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Anna Frank e il diario segreto

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VOTO: 8.5

Cara Kitty….

Il Diario di Anna Frank non avrebbe bisogno di presentazioni, dato che si tratta di uno dei libri più conosciuti e letti della storia della letteratura mondiale. Non a caso, l’UNESCO nel 2009 lo ha inserito nell’Elenco delle Memorie del mondo e dei suoi contenuti, del periodo in cui è stato scritto, della sua genesi, della sua composizione e della sua giovane autrice, ormai sappiamo praticamente tutto. La portata e la potenza che scaturisce delle parole delle quali le celebri pagine che le accolgono si sono fatte veicolo nei decenni successivi alla sua prima pubblicazione avvenuta nel 1947, sono note a tutti e sono state più volte oggetto di riduzioni e/o adattamenti a partire dal 1955, per il teatro, la televisione e il cinema, compreso quello di animazione, alla quale appartiene l’ultima di queste trasposizioni in ordine cronologico, ossia Anna Frank e il diario segreto.
Di precedenti animati dunque ce ne sono nella produzione per il piccolo e grande schermo, tra cui figura Anne no nikki del giapponese Akinori Nagaoka, ma il più delle volte la fedeltà più o meno totale alla matrice originale ha fatto da linea guida narrativa e drammaturgica, come è anche giusto che sia, all’adattamento di turno. Ecco allora che la pellicola firmata da Ari Folman, per la quale ci sono voluti otto lunghi anni di lavorazione, acquista una sua particolare ragione d’essere per le scelte che il pluridecorato regista israeliano, autore di perle come Valzer con Bashir e The Congress, ha deciso di prendere a monte prima di accettare la proposta di realizzare un film da parte dalla Fondazione Anna Frank di Basilea.
Tra le condizioni avanzate da Folman c’era in primis quella di potere in qualche modo “tradire” il manoscritto, non alterando o manipolando i fatti, ma potendoli rileggere in una chiave favolistica, colorata e al contempo dark. Due tinte che il cineasta di Haifa ha saputo mescolare sulla tavolozza e fare coesistere sulla tela dello schermo in maniera egregia in un film che racconta l’odissea di Anna, della sua famiglia e del suo popolo, sino alla morte avvenuta nel 1945 nel campo di concentramento di Bergen-Belsen. E il tutto attraverso un punto di vista e una concatenazione degli eventi inediti, che conferiscono all’opera in questione un approccio alla materia diverso, che consente allo spettatore di avvicinarsi alla vicenda di Anna da una prospettiva ancora non esplorata e utilizzata. Il ché fa di Anna Frank e il diario segreto un progetto differente dai precedenti dedicati alla celebre protagonista e al suo prezioso manoscritto, attualmente conservato nell’Istituto nazionale degli archivi sulla Seconda Guerra Mondiale di Amsterdam, città che ovviamente farà da cornice tra passato e presente al racconto al centro del film.
Presentato fuori concorso e accolto con dieci minuti di ovazione al 74° Festival di Cannes, applaudito dai ragazzi di Alice nella Città alla Festa del Cinema di Roma 2021, il film di Folman, nelle sale nostrane a partire dal 29 settembre con Lucky Red, si basa su un’idea di partenza molto forte, ossia quella di passare il testimone della protagonista e della narratrice principale a Kitty, l’amica immaginaria di Anna alla quale l’autrice si rivolge nel Diario. Una vera novità che consente alla vicenda di essere mostrata da un’angolazione diversa, con la suddetta figura immaginifica che per l’occasione diventa una persona reale, alla quale il regista israeliano, tra l’altro figlio di genitori ebrei polacchi sopravvissuti al campo di concentramento di Auschwitz dove era stata deportata nello stesso periodo la Frank, affidandole il compito di intraprendere una ricerca per scoprire cosa sia successo alla sua amici dopo la fine della guerra, come sia morta e cosa le sia successo. Svegliatasi 75 anni dopo gli eventi nella casa museo di Amsterdam, Kitty, “armata” del prezioso Diario e aiutata dal suo amico Peter, che gestisce un centro di accoglienza segreto per rifugiati clandestini, la ragazza segue le tracce di Anna. Sconcertata da un mondo lacerato e dalle ingiustizie sopportate dai bambini rifugiati, Kitty decide di realizzare l’intento di Anna e, grazie alla sua onestà e al suo senso morale, lancia un messaggio di speranza e di generosità indirizzato alle generazioni future.
In Anna Frank e il diario segreto si ritrovano i geni del dramma storico e del romanzo di formazione, ma anche i caratteri chiave di una favola adatta ai grandi e ai piccini in grado di fare riflettere e sensibilizzare. Intrecciando piani temporali di ieri e di oggi, realtà e immaginazione, la scrittura di Folman riavvolge il nastro sino alla clandestinità e agli ultimi sette mesi di vita di Anna, restituendone l’eco e la memoria nell’oggi, ma senza in nessun modo, dimostrando umiltà e una grande onestà intellettuale, creare parallelismi tra ciò che hanno vissuti i bambini durante l’Olocausto e quello che vivono ora quelli rifugiati. Chi vedendo il film ha trovato questo, allora ha letto male, perché la pellicola va in tutt’altra direzione.
Affiancato dalla disegnatrice Lena Guberman, Ari Folman porta a termine un’opera tecnicamente molto complessa, che si è avvalsa del contributo di oltre 140 animatori di tutto il mondo, costretti a lavorare in piena pandemia in remoto partendo da modellini di ambienti bidimensionali poi ricostruiti tridimensionalmente alla pari dei personaggi che li popolano. Nonostante le difficoltà incontrate lungo il percorso, l’esito è davvero straordinario e visivamente impattante sia sul versante qualitativo che emotivo. Del resto c’era da aspettarselo da un autore della sua portata che prossimamente si misurerà con attori in carne ed ossa nella trasposizione di un romanzo di uno scrittore ucraino dal titolo La morte e il pinguino. La curiosità di vedere Folman alle prese con un live action è fortissima, ma per il momento possiamo e dobbiamo goderci questa sua ennesima straordinaria creazione animata, che accarezza e al contempo trafigge il cuore, regalando alla platea emozioni cangianti, momenti di dolore, felicità, lirismo e poesia, di diversa intensità.

Francesco Del Grosso

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