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Ravenna Nightmare Film Fest 2024: bilancio

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Premi e bilancio della ventiduesima edizione

A questo ventiduesimo appuntamento con l’amato Ravenna Nightmare Film Fest si può rimproverare soltanto una cosa: l’aver anticipato le date a metà ottobre, creando una sovrapposizione con la Festa del Cinema di Roma che ha costretto alcuni di noi, diciamo i più “stakanovisti”, a fare i salti mortali pur di presenziare ad entrambi gli eventi, A parte questo, lo smalto è il solito. Buona impressione ha destato anche il “trasloco” del festival ravennate dal Palazzo del Cinema e dei Congressi al Teatro Rasi, spazio caro a chi frequenta le attività del Teatro delle Albe, che ha creato forse una dimensione più raccolta e accogliente per pubblico e ospiti.
Sia tra i corti che tra i lungometraggi, poi, la selezione ha saputo offrire alcune chicche, che, ancor più che nelle precedenti edizioni, tendono a travalicare il concetto di “genere” assestandosi su quel “perturbante”, così caro agli organizzatori, in modo talvolta inedito o comunque destabilizzante. Sensata inoltre, specie tra i lunghi, la ripartizione dei premi: Anello d’Oro, assegnato dal pubblico, al più frizzante del lotto ovvero Vampire Zombies… From Space! del canadese Michael Stasko, mentre il Premio della Critica (Giuria composta da Federico Zampaglione, Davide Magnisi, Giona A. Nazzaro e Tania Bizzarro) è andato a un folk horror di notevole spessore, The Severed Sun del britannico Dean Puckett. Ci teniamo altresì a sottolineare che escluso da premi e menzioni è rimasto il film che noi “cineclandestini” abbiamo maggiormente amato, anche per la creatività della messa in scena, ovvero PHI 1.618 del bulgaro Teodore Ushev.

Ravenna Nightmare è però anche una serie di altri eventi, che talvolta “rubano la scena” al concorso, per la curiosità che sono in grado di suscitare: dagli appuntamenti col grande cinema del passato (ottime scelte cinefile, le riproposizioni sul grande schermo di classici come Il lungo addio di Robert Altman o Chinatown di Roman Polanski, ancor di più la riscoperta di un gioiello del muto, La stregoneria attraverso i secoli di Benjamin Christensen, musicato dal vivo dagli allievi del Conservatorio G.Verdi) fino al sempre validissimo Ottobre Giapponese, che quest’anno oltre a regalarci l’esperienza della Cerimonia del Tè e un apprezzato intermezzo musicale, ha portato in Italia un documentarista di fama mondiale come Hara Kazuo, premiato con un Anello d’Oro – Special Edition.
Riconoscimento importante anche per Federico Zampaglione, Premio Medaglia al Valore del Ravenna Nightmare 2024, che ha di fatto “ringraziato” pubblico del Teatro Rasi e organizzatori con una breve ma strepitosa performance musicale, durante la quale ha spaziato tra il blues e il repertorio dei Tiromancino, nella fattispecie un brano indimenticabile come La descrizione di un attimo. A seguire è stato riproposto, a furor di popolo, The Well, horror genuino in grado di far scorrere brividi in sala.
Altre sensazioni, “salutare disgusto” compreso, hanno colto invece gli spettatori dell’ennesima provocazione artistica di Bruce LaBruce: disturbante, dissacrante, “pasoliniano” proprio nell’accezione di Salò, il suo The Visitor non fa sconti a nessuno. Per ristabilire un po’ di armonia, però, ci piace chiudere questa rapida (e volendo anche “sapida”, termine che ben s’addice all’evento in questione) carrellata di appuntamenti festivalieri con quello del primo giorno, CINEMA E CIBO, con protagonisti lo scrittore ravennate Matteo Cavezzali e l’attore-chef Niccolò Califano: duo affiatatissimo che rivedremo presto a teatro, con la versione ampliata di un format che nel frattempo ha fatto venire l’acquolina in bocca al pubblico della kermesse romagnola, facendole inoltre riflettere (a colpi di satira e situazionismo) sul rapporto tra società e cibo, nonché su quello tra cibo e settima arte.

