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The Well

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VOTO: 9

Tutta la profondità del Male, dal grande al piccolo schermo

Dopo la distribuzione in sala, rivelatasi troppo breve e insufficiente viste le aspettative e la conseguente, positiva accoglienza da parte degli appassionati, si percepiva in giro una gran voglia di rivedere l’ultimo film di Federico Zampaglione, The Well. Tale impressione è divenuta certezza l’autunno scorso, in Romagna, allorché all’eclettico cineasta e musicista gli organizzatori del Ravenna Nightmare 2024 hanno conferito quella Medaglia al Valore, realizzata dall’artista mosaicista Dusciana Bravura, che il festival assegna già da qualche anno a registi e registe che, con le loro opere, abbiano contribuito in modo significativo alla ricerca e alla sperimentazione narrativa, addentrandosi in nuovi e originali percorsi. Tra i premiati delle ultime edizioni, tanto per dire, gente come Liliana Cavani, Manetti Bros e Roberto De Feo. Tornando a Zampaglione, oltre a regalare al pubblico ravennate una sontuosa performance musicale il poliedrico artista ha acconsentito al fatto che al posto di Shadow, il lungometraggio inizialmente scelto per omaggiarlo, venisse proiettato sul grande schermo un altro horror: proprio l’ultimo, The Well, nonostante fosse già stato presentato al Nightmare l’anno prima. “Repetita iuvant”. E così The Well ha trovato nuovamente un pubblico disposto a seguirne con apprensione la storia, assaporando con gusto sia le atmosfere gotiche del racconto che certe sconcertanti, luciferine invenzioni visive. Alcuni già lo chiamano “il Rob Zombie italiano” (anche per il suo dividersi tra cinema e musica), altri grazie a lui parlano di possibile rinascita dell’horror italiano. Affermazioni così roboanti non ci sono proprie, ma di sicuro Zampaglione sta lasciando un’impronta personale, importante, nel panorama internazionale del cinema di genere. E in tal senso The Well è finora il suo film più maturo, più riuscito, finanche più radicale ed estremo.

Grande è stata quindi la nostra gioia, nell’apprendere che questa sua opera dal 5 dicembre sarebbe stata finalmente disponibile per l’home video in molteplici vesti: editato e distribuito da CG Entertainment, il ferocissimo The Well si è pertanto materializzato in Dvd e in un box a due dischi contenente il Blu Ray e il 4K ULTRA HD HDR10, così da permetterci di godere del film nella massima risoluzione. E sempre dal 5 dicembre gli abbonati al canale CG COLLECTION di Prime Video possono vederlo in streaming. Stesso discorso per gli iscritti alla piattaforma www.cgtv.it, che lo trovano ora incluso nel loro piano di abbonamento. Essendoci arrivato il film col suo supporto fisico, il discorso è pertanto destinato a sdoppiarsi: da un lato va analizzata la riuscita dell’opera, dall’altra le specifiche risorse di un box che, oltre all’eccellente resa visiva (e alla possibilità di scegliere la versione doppiata oppure quella originale coi sottotitoli: opzione, quest’ultima, straconsigliata), ha proprio nei contenuti extra un considerevole valore aggiunto.
Venendo quindi allo shock emotivo rappresentato da tale visione, chi già aveva amato la progressiva radicalizzazione della poetica orrorifica di Zampaglione, vedi soprattutto le cruente, sadiche e fantasiose uccisioni in Tulpa, apprezzerà ancora di più l’esito di tale percorso nel più recente The Well. Protagonista del racconto un’indomita figura femminile, (con cucito addosso quel mix di vulnerabilità, sensibilità e quasi insospettabile determinazione, che ricorda un po’ certe eroine del cinema di Dario Argento), quella Lisa Gray impersonata qui con tanta grinta da Lauren LaVera, novella “scream queen” impostasi all’attenzione dei fan come Sienna Shaw nel fortunato ciclo di Terrifier. La summenzionata Lisa Gray è una promettente restauratrice d’arte americana, incaricata dal padre di una prima, importante missione per il loro studio, ovvero riportare all’antico splendore un dipinto medievale rovinato dal divampare dalle fiamme in un piccolo borgo italiano. Lungo la strada per Sambuci, questo il nome dell’amena, storica cittadina, incrocerà prima assieme alla loro gagliarda guida italiana due giovani biologhe, sue connazionali, il cui incarico di studiare la fauna locale condurrà però la piccola squadra a una sorte inaspettatamente cruda e violenta; e poi il quantomeno apparentemente simpatico e fascinoso gestore del pub del paese, le cui occhiate però nascondono già al primo incontro qualcosa di torbido; ad attendere la protagonista nel sinistro Castello Theodoli di Sambuci (meravigliosa e azzeccatissima, la location), un’aristocratica Claudia Gerini con solitaria figlioletta a carico, interpretata da quella Linda Zampaglione che si è ritrovata quindi a lavorare “in famiglia” e per la prima volta in un horror, dopo aver dimostrato notevole personalità in corti come Il ballo o attraverso piccoli ruoli avuti in qualche lungometraggio di genere differente. L’atmosfera che si respira nel maniero è soffocante, triste, incline a generare nell’ospite, tutta presa dal restauro del dipinto, stati allucinatori e profonda inquietudine. Ma tutto ciò è niente, rispetto agli orrori che si svolgono nel frattempo in quei sotterranei, dove uno spaventoso pozzo è il catalizzatore di antiche maledizioni e di assai più recenti delitti.

