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Trento Film Festival 2021: presentazione

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Se la montagna non va dal cinema, il cinema va alla montagna

La montagna tra pandemia e futuro nei cento film del 69° Trento Film Festival (dal 30 aprile al 9 maggio) visibili sulla piattaforma trentofestival.it fino al 16 maggio: dopo un’edizione 2020 posticipata e in modalità ibrida, sia online che in sala, il festival torna nelle tradizionali date primaverili rinunciando alle proiezioni dato il perdurare della chiusura dei cinema, ma confermando lo streaming che tanto successo ha riscosso l’anno scorso, con 25mila visioni di film online.
Cambiano le modalità, ma la selezione non è meno ricca, variegata e ambiziosa: 98 le opere in programma nelle 8 sezioni, provenienti da 31 paesi di produzione, il 30% in anteprima internazionale e il 50% in anteprima italiana. 23 i film in Concorso, 14 lungometraggi e 9 cortometraggi, per 18 anteprime tra italiane e internazionali, e la presenza di 9 registe donne.
Tra le anteprime più attese i due lungometraggi italiani in Concorso, con due protagonisti del mondo della cultura di montagna, e non solo: Paolo Cognetti. Sogni di Grande Nord di Dario Acocella, una produzione Samarcanda Film con Feltrinelli Real Cinema e Rai Cinema e il sostegno della Film Commision Valle d’Aosta, prossimamente in uscita al cinema con Nexo Digital, segue lo scrittore Premio Strega in un viaggio tra le Alpi e l’Alaska, accompagnato dall’amico Nicola Magrin, sulle tracce dei suoi maestri letterari; La casa rossa di Francesco Catarinolo, prodotto da Tekla Films e Vidicom Media con il sostegno di Piemonte Doc Film Fund e IDM Film Fund & Commission, documenta la vita e il lavoro, ai tempi del Covid, dell’esploratore altoatesino Robert Peroni, da 30 anni stabilitosi in una comunità sulla costa orientale della Groenlandia, paese a cui è dedicata l’intera sezione Destinazione di quest’anno.
I film di apertura e chiusura, entrambi in anteprima assoluta, riaffermano il legame tra il festival, Trento e il Trentino, anche in un’edizione “virtuale”: il cortometraggio animato digitale Mila della trentina a Hollywood Cinzia Angelini, ispirato ai racconti d’infanzia della madre dei bombardamenti su Trento durante la Seconda Guerra Mondiale, aprirà il programma il 30 aprile; mentre a chiuderlo sabato 8 maggio sarà il debutto di N-Ice Cello – Storia del violoncello di ghiaccio di Corrado Bungaro, documentazione del viaggio dai ghiacciai delle Dolomiti al Mediterraneo, passando per il MUSE di Trento, di uno strumento musicale unico al mondo.
Tra i temi che spiccano nel programma, l’impatto della pandemia su comunità e attività di montagna (oltre a La casa rossa, anche in Contagion, Con il sorriso, Metanoia); una benvenuta diversità di genere ed etnica anche nel mondo della montagna (l’alpinista marocchina Bouchra Baibanou sull’Everest di Al Qimma, la climber iraniana Nasim Eshqi in Climbing Iran, i ragazzi afroamericani alla scoperta dell’avventura e dell’arrampicata in That’s Wild e Black Ice); i misteri e le forze della natura, e in particolare del regno vegetale (The Magic Mountain, Mujer Medicina, Pushed up the Mountain, Vestigios); oltre che argomenti sempre centrali per il festival come l’inquinamento (in Himalaya in Songs of the Water Spirits o dietro casa in PrimAscesa – La montagna creata dall’uomo), e il cambiamento climatico, su cui si concentra la sezione MUSE.doc con The Magnitude of All Things e Now, e al centro di opere dal taglio diverso come Icemeltland Park e Aletsch Negative, entrambe in Concorso.

La Redazione

Riepilogo recensioni per sezione dalla 69° edizione del Trento Film Festival

Concorso

Dear Werner (Walking on Cinema) di Pablo Maqueda

La casa rossa di Francesco Catarinolo

The Magic Mountain di Eitan Efrat e Daniel Mann

Holy Bread di Rahim Zabihi

Al Qimma di Mehdi Moutia

Here I Am, Again di Polly Guentcheva

The Wall of Shadows di Eliza Kubarska

Anteprime

Away di Gints Zilbalodis

Terre Alte

Songs of the Water Spirits di Nicolò Bongiorno

Alp&Ism

Climbing Iran di Francesca Borghetti

Confessions of a Runner di Bachar Khattar

Everest – The Hard Way di Pavol Bàrabaš

My Upside Down World di Elena Goatelli e Angel Esteban

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