Un nuovo capitolo
«Dietro ogni via c’è sempre una storia, quella personale di chi la sta scalando e quella di chi l’ha scalata prima di te». E dietro queste parole c’è colei che le ha pronunciate in uno dei passaggi più significativi del documentario My Upside Down World, presentato in anteprima mondiale nella sezione “Alp&Ism” della 69esima edizione del Trento Film Festival. Il suo nome è Angelika Rainer, la pluripremiata campionessa meranese di arrampicata su ghiaccio, alla quale Elena Goatelli e Angel Esteban hanno dedicato un ritratto capace di andare al di sotto della superficie del classico racconto biografico e sportivo. Proprio questa esplorazione in profondità, volta a restituire sullo schermo il mondo interiore della climber, a fare la differenza.
Questo approccio, che caratterizzerà il cuore pulsante dell’opera, emerge sin dai primi fotogrammi che mostrano l’atleta lucidare i trofei in bacheca, fare attività fisica, trascorrere dei momenti in casa con il compagno e passeggiare con la madre tra gli splendidi paesaggi naturale dell’Alto Adige. Nel mentre racconta e si racconta dall’infanzia all’adolescenza da bullizzata e vissuta senza un padre, passando per gli inizi della carriera e i grandi successi. Ha gareggiato negli ultimi dieci anni ai più alti livelli internazionali, ha vinto quasi tutto quello che c’era da vincere (compresi tre campionati del mondo), tanto da essersi guadagnata il soprannome di “Regina del ghiaccio”. Il tutto accompagnato dall’immancabile galleria di foto e filmati di repertorio che riavvolgono le lancette dell’orologio a ciò che è stato per poi tornare al presente, quello che la vede prendere una decisione con la quale, senza rinnegare nulla, ha scelto di abbandonare le gare e rimettersi in gioco in un viaggio personale alla riscoperta di se stessa, del rapporto con il passato e con la natura. Come? Semplicemente ripartendo da quest’ultima, lasciandosi alle spalle le strutture artificiali, le competizioni, i cronometri, i giudici e le pressioni delle gare.
Ed è proprio in questo crocevia esistenziale che gli autori hanno deciso di intercettare la protagonista, per cogliere, come nel capitolo chiave di un romanzo di formazione, una svolta al quale segue un cambiamento importante nel percorso umano e professionale. Per lei, infatti, è arrivato il momento di prendere una nuova direzione. Con il compagno e allenatore parte per le più difficili pareti di ghiaccio e roccia del mondo, dalla The Blue Cave nella glaciale Islanda alla Odyssey nella calda Grecia, incontrando lungo il cammino altre donne che la ispireranno a progredire come atleta e come persona.
Goatelli ed Esteban scolpiscono sulla roccia il ritratto di una donna alla ricerca di nuove sfide per mettersi in discussione e superare le sue paure. My Upside Down World è la cornice che lo accoglie, con al seguito tutto il carico di emozioni che scaturiscono dalle spettacolari immagini in parete, dai panorami mozzafiato dove sono state filmate e dai cambiamenti di stato d’animo della protagonista.
Francesco Del Grosso