Caramelle per te ho portato stasera
Nel ventennale del Ravenna Nightmare Film Festival, il delicato cortometraggio animato della Famiglia Pamebarco è ad un tempo omaggio alla città, di cui ci mostrano angoli non turistici ma parimenti affascinanti e vivi, dall’area portuale della Darsena allo skyline industriale, dalle attività prospicienti il canale al cimitero monumentale, e toccante racconto familiare; Caramelle di Matteo Panebarco, vincitore già del Premio del Pubblico come miglior cortometraggio ad Alice nella città, sezione parallela della Festa del Cinema di Roma, realizzato in tecnica mista di animazione 3d con fondali fotografici di Ravenna, narra una storia di legami familiari forti che la morte non ha spezzato e di altri più difficili che la vita ha inasprito. Toccherà proprio alle caramelle addolcire il ricordo di chi ci ha lasciato ed il cuore di chi è rimasto.
Al cimitero, la tomba di due fratelli viene visitata regolarmente: uno, dal volto sorridente, dalla figlia e dal nipotino, l’altro, più serioso, dalla scostante moglie, ormai anziana, che, pur vivendo accanto a loro in un’unica casa divisa longitudinalmente in due, tiene a distanza i propri parenti con fare altezzoso. Quando la giovane donna inizia a trovare carte di caramella appiccicate alla foto del padre, il sospetto nasce spontaneo. La soluzione del mistero, inaspettato, porterà ad un riavvicinamento familiare tra i congiunti ancora in vita.
Caramelle narra sotto forma di favola una storia vera, parzialmente adattata per rendere il plot più avvincente, ma è soprattutto un tuffo nei ricordi, quando una caramella (ad esempio, la mitica Rossana) era il dono speciale dei nostri nonni, ed è, ora, un modo poetico per riassaporare momenti felici di affetto e condivisione, quando ‘essere una famiglia’ aveva un senso ed un contenuto più forte di quanto non ne abbia oggigiorno. Il team Panebarco, lavorando in stretta collaborazione complementare, ha messo in Caramelle tutto il cuore che unisce la propria famiglia nella realtà, donando allo spettatore emozioni perdute, risvegliando ricordi di nonni che non ci sono più, per sentirli, ancora una volta, vicini.
Michela Aloisi