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Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina 2018: presentazione

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Nel ricordo di Idrissa

Con dedica a Idrissa Ouedraogo, tra i più importanti registi africani e storico protagonista della manifestazione, si apre il Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina, arrivato alla 28a edizione, che per una settimana, dal 18 al 25 marzo, porterà a Milano il cinema del mondo, delle cinematografie nazionali meno conosciute. Non solo Idrissa, cui il festival ha previsto un omaggio con la proiezione si Samba Traoré in 35mm, ci ha lasciati ma ricorrono vent’anni dalla scomparsa dell’altro genio de cinema africano, il senegalese Djibril Diop Mambéty, altro protagonista della storia di questa manifestazione.

Quest’anno il Concorso Lungometraggi Finestre sul Mondo propone 10 opere, tra documentari e fiction, tra cui il filippino The Bomb di Ralston Gonzales Jover che racconta una storia di marginalità tra la gente che vive attorno alla discarica di Manila, ambiente di degrado estremo proprio come le concerie del Cairo, dove è ambientato Poisonous Roses di Fawzi Saleh. C’è poi I Am not a Witch di Rungano Nyoni sui bambini accusati di stregoneria in Zambia e il documentario siriano Of Fathers and Sons di Talal Derki, il bengalese No Bed of Roses di Mostafa Sarwar Farooki, con la star indiana Irfan Khan. E il festival ci porterà anche a conoscere i i poeti sambador con Azougue Nazaré di Tiago Melo e le antiche tradizioni balinesi nel film indonesiano The Seen and Unseen di Kamila Andini.

Il Concorso Cortometraggi Africani propone invece il film sperimentale Hairat, della regista etiope-messicana Jessica Beshir, Imfura di Samuel Ishimwe, sulla situazione in Ruanda dopo il genocidio, l’egiziano Into Reverse di Noha Adel, tragicomica storia di una donna al volante. E per il terzo anno il FCAAAL propone il Concorso Extr’A, dedicato ai filmmaker italiani, con opere girate nei tre continenti, o che trattano il tema dell’immigrazione e dell’incontro di culture. Tra questi Vita di Marzouk di Ernesto Pagano, su un matrimonio misto che entra in crisi, Granma di Daniele Gaglianone e del nigeriano Alfie Nze, da un soggetto originale di Gianni Amelio, su un giovane musicista hip hop di Lagos, Talien di Elia Mouatamid, un road movie di ritorno in Marocco.

La sezione Flash raccoglie invece alcune opere di grande rilievo già passate a grandi festival internazionali. Sarà l’occasione di vedere un film del festivaliero Hong Sangsoo, il regista sudcoreano che sta dedicando una prolifica filmografia sul rapporto uomo-donna, il magnifico On the Beach at Night Alone, presentato alla Berlinale 2017. Da Locarno arriva invece The Wandering Soap Opera, il film di Raúl Ruiz ambientato in un Cile uscito stremato dalla dittatura di Pinochet, film che il regista aveva lasciato incompiuto e che è stato ora portato a termine dalla moglie Valeria Sarmiento. Spazio anche per le commedie dei tre contineni del festival nella sezione E tutti ridono… Mentre l’apertura del FCAAAL è affidata a Une saison en France di Mahamat Saleh Haroun, con Eriq Ebouaney e Sandrine Bonnaire, sul tema di scottante attualità dei richiedenti asilo.

Giampiero Raganelli

Riepilogo recensioni per sezione della ventottesima edizione del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina

Concorso Lungometraggi “Finestre sul Mondo”

Killing Jesus di Laura Mora

Severina di Felipe Hirsch

I Am Not a Witch di Rungano Nyoni

The Number di Khalo Matabane

Of Fathers and Sons di Talal Derki

No Bed of Roses di Mostafa Sarwar Farooki

The Seen and Unseen di Kamila Andini

Azougue Nazaré di Tiago Melo

Poisonous Roses di Ahmed Fawzi Saleh

Concorso Extr’A

Riski di Otto Reuschel

Flash

On the Beach at Night Alone di Hong Sang-soo

The Wandering Soap Opera di Raoul Ruiz e Valeria Sarmiento

Sheikh Jackson di Amr Salama

Fuori Concorso

Ibi di Andrea Segre

Liyana di Aaron e Amanda Kopp

Concorso Cortometraggi Africani

Nightshade di Shady El-Hamus

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