijk
Coppia aperta quasi spalancata di Federica Di Giacomo
Quasi a casa di Carolina Pavone
Settimana Internazionale della Critica
Playing God di Matteo Burani (corto)
Biennale College Cinema
The Fisherman di Zoey Martinson
Január 2 di Zsófia Szilágyi
Honeymoon di Zhanna Ozirna