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Bif&st 2017, un consuntivo

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Bif&st, un festival per tutti

L’edizione «otto e mezzo» del Bif&st – così ama chiamarla il direttore Felice Laudadio – si è conclusa con il pubblico che, ancora una volta, ha dimostrato di amare molto la kermesse. Durante la conferenza stampa di chiusura del 29 aprile 2017 c’è stato l’ennesimo sintomo di questa sentita partecipazione: non solo i giornalisti, ma anche diversi spettatori, sono voluti intervenire per soddisfare curiosità, offrendo suggerimenti e “appelli” affinché la manifestazione non perda mai la propria natura. Un dato significativo è il numero degli spettatori, pure per quest’edizione 75mila, e sono proprio le persone a richiedere più luoghi a disposizione per poter replicare un film programmato solo una volta o spazi ancora più capienti per gli incontri spesso affollati.
La presidente Margarethe von Trotta nel corso della serata conclusiva ha evidenziato questo punto di forza del Bif&st affermando che, nel 2018, vorrebbe consegnare un premio al pubblico. Noi ci permettiamo di dire: il premio per i baresi e chi viene specificatamente al festival è continuare a farlo esistere, preservando questo a tu per tu con la platea. Gli stessi artisti, il più delle volte, manifestano molta disponibilità nel contatto diretto col pubblico, avendo la consapevolezza che se si è lì è grazie anche a chi segue i propri lavori.
Il Bif&st 2017 si è messo in discussione, ha tenuto duro nei momenti di incertezza dei fondi e il merito va al direttore e allo staff (nel comitato direttivo Angelo Ceglie, Enrico Magrelli, Marco Spagnoli, a cui si aggiungono tanti competenti collaboratori). Post visioni, il gradito ritorno di Panorama internazionale ha riservato delle piacevoli sorprese (basti pensare ai premi consegnati) con film che hanno già distribuzione come Tutto quello che vuoi di Francesco Bruni ad altri per cui il Bif&st è stata una vetrina come An Ordinary Man di Brad Silberling, Carole Matthieu di Louis-Julien Petit o Gold – La grande truffa di Stephen Gaghan per citarne alcuni. La stessa dinamica si è creata per la sezione Opere prime e seconde ed Eventi speciali. Il bello dei festival (pensati nel modo in cui lo è questo) è che si può creare il proprio percorso passando dal film in anteprima assoluta (che forse sarà distribuito pochissimo in sala, si sa che poi col numero limitato di copie non si raggiungono certe città e/o paesi ancor più nel Sud) al successone perso al cinema (vedi Smetto quando voglio – Masterclass) passando per un classico sul grande schermo. La retrospettiva – per il 2017 dedicata a Dino Risi e Vittorio Gassman – assolve, in tal senso, un ruolo fondamentale sia per i cinefili più accaniti che per gli spettatori del presente e tanto più del domani. Si ha sempre meno conoscenza della storia del cinema e si è perso il sapore della visione sul grande schermo, forse maggiormente per un cult. La personale aiuta i giovani a colmare le lacune legate ai grandi maestri e riporta in sala pure i nostalgici di un cinema dal sapore diverso. L’attualità ha richiamato un pubblico numeroso grazie al documentario Nove giorni al Cairo – Tortura e omicidio di Giulio Regeni. Una costante torna nelle riflessioni del direttore: «per alcuni film non ci si aspettava una risposta simile e in molti son rimasti fuori dalle proiezioni» pur impiegando dodici sale. Ben 300 eventi tra visioni di film (tra lungometraggi e documentari), masterclass, conferenze stampa (aperte al pubblico) incontri e focus su, senza dimenticare i laboratori professionali. Ci sembra molto interessante l’intenzione di non far finire questa fame di cinema e di cultura in quei giorni, esempio ne è lo sbocco del laboratorio di formazione teatrale curato dal regista Francesco Giuffré, incentrato sull’adattamento per la scena di “Delitto e castigo” di Fëdor Michajlovič Dostoevskij. L’Apulia Film Commission e il Teatro Pubblico Pugliese sosterranno lo spettacolo – diretta conseguenza del laboratorio, ma non scontata – che andrà in scena in autunno (per ora) nelle sei province pugliesi. Se non vi è stato possibile seguire in prima persona la kermesse, sappiate che Rai Movie ha ripreso le Masterclass (Andrei Konchalovsky, Alessandro Gassmann, Greta Scacchi, Pupi Avati, Carlo e Enrico Vanzina, Dario Argento, Fanny Ardant e Margarethe von Trotta, Jacques Perrin, Volker Schlöndorff) che si svolgevano la mattina nella cornice del Teatro Petruzzelli per cui avrete modo di gustarle, seppur in differita.
Non resta che darvi appuntamento alla prossima edizione per cui sono state annunciate già le prossime date: 21 – 28 aprile 2018. Laudadio è ancora nella fase delle trattative per cui non ha voluto rivelare il nome internazionale a cui sarà dedicato l’omaggio, sappiamo solo che «è vivente».
Un festival che è vissuto «come elemento identitario della comunità pugliese e italiana» – ha sottolineato il Governatore della Regione Puglia Michele Emiliano – è diventato un fiore all’occhiello per questa terra, richiamando a livello nazionale e internazionale. L’augurio è che possa proseguire su questa strada, mantenendo la genuinità di intenti e la libertà di scelte degli organizzatori, consolidando la dimensione popolare e partecipata e sempre con un occhio di riguardo verso la qualità.

