Un imperdibile rendez-vous
Anche quest’anno la nostra rivista rinnova la partnership con Le Giornate del Cinema Quebecchese in Italia, rassegna giunta alla diciannovesima edizione, prevista dal 24 al 31 marzo 2022.
Uno sguardo attento nei confronti di una cinematografia ben localizzata geograficamente ma capace di parlare un linguaggio universale grazie alla ricchezza di temi e contenuti. Ancora una volta confermati da una selezione di opere assolutamente di valore, composta da cinque lungometraggi – di cui due in anteprima italiana – e ben diciannove opere sulla distanza breve.
Filo conduttore, per molte delle opere in palinsesto, la memoria. L’importanza delle radici per comprendere al meglio la propria identità e scrivere pagine importanti di futuro. Spiccano allora il pluripremiato documentario, prima anteprima italiana, Je m’appelle humain di Kim O’Bomsawin: un’incursione dentro alla storia di un popolo millenario, la lotta contro la scomparsa di una lingua, di una cultura e delle sue tradizioni, accompagnati per mano dalla poetessa Innu, Joséphine Bacon, una donna libera che ha dedicato la vita a trasmettere il suo sapere e quello dei suoi antenati.
Seconda anteprima italiana è l’opera di finzione Bootlegger, opera prima dell’artista multimediale Caroline Monnet, già autrice di notevoli cortometraggi. Razzismo e legalizzazione di bevande alcoliche accompagnano il tormentato ritorno a casa di una giovane nativa del Quebec settentrionale. Un’opera di grande respiro ed impatto emotivo.
In programma anche il film candidato agli Oscar 2022 per il Canada, Les oiseaux ivres di Ivan Grbovic, già premiato come miglior film al Noir In Festival 2021 di Milano. Ambientato nella verde campagna del Québec, il film racconta la storia di un lavoratore stagionale messicano, Willy (interpretato da Jorge Antonio Guerrero, attore rivelazione in Roma di Alfonso Cuarón), e della famiglia che lo assume in Québec, accogliente ma minata da conflitti interiori.
Un’altra opera prima, Le bruit des moteurs di Philippe Grégoire, si rivela film sorprendente e per molti versi coraggioso. Presentato all’ultimo Torino Film Festival, il film racconta di Alexandre, un istruttore doganale del Québec ed esperto di armi da fuoco, che sospeso dal servizio per rapporti sessuali inappropriati, ritorna nella sua città natale, Montréal. Un lungometraggio audace, ironico e capace di non prendersi troppo sul serio.
Conclude la prestigiosa lista il nuovo film d’animazione di Félix Dufour-Laperrière, Archipel, presentato in anteprima al Rotterdam International Film Festival e passato anche all’ultimo Future Film Festival di Bologna. Due voci, una donna (Florence Blain Mbaye) e un uomo (Mattis Savard-Verhoeven) ci guidano in un’avventura attraverso un viaggio poetico lungo il fiume San Lorenzo, con le sue migliaia di isole, reali e immaginate, raccontando e sognando un territorio e i suoi abitanti, il Québec, la patria del regista. Perfettamente in tema, dunque, con lo spirito della rassegna.
A chiudere il programma ben diciannove cortometraggi, molti dei quali hanno fatto incetta di premi nei festival specializzati. Un palinsesto dove, ne siamo sicuri, si annideranno come per la scorsa edizione opere con le carte in regola per rivelarsi lietissime sorprese.
Non resta che augurare ai lettori buone visioni, in presenza a Milano, Bologna ed Avellino (tutte le info a questo link: https://cinemaquebecitalia.com/it/in-sala-2022/) ed in streaming su MyMovies. E buona lettura per gli articoli sulle nostre pagine.
La Redazione
Riepilogo recensioni dalla 19° edizione delle Giornate del Cinema Quebecchese in Italia
Lungometraggi
Archipel di Félix Dufour-Laperrière
Bootlegger di Caroline Monnet
Le bruit des moteurs di Philippe Grégoire
Je m’appelle humain di Kim O’Bomsawin
Les oiseaux ivres di Ivan Grbovic
Cortometraggi
Monsieur Cachemire di Iouri Philippe Paille
La grogne di Alisi Telengut
Landgraves di Jean-François Leblanc