L’indipendenza alla ribalta
Se esiste in Europa un festival dedicato al cinema indipendente in grado di tenere pienamente fede a tali prerogative, ebbene questo è proprio l’ÉCU – The European Independent Film Festival, giunto ormai alla sedicesima edizione resistendo anche alle intemperie dovute alla pandemia tuttora in corso da più di un anno. Una rassegna che, riassumendo appieno il proprio significato più profondo, si propone di abbattere quelle barriere di prevenzione che affliggono troppo spesso quella Settima Arte da noi tanto amata. All’ÉCU non esistono categorie o generi privilegiati; esiste solo il Cinema nella propria interezza.
Sfogliando metaforicamente un programma assolutamente ricco – a maggior ragione se si considera la concentrazione nell’abituale fine settimana, quest’anno da venerdì 9 fino a domenica 11 Aprile – si trovano infatti lungometraggi, cortometraggi, documentari, video musicali e tutto ciò che è possibile ritenere “arte in movimento”. Senza confini geografici, ricreando in maniera virtuale quel mondo utopicamente unito che la terribile pandemia in corso, purtroppo, ha dimostrato esistere solo in teoria.
Saranno dunque tre giornate di totale full-immersion, ancora una volta in streaming dopo la comunque elettrizzante esperienza dello scorso anno. In attesa di riportare il Festival nella sede d’elezione (Parigi) – nonché nella sala cinematografica, unico luogo deputato per fruire di tale meraviglia a trecentosessanta gradi – si cercherà di sfruttare una volta ancora al meglio la possibilità di fruire delle risorse del festival direttamente da casa, preparandosi alle numerose sorprese che il cinema indipendente sempre è capace di riservare. Nel nome di un amore per il Cinema, consentiteci la banalità lapalissiana, assai più vasto di quello dimostrato dal singolo prodotto commerciale, ormai incapace di rischiare qualsivoglia espressione personale.
Per toccare con mano la ricchezza di un programma impossibile da citare nella sua totalità, invitiamo i lettori a consultare il seguente link (https://www.ecufilmfestival.com/ecu-programme-2021/), così da acquistare, volendo, i vari ticket che consentiranno l’accesso virtuale sia alle proiezioni quotidiane che agli incontri con gli autori.
Un’esperienza che esortiamo a compiere in prima persona. Anche nel nome di tutti quegli intenti comuni che uniscono il Festival alla nostra rivista. In primo luogo quello di promuovere il Cinema meno conosciuto. Una partnership destinata a durare nel tempo…
La Redazione
Riepilogo recensioni dalla sedicesima edizione dell’ÉCU – The European Independent Film Festival
Da Yie di Anthony Nti (European Dramatic Short)
Malakout di Farnoosh Abedi (Non-European Dramatic Short)
A Girl and a Gun di P.E. Joubert (European Comedy Film)
Sad Beauty di Arjan Brentjes (European Animated Film)
Quatre-mains di Lander Haverals (European Documentary Films)
Blue di Tõnis Pill (European Dramatic Short)
16/8 di Sasha Paracels (European Comedy Film)
A Syrian Woman di Khawla Al Hammouri e Louis Karim Sayad DeCaprio (Arab Special Selection)
The Beyond di Daniel Maurer (European Documentary)
The Handsome in the Mirror di Egil Pedersen (European Dramatic Short)
Vagabonds di Philippe Dajoux (European Dramatic Film)
Among Humans di Caren Whurer (European Comedy Film)
A Story Sewn and Bound with a Red Thread di Yuria Matsushita (Non-European Dramatic Film)
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