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Far East Film Festival 2021: presentazione

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Un’edizione nel segno della solidarietà internazionale

Il 9 giugno scorso si è svolta la conferenza stampa della ventitreesima edizione del Far East Film Festival. Noialtri di CineClandestino l’abbiamo seguita su Facebook, abbandonandoci a molteplici emozioni. In primis la consapevolezza che non soltanto con la rivista saremo web media partner anche quest’anno, ma che torneremo a seguire la manifestazione cinematografica in loco, essendo quello del 2021 un appuntamento ibrido: vi saranno contemporaneamente proiezioni in presenza ed eventi online. Per chi, come il sottoscritto, ha scoperto proprio agli inizi una manifestazione cinematografica dall’impatto davvero unico, quando ci si trova a Udine e si è partecipi di una certa atmosfera, già questo è motivo di grande conforto.
L’altra emozione di rilevo è arrivata dai toni vibranti della presentazione. Le prime immagini a scorrere sul grande schermo posizionato in sala sono state infatti quelle del cineasta Maung Sun, autore del primo film birmano selezionato a Udine, col videomessaggio da lui inviato per l’occasione accompagnato dalle seguenti parole: “Hello, this is Maung Sun, Im the director of Money Has Four Legs. The film is about the censorship system in Myanmar, It’s also based on my own experience as a first time filmmaker. We are right now fighting for the democracy and freedom of speech against the dictatorship“.

Insomma, come ci ha tenuto in seguito a rimarcare la co-fondatrice e direttrice artistica Sabrina Baracetti, il pensiero dei fareasters va quest’anno alle cose terribili che stanno succedendo in Estremo Oriente, da Myanmar dove è scattata negli ultimi mesi una repressione feroce e le vittime si contano a centinaia (proprio nei giorni della presentazione sono arrivate notizie preoccupanti quale l’arresto della regista Mae Aeint, prelevata dai militari e detenuta in un luogo segreto), fino a quella progressiva restrizione degli spazi di libertà pubblici e privati che ad Hong Kong sta assumendo toni particolarmente angoscianti, visto l’atteggiamento delle autorità cinesi. L’attacco frontale, così virulento e sprezzante delle regole democratiche, all’esistenza stessa dell’Apple Daily, rappresenta una stretta ulteriore al già impressionante clima liberticida affermatosi negli ultimi anni.
Bene hanno fatto Baracetti & Co. a ribadire la loro/nostra vicinanza a realtà sociali vittime di un’ingiustificata violenza, il che nel caso di Hong Kong si tinge forse di un’empatia ancora più profonda, considerando il rapporto affettivo che il festival ha sempre dimostrato nei confronti di tale cinematografia.
A proposito poi del ruolo sempre costruttivo e propositivo che ha avuto il Far East nella vita culturale friulana, centrati e condivisibili sono sembrati anche gli interventi istituzionali che hanno avuto luogo dopo quello della Direttrice.
Ci sono tutte le premesse affinché questa edizione caratterizzata dal rientro in sala dopo l’emergenza pandemica venga poi ricordata, nonostante il sacrificio (si spera comunque temporaneo e non definitivo) del Teatro Nuovo Giovanni da Udine, sia per la qualità della programmazione che per lo spirito con cui ci si è voluti rimettere in gioco.

Ci siamo allora. Da oggi 24 giugno fino al 2 luglio il Visionario e il Cinema Centrale di Udine ospiteranno, in sicurezza rispetto alle attuali normative anti-covid, una variegata selezione di film asiatici in rappresentanza di ben 11 paesi & regioni: Cina, Hong Kong, Macao, Indonesia, Giappone, Malesia, Filippine, Corea del Sud, Taiwan, Tailandia e, per l’appunto, Myanmar. A noialtri il piacere di scoprirli, nel prossimi giorni. Sin dall’apertura che vedrà in campo il kolossal 800 eroi di Guan Hu e la prestigiosa anteprima dello spionistico Cliff Walkers, ultima fatica di un Maestro come Zhang Yimou. Facendoci magari guidare dalle parole con cui la stessa Sabrina Baracetti ha introdotto questa edizione: “Per raccontare la selezione ci siamo affidati a una metafora questa volta, un concetto, quello del Throw Down, che accomuna molti dei titoli che vedremo; titoli da cinematografie diverse con caratteristiche diverse produttive. Throw Down significa letteralmente “buttati giù”. L’azione, lo stato d’animo, che abbiamo mutuato dal capolavoro di Johnnie To, che riassume perfettamente le dinamiche sociali, politiche, sanitarie, emotive, di quest’ultimo anno e mezzo. Quello che serve ora, dopo il colpo, è l’istinto di rialzarsi.”

Stefano Coccia

Riepilogo recensioni dall 23° edizione del Far East Film Festival

Wheel of Fortune and Fantasy di Ryusuke Hamaguchi

800 Eroi di Hu Guan

Cliff Walkers di Zhang Yimou

Son of the Macho Dancer di Joel Lamangan

The Con-Heartist di Mez Tharatorn

The Goldfish: Dreaming of the Sea di Sara Ogawa

Fan Girl di Antoinette Jadaone

Madalena di Emily Chan

Ito di Yokohama Satoko

Ok! Madam di Lee Cheol-Ha

Office Royale di Seki Kazuaki

The Way We Keep Dancing di Adam Wong

My Missing Valentine di Chen Yu-hsun

Sioux di Riccardo Rabacchi

Last of the Wolves di Shiraishi Kazuya

Every Day a Good Day di Omori Tatsushi

 

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