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Office Royale

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VOTO: 9.5

Il mondo violento delle OL

Per chi ama i manga giapponesi, assolutamente imperdibile Office Royale di Seki Kazuaki, presentato alla 23ma edizione del Feff, che porta sul grande schermo, trasformandolo in fumetto vivente, un aspetto della cultura giapponese estremizzato, la lotta tra OL, Office lady, cioè le impiegate, per la supremazia all’interno della propria azienda e nei confronti delle rivali. Già trasformate in manga, a cavallo tra gli anni 80 e 90, dalla mangaka Chusonil Yutsuko, nella versione cinematografica assumono un carattere più agguerrito: non abitudini ed hobby tipicamente maschili come nel suo Sweet Spot, ma vere e proprie yanki, che lottano in senso letterale per conquistare il ruolo dominante nell’azienda.

In Office Royale, la società è ‘lottizzata’ da tre potenti clan di OL, in feroce guerra tra loro, mentre ‘nell’altro mondo’, quello della ‘normale vita d’ufficio’, Naoko (Nagano Mei) e le sue amiche chiacchierano di abiti, diete e serie tv. I conflitti interni cessano con la vittoria del clan della sexy e tosta Shuri (Nanao); ma ben presto prenderà il suo posto la nuova arrivata Ran (Alice Hirose), che conquisterà le OL da lottatrice e Naoko come amica. Il tentativo di sottomettere la società da parte delle OL di un’azienda rivale faranno precipitare la situazione, spegnendo i riflettori su Ran ed accendendoli su Naoko.

Non volendo esplicitare l’intera storia, diversi sono comunque i punti rilevanti di Office Royale; in primis, proprio la sua struttura fumettistica, dalle voci fuori campo di Naoko e Ran con i loro meta-commenti alla presentazione dei personaggi, dagli abiti alle ambientazioni, sino alle lotte tra OL che appaiono proprio come un manga che prenda vita. In più, oltre la facciata colorata e rissosa, Seki Kazuaki dà pennellate qua e là della vita delle due principali protagoniste da bambine, motivandone così le scelte e donando loro un’anima che va oltre il fumetto bidimensionale.

Il mondo delle OL descritto in Office Royal è violento, ma come può esserlo un manga; il suo substrato fortemente ironico ed umoristico, unitamente alla constatazione che ‘Ran ha perso perché ha voluto fare tutto da sola’, lancia un chiaro messaggio: i risultati più duraturi si hanno unendo le forze e lavorando come una squadra. In azienda, ma anche nella vita.

Michela Aloisi

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