In The Well un regista indubbiamente cinefilo come Zampaglione si è ritrovato a giocare, su piani diversi, coi più svariati archetipi del cinema horror. Le inquietanti apparizioni del maniero (tra cui uno spettrale doppio del padre di Lisa, interpretato con magnetismo raro dall’iconico Giovanni Lombardo Radice, qui alla sua ultima apparizione in scena) e il clima sempre più ossessivo e morboso percepito, grazie al progressivo disvelamento del quadro maledetto, in tale luogo, da un lato rimandano alla florida tradizione del “gotico” italiano dal precursore Freda a Lucio Fulci e a Pupi Avati; dall’altro possono essere paragonabili, nel panorama contemporaneo, giusto ad alcune felici intuizioni di Lorenzo Bianchini, al cui claustrofobico Occhi (2010) Zampaglione pare tendere idealmente la mano; ma nelle scene di puro sadismo nel sottosuolo, laddove il pozzo stesso è simulacro di non poco conto, per via di lunga storia che va da Edgar Allan Poe in letteratura a The Ring di Nakata Hideo, il torture porn più sregolato la fa da padrone. Vi riesce però non alla “nuova maniera”, delegando cioè in gran parte al digitale una mostruosità divenuta nei film dell’orrore contemporanei sempre più prevedibile, finta, artefatta, ma con un’attenzione ai trucchi prostetici, all’artigianalità della messa in scena, che ha poi trovato nell’esperienza e nella vena creativa del Maestro cui Zampaglione ha affidato gli effetti speciali, Carlo Diamantini, un controcanto estremo e raccapricciante.
Tra il proliferare di mostruose creature ed enigmi da risolvere, vorremmo però sottolineare un aspetto che è stato forse poco dibattuto, indagato: ovvero la scelta alquanto singolare di vittime designate ed eroina di turno, scelta che finisce per creare una sorta di alterità, nell’ordito narrativo di The Well, rispetto a produzioni cinematografiche più o meno simili. Rispetto cioè ai giovanotti “caciaroni” e storditi dall’alcol, certe volte francamente impresentabili, che abbondano negli slasher movies d’oltreoceano, abbiamo qui tra i bersagli del Male una giovane restauratrice ed intenditrice d’arte, due scrupolose ricercatrici scientifiche e un ragazzo del posto che fa loro da guida e parla fluentemente inglese, tutti destinati ad affrontare un orrore atavico, legato a personaggi che hanno conservato segreto e intatto il loro potere nei secoli. Può essere esagerato intravvedervi, in filigrana, la dolorosa stimmate di un horror politico, riferito magari alla devastata realtà sociale italiana? Forse. Però l’originale e machiavellico epilogo che Zampaglione ha scelto, per questo suo crudo, spietato racconto cinematografico, qualche dubbio a riguardo ce lo lascia pure…

Pochi dubbi invece sulla riuscita del film, però qui a certificarlo non siamo solo noialtri, bensì alcuni “veterani” del genere tra cui Luigi Cozzi, Sergio Stivaletti, Lamberto Bava e Antonio Tentori, chiamati a testimoniare il loro sguardo su The Well e sul percorso artistico di Zampaglione, in uno dei più sfiziosi contenuti extra del blu ray da noi attentamente visionato. Non meno esaltanti però sono i frammenti del backstage, con annessa intervista al regista, in cui viene illustrato come sono state realizzate alcune delle scene più impegnative, sanguinose e ricche d’inventiva. Qui la maestria di Carlo Diamantini esce fuori in tutto il suo fosco splendore, al pari di un make-up che per alcuni personaggi in particolare ha richiesto tanto, tanto lavoro.
Spigliate e ricche di aneddoti interessanti tutte le altre interviste, ossia quelle realizzate su un set decisamente internazionale ad alcuni degli interpreti venuti direttamente dagli Stati Uniti, in particolare la simpaticissima Taylor Zaudtke e una Lauren LaVera  piena di sorprese; tra le quali spicca poi quel “legame sentimentale” con l’Italia, che ha senz’altro oliato la sua partecipazione, così intensa, entusiastica, generosa, alle riprese di The Well!

Stefano Coccia

The Well
Regia: Federico Zampaglione
Cast: Lauren LaVera, Claudia Gerini
Durata: 91 min.
Extra: backstage, intervista a Federico Zamapaglione,
interviste ai protagonisti, Speciale: I maestri italiani dell’horror
Trailer Edizione: CG Entertainment

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