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Maria Regina di Scozia

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VOTO: 9

Quando il potere è donna: incontro/scontro tra Regine

Il kolossal distribuito dalla Universal è un piccolo gioiello. Mary Queen of Scots, diretto da Josie Rourke, celebre regista teatrale e direttrice del teatro londinese Donmar Warehouse, qui al suo debutto nella regia cinematografica, e scritto dallo showrunner di House of Cards Beau Willimon, unisce la potenza immaginifica della fotografia a quella narrativa di una storia senza tempo. Senza tempo, perché il film si focalizza non tanto sui ben noti dati storici quanto sull’analisi della personalità di Maria e sui suoi rapporti con la corona, la Corte, gli uomini e la sua diretta rivale, Elisabetta.

Tratto dalla biografia di John Guy “Queen of Scots: the true life of Mary Stuart“, il film ha l’ambizione di raccontare la vera storia di Maria, regina degli scozzesi e non di Scozia, in contraltare con sua cugina Elisabetta, regina d’Inghilterra, e lo fa rivisitando la storia e mostrando il diverso modo di essere regine e donne delle due protagoniste, unite e divise da un sentimento che è allo stesso tempo di rispetto e gelosia. Laddove Elisabetta, per mantenere il trono, rinuncerà a sposarsi e ad avere un figlio, diventando così la Regina Vergine, e trasformandosi politicamente in un uomo, Maria si lascerà guidare dal cuore sposando in seconde nozze lord Darnley e generando un erede che, alla morte di entrambe, unificherà i due regni diventando Giacomo I Stuart, re d’Inghilterra e Scozia. Ma sarà l’inizio della sua fine: l’ambizione a diventare re del nobile marito omosessuale, il suo assassinio prematuro e gli intrighi di corte che la costringeranno a un nuovo, non voluto, matrimonio, la porteranno a perdere il favore dei suoi scozzesi e alla resa. La regista, con sensibilità femminile e uno sguardo al teatro, descrive forza e debolezza della donna al potere in un mondo maschilista ed allo stesso tempo una sorellanza tra due regine cugine e rivali ostacolata proprio dagli intrighi di corte e da uomini ambiziosi.
Il film inizia dove la storia finisce: Maria viene portata a morte, dopo anni di prigionia, condannata dalla stessa Elisabetta. Da qui prende vita, in un lunghissimo flashback, un racconto romanzato ed appassionante che, a dispetto della durata (125 minuti), tiene alta l’attenzione dello spettatore fin all’ultimo fotogramma. Merito della regia, che unisce grandiose visioni d’insieme a delicate introspezioni; merito di una sceneggiatura intrigante e scorrevole; merito delle due bravissime protagoniste, Saoirse Ronan e Margot Robbie, che interpretano splendidamente Mary ed Elizabeth, e di un cast di tutto rispetto, tra cui un irriconoscibile David Tennant, noto ai più come il decimo Doctor Who, qui nei panni di un eccezionale John Knox, leader della riforma Protestante in Scozia e nemico di Maria Stuarda, colpevole di essere donna e per di più cattolica.

Il giudizio è dunque assolutamente positivo: un maestoso romanzo storico, che se pure si prende qualche libertà narrativa, come ad esempio l’appassionante ma non documentato incontro segreto tra le due regine o il monologo finale di Elisabetta che mostra il suo rispetto per la cugina condottiera, ma anche l’invidia per la sua bellezza, il suo coraggio e la sua maternità, ha il pregio di mostrare la storia da un punto di vista femminile ed anticonvenzionale.

Michela Aloisi

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