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Spring Roll Dreams

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VOTO: 7,5

Sapori di casa nostra

Riassaporare il cibo che ha accompagnato la nostra infanzia può riportarci indietro nel tempo con la mente e con il cuore, ma anche riconnetterci con i nostri cari e le nostre origini. Questo è il suo potere e il suo dono. Ce lo ricorda ed è ciò di cui parla Spring Roll Dreams, il cortometraggio d’animazione scritto da Chloe White e diretto da Mai Vu che il pubblico del Saturnia Film Festival ha potuto apprezzare nel corso della sesta edizione, laddove la pellicola della regista e disegnatrice vietnamita è approdata dopo un fortunato percorso iniziato a Cannes 2022 nella sezione “Cinéfondation”, la vetrina competitiva che la kermesse francese dedica alle opere prodotte dalle scuole di cinema di tutto il mondo. Nel caso della cineasta di Saigon si tratta della National Film & Television School di Beaconsfield, in Inghilterra, dove ha frequentato un Master for Arts in Regia d’animazione.
Proprio durante il periodo di formazione, nelle aule della prestigiosa scuola britannica, è nato e ha preso vita il corto della Vu, che con Spring Roll Dreams ha proseguito la sua carriera di regista raccontando storie che affrontano tematiche universali ma da una prospettiva orientale. Qui ci porta al seguito di Linh, una madre vietnamita che è riuscita, con successo, a crearsi una vita per lei e per suo figlio in America. Quando però il padre le fa visita dalla loro terra natia, insistendo a cucinare un piatto tradizionale del loro paese, Linh è costretta a confrontarsi con il suo passato e con la cultura che ha lasciato dietro di sé: domandandosi come questo si relaziona con la nuova vita della sua famiglia.
Plot e drammaturgia ruotano e si sviluppano intorno al suddetto interrogativo, che troverà una risposta al termine dei nove minuti di un’opera che affronta con poesia e delicatezza il tema della conservazione e del recupero, laddove siano state smarrite come in questo caso, delle radici culturali tra le nuove generazioni di immigrati. Il messaggio che c’è dietro e che alimenta il racconto è fin troppo chiaro e resta centrale per l’intera durata della timeline, con i frame diventano le pagine ove l’autrice ne ribadisce l’importanza. Quello che mette in quadro la Vu avvalendosi dell’animazione in stop-motion mediante pupazzi di cartapesta e silicone è un pacifico scambio di idee tra le parti, con i piatti tipici del Paese natale che simboleggiano un ponte che unisce le tre generazioni coinvolte. Spring Roll Dreams mostra come questo ponte si sia rinsaldato, con il cibo che ancora una volta ha permesso di unire sponde che sembravano troppo distanti, azzerando di fatto distanze che apparivano incolmabili. Un tema molto caro e ricorrente tra le cinematografie orientali, che qui viene ulteriormente ribadito.

Francesco Del Grosso

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