Aspettative vs. realtà
Capita a tutti di restare delusi da qualcosa su cui avevamo parecchie aspettative. Capita in continuazione, sia che si tratti di rapporti interpersonali, sia, molto più banalmente, di oggetti acquistati o addirittura di un ristorante. Ma cosa accade quando l’idolo di una vita si rivela, in realtà, una persona del tutto inaspettata, se non addirittura sgradevole? A mettere in scena una situazione del genere ha pensato la regista filippina Antoinette Jadaone con il suo Fan Girl, presentato in anteprima italiana in occasione del 23° Far East Film Festival.
Jane ha sedici anni ed è da sempre innamorata di Paulo, un attore particolarmente in voga, specializzato in film romantici e strappalacrime. Un giorno Paulo va a presentare il suo ultimo film presso un centro commerciale e, approfittando della confusione, Jane sale di nascosto sul suo pick up. Una volta arrivata a casa dell’uomo, tuttavia, scoprirà che finzione e realtà possono essere, a volte, molto e molto diverse tra loro.
Una fotografia dai colori caldi, immagini ovattate e una luce soffusa ci conducono per mano nei film di Paulo e nei sogni di Jane. E, spesso e volentieri, un montaggio alternato pone tali immagini in contrasto con le luci cupe dell’abitazione di Paulo in notturna. Con la realtà. Paulo è un uomo rude e dagli atteggiamenti bruschi. Esattamente l’opposto di come appare nei film. Usa spesso un linguaggio volgare, sniffa cocaina, beve una birra dopo l’altra e talvolta è molto sgarbato. Eppure, i sogni sono i sogni. E gli occhi di una ragazzina innamorata vedono sempre quello che vogliono vedere. Ma quanto potrà durare, ancora, questa illusione? Spesso, tuttavia, dalle esperienze inaspettatamente negative, si può imparare a crescere. E magari trovare anche il coraggio e lo slancio per compiere dei passi importanti.
Fan Girl può essere letto come un originale e insolito romanzo di formazione. Un percorso di crescita inaspettato e doloroso, in cui alcune venature del thriller stanno a conferire al tutto un indubbio valore aggiunto. L’utilizzo principalmente di un’unica location e il fatto che questa sia una realtà circoscritta e lontana da tutto e da tutti si è rivelata una soluzione particolarmente azzeccata. Jane è sola contro tutti e si incontra/scontra con il mondo degli adulti in modo del tutto inaspettato. Eppure, al contempo, sembra non voler rinunciare ai suoi sogni di bambina, sembra voler rimanere attaccata con le unghie e con i denti alle sue illusioni, alla sua innocenza. Persino quando la realtà si palesa in tutta la sua crudeltà.
La regista Antoinette Jadaone, dal canto suo, sa bene su cosa puntare, su cosa concentrarsi di volta in volta. E in questo suo interessante Fan Girl ha deciso di sviluppare le vicende su due livelli ben distinti: l’immaginario di Jane e la casa di Paulo. Due mondi che si incontrano, si confondono, ma che, di fatto, risultano essere completamente antitetici. Due realtà che hanno bisogno soprattutto di “scontrarsi” al fine di dar vita a una giovane donna matura, coraggiosa e responsabile.
Marina Pavido