Del’amore e di altri insetti. Sulla “strada” cercando Tea
Metti una sera senza cena, consegnare la busta alla svampita Tea, tra un cocktail ogni sei anni e una miracolosa lozione per capelli, passando per i fuochi d’artificio di messere “Stellini”…
Notturno psichedelico e romantico. Per la sezione Panorama Italiano del folto e sempre curioso programma di Alice nella Città, vero e proprio festival collaterale alla Festa del Cinema di Roma 2017, una commedia che tra i toni dell’Albero Azzurro e i “colori” della “strada” felliniani, trova il suo compromesso di realismo magico tra illusionismi e sentimenti entomologici, Metti una notte, con una esuberante Amanda Lear nei panni della nonna viveur.
Avventure strampalate e citazionistiche per un colorato sventurato ma allegro gruppo on the road, con bambina, nonna e pallavolista traduttrice, figlia di rossa e di russatore, al seguito. Perché se le sanguisughe possono parlare, gli uomini possono amarsi, anche di corsa, quando le parole non stanno al passo.
Dopo un brusco cambiamento nella sua vita di (ex) coppia, il gentile e raffinato Martino torna in Italia dalla Svizzera e va in visita allo zio, ricco studioso discendente di una generazione prolifica di scienziati. Imbracciando la gialla auto sportiva di famiglia Martino si ritrova a far da baby sitter ad una educata vispissima ragazzina borghese figlia di amici e a dover aiutare una fantomatica (forse) vecchia compagna di elementari a liberarsi da una losca quanto intrugliata situazione economico-malavitosa.
Qui entra in gioco il circo del giovane autore e attore Cosimo Messeri. Figlio d’arte come nella migliore tradizione tricolore, Cosimo, trentaduenne msurato e istrionico, già assistente alla regia con Nanni Moretti e Carlo Mazzacurati e autore di cortometraggi, con la sua opera prima impasta studi, idee, coscienza e inconscio, desideri e immaginari, immergendo i suoi protagonisti tra gag slapstick e comicità, in un galleggiante e naif tuttavia mai posticcio cosmo, tra turbamenti ultra-reali felliniani e iper realistiche macchiette da commedia dell’Arte, nonne gaudenti cadute da Monte Mario come alieni su una terra fatta di strani insetti che non sanno comunicare, partite a scarabeo (ovviamente), evanescenti supermercati h24, maghi nani mogli infedeli conigli telepatici.
Applicando una miracolosa lozione per capelli senza (quasi) speranza, Messeri si lascia ad un film dalle molteplici tonalità, partita divertita tra adulti che possono sentirsi bambini e bambini che posso scoprire l’assurda meraviglia del mondo. Metti una notte…
Sarah Panatta