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Every Day a Good Day

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VOTO: 8.5

La vita in una tazza di the

Nell’ambito della classica rassegna Ottobre Giapponese, nella 19ma edizione del Ravenna Nightmare Film Festival colpisce per delicatezza ed intensità Every Day a Good Day di Omori Tatsushi, laddove tradizione e modernità si fondono mirabilmente, dipingendo un quadro a tinte pastello che entra a passi felpati negli occhi dello spettatore, catturandone l’attenzione ed il cuore.

Il regista ci racconta la vita della giovane Noriko (Haru Kuroki), insicura delle proprie capacità ed incerta sul suo futuro, che trova la sua strada seguendo i movimenti lenti e ricercati della tradizionale cerimonia del tè. La modernità e le sue sfide si intrecciano con la più classica delle tradizioni giapponesi; Noriko, che vive costantemente il confronto con la spigliata e decisa cugina Michiko (Mikako Tabe), si sente fuori posto in un mondo che corre veloce, dove tutto deve incastrarsi in un rapido susseguirsi, laurea-lavoro o matrimonio, e trova una guida in Takeda-sensei (una intensa Kirin Kiki, pseudonimo di Keiko Nakatani, qui alla sua ultima interpretazione; l’attrice, che ricordiamo, tra l’altro, in Un affare di famiglia di Hirokazu Kore’eda è  infatti venuta a mancare nel 2018) e nel cha-no-yu.
E mentre gli anni scorrono rapidi, Noriko e Michiko seguono ognuna la propria via; così, mentre le idee chiare della cugina e amica le faranno seguire il classico percorso laurea- lavoro- matrimonio combinato (da sottolineare, a proposito di tradizioni, che, diversamente dall’Occidente, dove evoca scenari d’altri tempi, l’omiai, o “colloquio formale a scopo matrimoniale” è una pratica tuttora in uso nel paese del Sol Levante) Noriko fatica a trovare lavoro nel suo campo, l’editoria, dove lavora come free lance, lascia il fidanzato che la tradisce e al contempo lascia che il the la accompagni lungo il cammino. Un cammino, quello descritto da Omori Tatsushi, lungo vent’anni; in cui il the diventa parte integrante della vita di Noriko insieme alla sua Maestra, e che la porterà, attraverso alti e bassi, a scoprire la sua strada.

In Every Day a Good Day, il regista descrive con pennellate misurate e precise un mondo pieno di contraddizioni, in cui trovare l’equilibrio tra la modernità che arriva dall’occidente e le tradizioni proprie del Giappone, pur nella sua difficoltà, è la miglior via praticabile. Noriko trova questo equilibrio tra la sua anima ed il mondo che la circonda attraverso i movimenti precisi e curati con amore del cha no yu; e se i suoi tempi non saranno rapidi come quelli di Michiko, nell’affrontare le difficoltà della vita seguendo il rito lento e misurato della cerimonia del the troverà la fiducia e la forza in sé stessa per seguire la sua via, scoprendo infine che ogni giorno è un buon giorno.

Michela Aloisi

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