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Trieste Science + Fiction Festival 2016: presentazione

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Non è reale, ma è tutta fantascienza!

Nemmeno il tempo di rifiatare dopo le fatiche del 14esimo Ravenna Nightmare Film Fest, che per Cineclandestino è subito giunto il momento di tuffarsi in un’altra entusiasmante kermesse. Con il teletrasporto ci spostiamo velocemente dall’Emilia Romagna alla volta del Friuli per raccontarvi la 16esima edizione del Trieste Science + Fiction Festival (1 al 6 novembre 2016), aperta dall’anteprima italiana di Morgan, film prodotto da Ridley Scott e diretto dal figlio Luke, distribuito dalla 20th Century Fox nelle sale italiane il prossimo 9 novembre. L’onere e l’onore di chiuderla toccherà, invece, al premio Oscar Alex Gibney e al suo sconvolgente docu-thriller geopolitico sul virus StuxNet dal titolo Zero Days. Ma ci sarà anche una preapertura assolutamente da non perdere, che celebrerà i cinquant’anni di Star Trek con la proiezione del documentario biografico For the Love of Spock di Adam Nimoy, figlio dell’attore Leonard Nimoy, il mitico Spock della celebre serie cult. Per la gioia di tutti gli appassionati della serie proprio Adam Nimoy sarà tra gli ospiti della manifestazione, martedì 1 novembre, assieme a Terry Farrell, l’amatissima Jadzia Dax di Star Trek: Deep Space Nine. E non sarà l’unico ospite a fare la sua comparsa in quel di Trieste; atteso è anche l’attore olandese Rutger Hauer, l’indimenticabile replicante Roy Batty del capolavoro di Ridley Scott, Blade Runner, a cui verrà consegnato il Premio Urania d’Argento 2016 nella serata di venerdì 4 novembre.
Nel mezzo una sei giorni molto fitta che, programma alla mano costruito pezzo per pezzo da La Cappella Underground, si annuncia davvero di grande qualità. Una sei giorni, questa, che vedrà ancora una volta la città di Trieste tornare ad essere un avamposto della scienza e della fantascienza, grazie alla sua storica manifestazione  dedicata all’esplorazione dei mondi del fantastico. La selezione ufficiale del festival presenta anteprime mondiali, internazionali e nazionali, con tre sezioni competitive che ospitano filmaker e cineasti da tutto il mondo: il Premio Asteroide, competizione internazionale per il miglior film di fantascienza di registi emergenti, e i due Premi Méliès d’argento in collaborazione con la European Fantastic Film Festivals Federation per il miglior lungometraggio e cortometraggio di genere fantastico europeo. A contenderseli una rosa di titoli estremamente variegata: Almost Dead di Giorgio Bruno, sei ore di tempo per trovare un siero capace di fermare un virus che trasforma gli esseri umani in zombie; Approaching the Unknown, scritto e diretto da Mark Elijah Rosenberg, al suo debutto, con Mark Strong nel ruolo del capitano William Stanaforth alle prese con la sua solitaria missione su Marte; l’austriaco Attack of the Lederhosenzombies di Dominik Hartl, zombie movie ambientato in un rifugio di montagna; il greco Blind Sun di Joyce A. Nashawati, disegno di un futuro prossimo in cui l’acqua scarseggia, la violenza sociale monta e il sole, fortissimo, arde impietoso; Creative Control di Benjamin Dickinson, film che esplora la realtà aumentata e le relazioni interpersonali nella Brooklyn di domani; Embers di Claire Carré, già definito uno dei più memorabili film di fantascienza indipendenti degli ultimi dieci anni, in cui i sopravvissuti a un’epidemia globale cercano di dare un senso alla loro vita in un mondo senza memoria; l’inglese Kill Command di Steven Gomez, che, in un ritorno ai temi di Terminator e Robocop, presenta un’unità d’élite dell’esercito inviata su di un’isola per testare i più recenti prototipi di macchine per uccidere; Mon Ange di Harry Cleven, poetica fiaba sci-fi tra una ragazza che non può vedere e un ragazzo che non può essere visto; The Open di Marc Lahore, ambientato in uno scenario di guerra globale, dove c’è ancora chi non vuole arrendersi alla catastrofe e rinunciare al tennis; Realive di Mateo Gil, sceneggiatore di Vanilla Sky e Mare dentro che racconta una storia di ibernazione e resurrezione hi-tec; il primo film di fantascienza serbo, The Rift di Dejan Zečević, in cui un satellite precipita sulla Terra portando con sé qualcosa da un altro mondo; Sum of Histories di Lukas Bossuyt, incentrato sugli effetti di una scoperta strabiliante: è possibile mandare email nel passato; l’anglo-iraniano Under the Shadow di Babak Anvari, che riflette sulla condizione della donna nel dopo rivoluzione a Teheran attraverso l’archetipo della casa posseduta e la mitologia dei djinn; Virtual Revolution di Guy-Roger Duvert, ambientato nella Parigi del 2047, divisa tra “connessi”, la stragrande maggioranza, e “viventi”, una piccola élite ancora attaccata alla realtà; Vulcania di José Skaf, un luogo misterioso, perso nello spazio e nel tempo; e, infine, Monolith di Ivan Silvestrini, thriller sci-fi italo-americano tratto dalla grafic novel di Roberto Recchioni, curatore di Dylan Dog per Bonelli Editore, Mauro Uzzeo e LRNZ, in cui il Monolith del titolo è il SUV più sicuro del mondo, costruito per proteggere i propri cari da qualsiasi minaccia.