Maria Lucia Tangorra

I premi del Bif&st 2017

La giuria popolare presieduta da Chiara Caselli ha decretato per Panorama internazionale:

– Miglior film: Dev Bhoomi – Land of the Gods di Goran Paskaljevic
Il viaggio in una realtà a noi lontana, in cui tradizioni secolari si scontrano con il desiderio e la necessità delle nuove generazioni femminili di avere accesso all’istruzione e alla scelta della propria vita, viene trasformato dal regista in un alto racconto cinematografico

– Miglior attore: Leonardo Sbaraglia per El otro hermano
Leonardo Sbaraglia dà vita e corpo alla complessa e originale natura malvagia del protagonista di El otro hermano

– Miglior attrice: Hera Hilmar per An Ordinary Man
A soli 28 anni Hera Hilmar tiene testa al coprotagonista Ben Kinglsey di An Ordinary Man e, lavorando per sottrazione, riesce a creare un personaggio potente e sorprendente

– Attore-rivelazione del Festival: Andrea Carpenzano per Tutto quello che vuoi
Accanto al premio ad un attore giustamente già affermato come Sbaraglia, la Giuria all’unanimità vuole segnalare il lavoro dell’esordiente Andrea Carpenzano, protagonista del bel film di Francesco Bruni Tutto quello che vuoi. Ad Andrea Carpenzano la menzione speciale come attore-rivelazione del Festival

La giuria popolare presieduta da Klaus Eder ha decretato per ItaliaFilmFest/Opere prime e seconde:

– Premio Ettore Scola per il miglior Regista ad Alessandro Aronadio, regista di Orecchie
Per l’originalità della narrazione e per aver fatto emergere attraverso il gusto del paradosso la comicità della vita quotidiana. La regia evidenzia attraverso la poesia del bianco e nero il disagio del protagonista, che accetta lo stridore della vita per viverne la bellezza

– Premio Gabriele Ferzetti miglior attore protagonista a Luca Marinelli ne Il padre d’Italia
Per aver espresso con profonda intensità e delicatezza le sfumature dell’amore

– Premio Mariangela Melato per il Cinema a Sara Serraiocco ne La ragazza del mondo
Per la sua potenza scenica e per aver rivelato il suo talento nell’ interpretare un personaggio che ha fatto dell’ inquietudine la sua forza

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