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Cineuropa Compostela 2017: bilancio

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Cineuropa 2017: Arcipelago Cinematografico

Santiago de Compostela, capoluogo della Galizia, ha una superficie di circa 220 km quadrati, e a poco meno di 100 mila abitanti. È famosa in tutto il mondo per l’immensa Cattedrale, e per essere il punto di arrivo del noto Camino de Santiago, che porta nella città molti pellegrini provenienti da tutto il mondo. Nel 1985 l’UNESCO ha dichiarato la zona antica di Santiago, cioè la parte intorno alla Cattedrale, Patrimonio dell’Umanità. Una città piccola situata nel cuore della Galizia, però ricca di eventi e di movida. Un luogo che non vive solamente di turismo, adagiandosi sulla propria cultura millenaria, ma continua a proporre ulteriori e svariati eventi culturali, soprattutto per i propri cittadini. Tra questi eventi uno dei maggiori è Cineuropa, un festival di cinema, sorto nel 1987 e giunto alla sua 31º edizione, che annualmente propone una ricca rassegna di film selezionati accuratamente. Una vasta programmazione che raccoglie, in special modo, molte opere vincitrici di premi nei recenti Festival (Venezia, Cannes, Berlino, Locarno, etc.), pellicole del passato, e opere provenienti da varie parti del mondo. Durante questa kermesse Santiago si trasforma, e i cittadini, o anche gente proveniente da tutta Galizia, riempie le strade intorno alle sale che proiettano i film. La città di Compostela si riempie di pellegrini cinefili, e gli indici demografici citati all’inizio, pare possono essere smentiti per la quantità di gente che vi partecipa.
Cineuropa non è il classico festival ammantato con tappeti rossi per le star, oppure per Critici di cinema che desiderano proiezioni “private” per gustarsi il film in una solitudine claustrale, sentendosi degli eletti superiori. Il fine precipuo di Cineuropa è quello di divulgare la cultura cinematografica – migliore – e ciò che vi ruota intorno. In poche parole è un Festival per la gente e con la gente. E questa vasta azione culturale si rivela subito vivace e partecipativa, con le passioni e le emozioni degli spettatori che sono palpabili. Di questa trentunesima edizione, che si è svolta dal 7 al 28 novembre, subito abbaglia il manifesto scelto, in cui su un acceso sfondo rosso giganteggia una mano che stringe una piccola cinepresa Super 8. Un’immagine che ha un sapore tanto cinematografico quanto rivoluzionario; e rimembra il lontano stile di Godard in pieno ’68. E il secondo aspetto che affascina di questa kermesse è la vasta partecipazione di gente (giovani, adulti, anziani) che gravita intorno alle sale, in attesa di poter entrare e godersi le pellicole prescelte. Massa di pubblico che non si trasforma, però, in una bolgia, ma si assesta in quiete attese ordinate in cui la gente conversa, della vita di tutti i giorni e soprattutto delle pellicole viste o quelle che vedranno. Il Festival diviene, quindi, anche un forum “greco” in cui la gente può incontrarsi negli spiazzi con calma e discettare amichevolmente.
Una limpida descrizione di questa vita festivaliera è stata fatta da Costa Gavras, che dopo aver ringraziato per il Premio ricevuto, rileva come Cineuropa non è l’usuale Festival in cui la stretta durata e la densa programmazione più che sollazzare i piaceri cinefili snerva lo spettatore. Nei ventuno giorni di svolgimento, la riprogrammazione delle opere, e la vicinanza delle sale, incastonate in diverse parti della città, ma tutte raggiungibili in una manciata di minuti, consente una rilassante visione delle opere. E, prima o dopo o tra una pellicola e l’altra, è anche possibile consumare amichevolmente una “caña con tapa”. E pensando a ciò, anche questa disposizione delle sale è intrigante, perché benché sparpagliate, le sale sono vicine, e ciò fa pensare a un “arcipelago” composto da “isolotti” cinematografici, in cui i cinefili li raggiungono per godere del naturale paradiso immaginifico del cinema. Le sale coinvolte sono il Teatro Principal, il Salón Teatro, il CGAC (Centro Galego de Arte Contemporánea), il Multicines Compostela, il Cinema Numax, la Sede Afundación, e l’Auditorio de Galicia. Come si può intuire, gli spazi cinematografici prescelti hanno tutti una diversa “estrazione culturale”, che spazia dal teatro fino al Multiplex, passando per la sala d’essai (Numax). Un aspetto che radica il Festival nella città quotidiana, e non in spazi “asettici” fuori portata, e sottolinea come la “piccola” Santiago sia piena di differenti spazi culturali.
La ricca offerta cinematografica, che consta di 164 pellicole, di cui due erano a sorpresa e svelate durante la proiezione, è stata frazionate in venti sezioni tematiche: Sección Official Europea; Panorama Interncionál; Peliculas Premios Cineuropa; Latidoamericano; Fantastique Compostela; Docs Cineuropa; Retrospectiva Pedro Pinho; Foco Islandia; Cine e Dereitos Humanos; Panorama Audivisual Galego; Cineuropa Miúda; Maratón; Novecento: O século das revouliciones; 10 sombras recobradas; Recordo de Filippo Luppi; Cinefilias: cult movies; Redescubrir a Claude Sautet; Programa Especial RFG; Pase Especial. Tra tutte le sezioni, merita una menzione particolare quella del Maratón, che è stata una nottata speciale svoltasi il 24 novembre. È un evento cinefilo/giocoso/competitivo “felliniano”, in cui nell’arco di oltre quattordici ore (inizio alle 22:00 e fine alle 12:30 del 25) sono state proiettate 8 pellicole e mezzo, di carattere horror e/o fantastico. È un avvenimento con molta partecipazione, e lo scopo divertente è di riuscire a resistere all’estenuante proiezione “non stop” (intervalli di riposo solo di 5 minuti, e a notte 20 minuti per rifocillarsi con l’offerta di “chocolate con churros”) fino alla fine. Nella sala si può portare da mangiare e da bere, oltre a comodi cuscini e pigiami. Un evento che rende la visione dei film più sociale. Nella lista dei film, la pellicola a sorpresa è stata Eaten Alive (Quel motel vicino alla palude nella titolazione italiana) di Tobe Hooper, che è stato omaggiato anche con il mediometraggio The Damned Thing.
Cineuropa non è un festival competitivo, però durante il suo svolgimento viene data la possibilità al pubblico di dare un voto alle pellicole. All’entrata viene dato un tagliando con una numerazione da 0 a 10, e a fine proiezione si lascia il biglietto con il voto nell’apposita urna. La pellicola che ha ottenuto il miglior punteggio, con una media di 8,56, è stato L’insulte di Ziad Doueiri. Festival ampiamente popolare, certamente, ma anche “banco di prova” per giovani critici in veste di giurati nuovi. Cineuropa ha selezionato sette giovani under 25 che hanno avuto il compito di decidere quali sono state le migliori opere, attraverso un Palmarés simile ai festival internazionali, ma senza consegna di premi materiali. Questo è stato il responso. Miglior film: La fábrica de nada di Pedro Pinho; Miglior regia: You Were Never Really Here di Lynne Ramsey; Miglior sceneggiatura: Happy End di Micheal Haneke; Premio Dereitos Humanos: Estados clandestinos. Un capítulo rioplatense de la operación Cóndor di Marc Iglesias e Paula Monteiro; Miglior attrice: Laetitia Dosch con Jeunne Femme di Léonor Serraille; Miglior attore: Meinhard Neumann con Western di Valeska Grisebach; Premio Especial do Xurado: Closeness (Tesnota) di Kantemir Balagov.
E in tutta questa ampia e diversificata programmazione, era presente anche il cinema italiano. Pellicole recenti (Cuori puri di Roberto De Paolis, Dopo la guerra di Annarita Zambrano, Mister Universo di Tizza Covi e Rainer Frimmel, Liberami di Federica di Giacomo), e soprattutto opere del passato. In questi raffinati recuperi lontani, per la sezione Novecento, sono state scelte opere che hanno reso importante il cinema nostrano, e in cui lo specifico filmico corroborava il discorso politico. È stato possibile (ri)vedere Bellocchio, Taviani, Amelio, Visconti. Il Festival Cineuropa si è concluso, e quello che rimane è il bel ricordo di un modo genuino e umano di usufruire il cinema. Non sono mancate pecche nell’organizzazione, però il piacere di godere il cinema, da soli o in compagnia, è stato appagante. Al momento, bisognerà attendere il prossimo anno.

