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L’Agenzia dei Bugiardi

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VOTO: 4.5

Dalla Francia sui nostri schermi

Capita spesso, da qualche anno a questa parte, che in Italia si decida di girare remake di lungometraggi che soltanto poco tempo prima hanno avuto grande successo all’estero. Tale operazione si è rivelata particolarmente indovinata quando Luca Miniero, nel 2010, ha girato l’ormai cult Benvenuti al Sud, rivisitazione nostrana del francese Giù al Nord (diretto nel 2008 da Dany Boon). Da quel momento in avanti, sono stati parecchi i prodotti che hanno preso vita ispirandosi a recenti lavori esteri. A tal proposito, le nazioni alle quali le major nostrane si ispirano maggiormente sono la Francia, la Spagna e l’Argentina. Basti pensare che soltanto poche settimane fa è uscito in sala il thriller Il testimone invisibile, rivisitazione da parte di Stefano Mordini del lungometraggio spagnolo Contratiempo. Se, tuttavia, sono stati per primi i francesi a fornirci interessanti spunti, sono, ancora oggi, proprio questi ultimi, a quanto pare, a rivelarsi la nostra prima fonte di ispirazione. È così, dunque, che ha preso vita anche il nostrano L’Agenzia dei Bugiardi, remake del lungometraggio d’Oltralpe Alibi.com (diretto da Philippe Lacheau nel 2017), la cui regia è stata affidata a quel Volfango De Biasi, che, tuttavia, fin troppo spesso ha fatto storcere il naso a pubblico e critica. Ma andiamo per gradi.

Prendendo spunto proprio dal lavoro di Lacheau, L’Agenzia dei Bugiardi mette in scena le bizzarre avventure di Fred, Diego e Paolo, titolari di una singolare agenzia che si occupa di fornire alibi ai propri clienti che non se la sentono di dire la verità a famigliari o datori di lavoro. Tutto sembra andare per il meglio finché Fred non si innamora della bella Clio, la quale sembra essere in tutto e per tutto la donna della sua vita, ma che ritiene la sincerità il valore più importante che ci sia. Oltre a nasconderle la propria professione, dunque, Fred dovrà anche tenere celato il fatto che proprio suo padre è uno dei suoi clienti.
Al di là dei numerosi remake prodotti, bisogna riconoscere una cosa: negli ultimi tempi l’Italia e la Francia hanno visto la realizzazione di uno spropositato numero di commedie, le quali, spesso e volentieri, malgrado spunti iniziali potenzialmente interessanti e d’effetto, sembrano irrimediabilmente finire per somigliarsi tutte tra loro. Indipendentemente dai dettami produttivi di ogni singola nazione. Se, dunque, già di per sé Alibi.com non si era distinto come un lavoro destinato a restare impresso nell’immaginario collettivo per molto tempo dopo la sua permanenza in sala, ancor più debole risulta il nostro L’Agenzia dei Bugiardi, dove a trovate banali e fortemente prevedibili, si alternano gag eccessivamente deboli, personaggi fin troppo caricati (al punto da risultare quasi poco credibili) e, non per ultima, una regia che tanto, troppo sembra aspirare a un tocco “internazionale”, ma che finisce inesorabilmente per risultare sin troppo piatta. In poche parole, questo ultimo lavoro di Volfango De Biasi, malgrado le buone intenzioni iniziali, altro non fa che rivelare una pericolosa mancanza di idee da parte delle case di produzione nostrane, oltre all’incapacità di migliorare un tipo di cinema già di per sé mediocre. E pensare che, un tempo, era proprio l’Italia a fare scuola in tutto il mondo!

Marina Pavido

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