Insomma ce n’è davvero per tutti i gusti e palati, anche per quelli più esigenti, che se non ancora sazi potranno completare la scorpacciata attingendo dal fuori concorso, dove figurano: l’argentino Daemonium di Pablo Parés, autentico tourbillon sci-fi nel quale magia e tecnologia coesistono con umani e demoni; I’m not a Serial Killer di Billy O’Brien, storia di un ragazzo incapace di amare che combatte un mostro che uccide per amore; il gore indiano Ludo di Q e Nikon, un gioco semplice ma mortale di cui cadono vittime quattro adolescenti; il francese Moonwalkers di Antoine Bardou-Jacquet, commedia cult sulle leggendarie riprese in studio dell’allunaggio dell’Apollo 11; La rage du démon di Fabien Delage, brillante indagine sul ritrovamento di un film raro, affascinante e pericoloso, attribuito a George Méliès; l’accoppiata coreana firmata da Sang-ho Yeon con l’animazione adulta Seoul Station, storia di divoratori e divorati in una Seul in cui è difficile trovare un rifugio, che fa da prequel al survival horror Train to Busan, in cui i passeggeri di un treno lottano contro una terribile epidemia che trasforma tutti in zombie; l’exploitation americano Southbound, cinque racconti ad incastro tra incubi e segreti in una lunga notte su una strada desolata; il giapponese Terraformars del regista cult per eccellenza Takashi Miike, autentica gemma sci-fi ambientata su Marte nel 2599 tra insettoni mutanti e super mercenari.
Torna anche quest’anno la sezione Spazio Italia, la speciale vetrina che il Trieste Science+Fiction Festival dedica alle produzioni fantastiche e fantascientifiche “made in Italy”. In programma, Alieween di Federico Sfascia, East End di Skanf & Puccio, il nuovo progetto di web serie di Daniele Ciprì battezzato Blatta, Ballad in Blood di Ruggero Deodato ispirato al caso Meredith Kercher e la versione definitiva di Blood on Méliès’ Moon di Luigi Cozzi.
E non mancherà naturalmente uno sguardo al passato con Sci-Fi Classix, la sezione dei grandi classici del cinema di genere in nuove edizioni restaurate e rimasterizzate. L’evento speciale di Sci-Fi Classix è fissato per sabato 5 novembre: Dario Argento presenterà il restauro in 4K di Dawn of the Dead di George Romero, nella versione montata e curata all’epoca dal maestro del brivido italiano per il mercato europeo con le musiche dei Goblin. Seguono tre grandi classici delle cinematografie d’oltre cortina: il pionieristico film di Jindřich Polák Ikarie XB 1, e due capolavori della fantascienza sovietica come Per aspera ad astra di Ričard Viktorov e il celebre Solaris di Andrej Tarkovskij.
In programma anche il focus Spazio Italia, gli Incontri di Futurologia, le esposizioni di videogiochi vintage e i tornei di Play It Again, la mostra di fumetti per i 25 anni di Nathan Never, il concerto dei Tre Allegri Ragazzi Morti, e la Notte degli Ultracorpi, sabato 5 novembre, con lo spettacolo audio/video “Dj Yoda goes to the Sci-Fi Movies” in cui il famoso dj hip hop manipolerà le musiche e le immagini dei più famosi film di fantascienza, scelte assieme al team del British Film Institute. A partire da quest’anno, alla normale programmazione viene affiancata una nuova sezione, denominata Fantastic Film Forum, una giornata intensiva di incontri e masterclass, specificamente dedicata a distributori, produttori, registi, sceneggiatori e talenti emergenti. Non vi resta che accorrere numerosi, altrimenti ci siamo noi e le nostre recensioni a raccontarvi in presa diretta questa 16esima edizione.

Francesco Del Grosso

Riepilogo recensioni per sezione della 16esima edizione del Trieste Science + Fiction Festival

Neon

Under the Shadow di Babak Anvari

The Open di Marc Lahore

Embers di Claire Carré

Attack of the Lederhosenzombies di Dominik Hartl

Blind Sun di Joyce A. Nashawati

Realive di Mateo Gil

Monolith di Ivan Silvestrini

European Fantastic Short

Queen Kong di Monica Stambrini

Neon – Out of competition

I’m not a Serial Killer di Billy O’Brien

Moonwalkers di Antoine Bardou-Jacquet

Train to Busan di Yeon Sang-ho

Zero Days di Alex Gibney

For the Love of Spock di Adam Nimoy

Seoul Station di Sang-ho Yeon

Morgan di Luke Scott

Fantastic Short – Out of competion

Quenottes di Pascal Thiebaux e Gil Pinheiro

Spazio Italia

Alieween di Federico Sfascia

Blood on Méliès’ Moon di Luigi Cozzi

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