Il palmares

Il PREMIO ANELLO D’ORO, assegnato dal pubblico al miglior lungometraggio va a Vampire Zombies… From Space! di Michael Stasko

ll PREMIO DELLA CRITICA al miglior lungometraggio va a The Severed Sun di Dean Puckett

Per la visionaria capacità di trattare, attraverso il linguaggio del cinma horror, temi alla radice di ogni società, come l’isolamento culturale, la condizione femminile, il potere e le ossessioni religiose“.

– Davide Magnisi membro del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani SNCCI.

MENZIONE SPECIALE ✨

The Horse Tail di Justyna Luczaj

“Un’opera anticonvenzionale e visionaria che osa rimettere all’ordine del giorno i caposaldi del surrealismo polacco cinematografico iniettando in esso momenti altamente disturbanti. Dunque, un’opera contemporanea e necessaria”.

– Giona Nazzaro Direttore Artistico del Locarno Film Festival.

La Giuria studenti, DIP.BENI CULTURALI – UNIBO, nasce quest’anno, con lo scopo di dare un premio a film nuovi ed innovativi.

Per l’originalità nella reinterpretazione del tema, per l’umorismo in grado di trascendere generazioni, per le capacità inventive nell’utilizzare i pochi mezzi a disposizione, abbiamo scelto di conferire questo premio al film Vampire Zombies… From Space!

Il PREMIO MÉLIÈS D’ARGENT per il miglior cortometraggio europeo va a Playing God.

Playing God di Matteo Burani

Utilizzando in maniera sublime la tecnica in stop motion, il film racconta con geniale inventiva l’atto della creazione dell’uomo, riuscendo visivamente a farci sentire come quel pupazzo che prende vita: abbandonati al nostro destino. Grazie ad un sound design perfettamente orchestrato e angosciante, i pochi minuti del corto scorrono con una tensione crescente. Notevole anche la capacità narrativa e di scrittura che perfettamente si coniuga alla bellezza fotografica dell’immagine creata.

Menzione speciale ✨

The Cost of Flesh di Tomas Palombi

Con una scelta coraggiosa e originale, il film tiene lo spettatore “paralizzato” a osservare un metodo estremo di guarigione. Totale l’immedesimazione dello spettatore nella situazione raccontata, in uno scambio simbiotico che raramente si è visto al cinema.

Playing God di Matteo Burani si aggiudica anche il premio del pubblico, ANELLO D’ARGENTO, per il miglior cortometraggio!

Il PREMIO CINECLUB DESERTO ROSSO per il miglior cortometraggio va a You Can Go Home Whenever You Want di Matthew Paul Everitt, che ha saputo meglio coniugare cinema di genere e cinema d’autore

Per finire, Dagon di Paolo Gaudio è il cortometraggio che si aggiudica il nuovo premio VESPERTILLO per la MIGLIOR OPERA ITALIANA

Stefano Coccia

Riepilogo recensioni per sezione dalla 22esima edizione del Ravenna Nightmare Film Fest 

Concorso Internazionale Lungometraggi

Vampire Zombies… From Space! di Michael Stasko

The Severed Sun di Dean Puckett

The Horse Tail di Justyna Luczaj

PHI 1.618 di Teodore Ushev

El Santo di Juan Augustin Carbonere

Concorso Internazionale Cortometraggi

You Can Go Home Whenever You Want di Matthew Paul Everitt

Concorso Europeo Cortometraggi

Playing God di Matteo Burani

Contemporanea

The Animal Kingdom di Thomas Cailley

Nightmare Classic

La stregoneria attraverso i secoli di Benjamin Christensen

Ottobre Giapponese

Minamata Mandala di Kazuo Hara

Cineclub Deserto Rosso

Il lungo addio di Robert Altman

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