Roberto Baldassarre

Riepilogo recensioni per sezione dal Cineuropa Compostela 2017

Selezione Ufficiale Europea

120 battiti al minuto di Robin Campillo

In the Fade di Fatih Akin

C’est la vie! di Oliver Nakache e Eric Toledano

Cuori puri di Roberto De Paolis

Happy End di Michael Haneke

Jeune femme di Léonor Serraille

Jusq’à la garde di Xavier Legrande

L’amant d’un jour di Philippe Garrel

La villa di Robert Guédiguian

Les fantômes d’Ismaël di Mathieu Amalric

Madame Hyde di Serge Bozon

Mister Universo di Tizza Covi e Rainer Frimmell

Napalm di Claude Lanzmann

Loveless di Andrej Zvyagintsev

Revenge di Coralie Fargeat

Sage femme di Martin Provost

Sami Blood di Amanda Kernell

The Party di Sally Potter

The Square di Ruben Östlund

Un beau soleil interieur di Claire Denis

Closeness di Kantemir Balagov

Visages, villages di Agnés Varda e JR

La caméra de Claire di Hong Sang-soo

Western di Valeska Grisebach

Dopo la guerra di Annarita Zambrano

L’atelier di Laurent Cantet

1945 di Ferenc Török

Panorama Internazionale

Ex Libris: New York Public Library di Frederick Widseman

L’insulte di Ziad Doueiri

Live From Dhaka di Abdullah Mohammad Saad

You Were Never Really Here di Lynn Ramsey

Hikari di Naomi Kawase

Zama di Lucrecia Martel

Lucky di John Carroll Lynch

As boas maneiras di Juliana Rojas e Marco Dutra

On the Beach at Night Alone di Hong Sang-soo

Fantastico Compostela

Liberami di Federica di Giacomo

Les affamés di Robin Aubert

Mom and Dad di Brian Taylor

Cinema e Diritti Umani

El Amparo di Rober Calzadilla

Premio Cineuropa

El otro hermano di Israel Adrián Caetano

Latino Americano

Santa & Andrés di Carlos Lechuga

Cineuropa miùda

Un sac de billes di Christian Duguay

 

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