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Avanzers – Italian Superheroes

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VOTO: 7,5

L’Italia s’è desta

Eroi per caso. E se il più scalcinato, raccogliticcio manipolo di supereroi mai incaricato di salvare la Terra, roba da far apparire perfettamente “integrati” persino i reietti di Suicide Squad, non solo proviene dall’Italia ma del Belpaese esibisce orgogliosamente pregi e – soprattutto – difetti, allora il divertimento è assicurato.
Prosegue insomma con lo scanzonato, irriverente Avanzers – Italian Superheroes l’articolato piano produttivo di Salvatore Scarico e del suo team di creativi, che già col precedente Anatar (surreale, picaresca parodia di Avatar, con buffi palmipedi antropomorfi al posto delle creature aliene dell’originale) aveva lanciato il guanto della sfida, prefigurando un intero ciclo di mockbuster “all’italiana” coi quali fare il verso ai faraonici cinecomic d’oltreocano.

Dalla Vedova Nera si passa qui alla Vedova Allegra. Da Nick Fury a Nicola Furia. Da Tony Stark al quasi altrettanto ricco (ma non altrettanto ingegnoso) Tonis Terco. Ma il vero capolavoro, a livello di onomastica, è stato compiuto con il “villain” di turno: si va cioè dall’archetipico distruttore di mondi Thanos al suo omologo Gaetanos, che però ai terrestri vorrebbe sottrarre una gemma molto, molto particolare ed esclusiva. La Gemma del Made in Italy!
Si profila così uno scontro non tra i soliti supereroi americani e gli immancabili invasori alieni, ma tra questi ultimi – in versione decisamente più carnascialesca – e improbabili supereroi italiani, la cui squadra contempla anche Janare “fashion”, malconci uomini blatta, ultrà della Roma ed efferati malavitosi stile Gomorra – La serie. Sebbene, a dirla tutta, la stessa Casa Bianca aspiri a un ruolo da protagonista, tramite un Maurizio Mattioli irresistibile come sempre che qui veste i panni di quel “casareccio” Presidente degli Stati Uniti, la cui unica preoccupazione – espressa in un romanaccio deliziosamente fuori contesto – sembrerebbe allearsi con gli alieni per avere poi in cambio il Colosseo e farselo recapitare direttamente a Washington.

Insomma, da questa sregolata parodia degli Avengers (il cui citazionismo però spazia un po’ ovunque, arrivando persino a The Toxic Avenger della Troma) ci si può aspettare letteralmente di tutto. E infatti a strappare sorrisi sono non soltanto le simpatiche macchiette, schierate al posto dei personaggi della Marvel o di altre importanti saghe, ma i continui sfottò rivolti all’immaginario pop, al folklore e allo stesso malcostume italico, identificato alla bisogna in risibili casi di corruzione come pure nel pressapochismo diffuso. Non sorprende quindi più di tanto che il regolamento di conti tra alieni e terrestri, anzi, italiani, sia affidato a un’iperbolica partita di calcio. Né stonano, nella telecronaca della stessa, le spassose imitazioni di personaggi dello spettacolo, del giornalismo sportivo e della politica, compreso un Silvio Berlusconi che durante la produzione del film era ancora in vita ma che qui pare affacciarsi, volendo anche simpaticamente, dall’aldilà.

Se il giovane regista Cosimo Bosco e i suoi collaboratori tecnici sono stati bravi a cesellare autarchicamente il prodotto (a partire da costumi ed effettistica, a dir poco fondamentali) conferendo così un gran ritmo a questa folle, ridanciana sarabanda, non meno valido e divertito si è rivelato l’apporto di un cast che ha raccolto amorevolmente la sfida. Del buon Mattioli abbiamo già detto, note di merito anche per l’avvenente, bravissima Francesca Ceci, perfettamente a suo agio nei panni – e persino nelle pose – del personaggio che fa il verso alla celebre Vedova Nera; come pure per il napoletano Davide Marotta (aggregato nella circostanza ad iconici per quanto sgangherati “Contrabbandieri della Galassia”), talento “tascabile” che di buon cinema ne ha fatto tanto ma che resta anche legato, nei nostri ricordi d’infanzia, all’arcinota pubblicità scandita dal motto “Ciribiribì… Kodak!”.

Stefano Coccia

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