Tempo di cambiamenti
Con l’edizione del 2022 la Festa del Cinema di Roma sembra intenzionata ad uscire dallo stato ibrido in cui si era auto-confinata. L’equivoco, come abbiamo più volte sottolineato, nasceva tra il desiderio di creare un vero e proprio festival da dedicare al cinema cosiddetto “d’essai” e l’impulso di mettere in piedi un evento sanamente popolare, capace di andare incontro ai gusti del pubblico. Una “Festa”, per l’appunto.
Ebbene, la nuova direzione artistica presieduta da Paola Malanga ha dato il classico colpo al cerchio non trascurando per nulla la botte. Ecco allora una Festa scissa in due parti distinte: una sezione competitiva dedicata al cinema giovane e ricercato denominata Concorso Progressive Cinema – Visioni per il mondo di domani; un’altra sezione chiamata Freestyle la quale, come intuibile già dal nome, rappresenta una sorta di zona franca, libera di esprimere un cinema sperimentale e privo di vincoli. Poi la parte dedicata alla platea, con le sezioni Grand Public (grandi produzioni con cast di assoluto richiamo e valore) e Best of 2022, spazio per cinefili e non solo che raccoglie il meglio del cinema transitato per altri festival nel corso dell’anno solare. Non mancano ovviamente i consueti omaggi, gli incontri (per l’occasione con meno glamour rispetto alle precedenti edizioni) ed i restauri. Tutto inappuntabile, in apparenza. Tuttavia l’ultima parola, come sempre accade, spetterà alle opere selezionate.
Altre annotazioni, sparse qua e là. Nello spazio competitivo spicca una folta presenza di autrici, segnale senza dubbio da accogliere con soddisfazione. L’opera prima della statunitense Lila Neugebauer, Causeway, riporta sul grande schermo Jennifer Lawrence, la quale pare riscoprire il gusto del cinema indie degli esordi. Molto promettenti anche Houria di Mounia Meddour, sulla situazione attuale in Algeria, e l’altro esordio Foudre della svizzera Carmen Jaquier, opera in costume ambientata ad inizio 1900. Di spessore anche la presenza italiana, con La cura dell’ottimo Francesco Patierno e lo “sdoganamento” di Fabrizio Ferraro, il cui cinema di frontiera finalmente approda su grandi palcoscenici con la storia partigiana de I morti rimangono con la bocca aperta. Una selezione piuttosto completa anche dal punto di vista geografico.
Tra i titoli di Freestyle molto interesse attirano i vari documentari internazionali e nostrani, spesso dedicati ad eminenti personalità della Settima Arte, nonché gli italiani Il maledetto di Giulio Base e La divina cometa, opera che segna il ritorno al lungometraggio di Mimmo Paladino
La Festa ad uso e consumo del pubblico in Grand Public presenta invece titoli di assoluto rilievo come il film inaugurale Il colibrì di Francesca Archibugi (con Favino protagonista e Nanni Moretti attore) e Amsterdam, film in cui il regista David O’Russell ha radunato il consueto parterre di star tra cui Christian Bale, Margot Robbie, Anya Taylor-Joy e Robert De Niro. Molto attese anche le nuove opere di Stephen Frears (The Lost King), Gianni Zanasi (War – La guerra desiderata), Roberto Andò (La stranezza, con Toni Servillo nei panni di Pirandello). Mentre un titolo che potrebbe riservare sorprese è The Menu, di quel Mark Mylod già ben conosciuto per aver diretto molti episodi della serie tv di culto Succession.
Infine, per il meglio del 2022, l’anteprima dell’ultima Palma d’Oro a Cannes Triangle of Sadness di Ruben Östlund, a brevissimo nelle sale nostrane, e As Bestas dello spagnolo Rodrigo Sorogoyen, cineasta ormai affermatosi come uno dei più limpidi talenti del panorama europeo. Non resta dunque che dare inizio alle danze, sperando in un cospicuo godimento cinematografico.
Daniele De Angelis
Riepilogo recensioni per sezione dalla diciassettesima edizione della Festa del Cinema di Roma
Progressive Cinema (concorso)
La cura di Francesco Patierno
Sanctuary di Zachary Wigon
Causeway di Lila Neugebauer
Foudre di Carmen Jaquier
Raymond & Ray di Rodrigo Garcia
I morti rimangono con la bocca aperta di Fabrizio Ferraro
El caso Padilla di Pavel Giroud
January di Viesturs Kairišs
Ramona di Andrea Bagney
Grand Public
Butcher’s Crossing di Gabe Polsky
Mrs. Harris Goes to Paris di Anthony Fabian
War – La guerra desiderata di Gianni Zanasi
Astolfo di Gianni Di Gregorio
The Lost King di Stephen Frears
Il principe di Roma di Edoardo Falcone
The Menu di Mark Mylod
Amsterdam di David O’Russell
Bros di Nicholas Stolle
What’s Love Got to do whit It di Shekhar Kapur
Rapiniamo il duce di Renato De Maria
Best of 2022
Les Amandiers di Valeria Bruni Tedeschi
Coupez! di Michel Hazanavicius
Il colibrì di Francesca Archibugi
L’envol di Pietro Marcello
As bestas di Rodrigo Sorogoyen
Triangle of Sadness di Ruben Östlund
Corsage di Marie Kreutzer
Special Screenings
Polanski. Horowitz. Hometown di Mateusz Kudla e Anna Kokoszka-Romer
Freestyle
Er gol de Turone era bono di Francesco Micciché e Lorenzo Rossi Espagnet
Life is (Not) a Game di Antonio Valerio Spera
Alice nella Città
Piove di Paolo Strippoli
Poker Face di Russell Crowe
The Fabelmans di Steven Spielberg
Armageddon Time di James Gray
Piggy di Carlota Pereda
Caramelle di Matteo Panebarco
Before I Change My Mind di Trevor Anderson
Le ragazze non piangono di Andrea Zuliani