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Anatar

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VOTO: 7

Anatre alla riscossa

Di recente abbiamo avuto modo di elogiare la demenzialità e la vena satirica di Avanzers – Italian Superheroes, spericolato mockbuster nostrano realizzato sulla scia dei popolarissimi Avengers. Ma tale operazione, cui guardiamo con estrema simpatia, era partita da tempo: già a dicembre ci si era molto divertiti all’anteprima di Anatar, altra scanzonata parodia partorita dalla factory di Salvatore Scarico, produttore cinematografico che parafrasando Hollywood si appresta a costruire, con tanto humour, un proprio “multiverso”. Non deve stupire quindi che anche in alcune scene di Avanzers – Italian Superheroes facessero poi capolino i personaggi di Anatar. Un piccolo cameo, per quei curiosi pennuti antropomorfi chiamati ovviamente a scimmiottare le creature aliene (nonché la controparte terrestre) dell’arcinoto Avatar.

Peccato che, forse proprio per gli ostacoli posti dalle grandi catene di distribuzione, un film come Anatar non sia infine uscito in sala a Natale, come previsto inizialmente. Avrebbe creato un bel contrappunto ironico col contemporaneo lancio del sequel di cotanto prototipo, ovvero il fortunato Avatar 2 – La via dell’acqua. Essere costretti a rimandare tutto di qualche settimana non ha certo giovato alla permanenza in sala dell’autarchico lungometraggio italiano. Il quale, però, si sta ora prendendo la sua rivincita su piattaforme come Amazon Prime, dove potrebbe diventare un piccolo cult. L’invito pertanto è a recuperarlo là, pregustando tante risate come pure il frastornante impatto di un casareccio, spensierato “sense of wonder“.

Girato negli idilliaci ambienti del Parco del Cilento, arricchito da inquadrature in CG delle astronavi sufficientemente plausibili, Anatar di “Alan Smithee” (ancora misteriose per noi le ragioni per cui il regista abbia in seguito disconosciuto l’opera), non si limita a fare il verso in modo anche piuttosto spiazzante al capolavoro di James Cameron, ma si diverte a triturare altre saghe e differenti forme dell’immaginario cinematografico, con toni estremamente picareschi, divertiti. Se gli abitanti di Anat in esilio parlano come Paperino ma sembrano ricalcare le figure così iconiche di Star Wars, ciò che troveranno sul pianeta Pandoro (tragicomicamente affine alla Terra) è nella messa in scena quasi la parafrasi delle nostre più gloriose commedie di ambientazione medievale o rinascimentale, da Non ci resta che piangere a L’armata Brancaleone e ad Attila flagello di Dio. Molto liberi e scazonati gli autori, ancor più partecipe dell’avventura, divertito il cast, al cui interno già si era dato da fare quel peperino di Davide Marotta, che avrebbe poi trovato gloria anche nel successivo Avanzers – Italian Superheroes. Ma la vera star qui è senz’altro Azzurra Rocchi, giovane e bravissima attrice già ammirata in precedenza sia al cinema che a teatro, capace nella circostanza di far emergere in modo adorabile e quasi toccante il personaggio di Avia; ossia la coraggiosa principessa giunta sul pianeta travestita, o per meglio dire, parzialmente trasfomata in umano, alla quale non riesce sempre l’impresa di celare o almeno contenere quella gestualità e quelle abitudini tradizionalmente associate ai volatili, nella fattispecie le anatre, la cui resa in scena risulta a tratti irresistibile.

Stefano Coccia

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