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Intervista a Ms. Vani Rao

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L’Ambasciatrice dell’India in Italia ci ha raccontato la genesi dell’Indian Film Festival

Oggi, venerdì 7 febbraio 2025, è una data destinata a rimanere impressa, nei cinefili della capitale e in tutti coloro che apprezzano la cultura indiana. Con la proiezione del lungometraggio di S.S Rajamouli datato 2022, RRR (Rise Roar Revolt), che tanto successo ha avuto anche all’estero, avrà inizio a Roma presso la sala dell’Anica (ore 18.00) la prima edizione dell’Indian Film Festival.
Altre chicche sono in programma nei giorni successivi: Gangubai Kathiawadi (La regina di Mumbai, 2022) di Sanjay Leela Bhansali sabato 8 febbraio; Soorai Pottru (2020)di Sudha Kongara domenica 9 febbraio; Vikram (2022) di Lokesh Kanagaraj lunedì 10 febbraio; Kantara (2022) di Rishab Shetty martedì 11 febbraio.
Per saperne di più sui contenuti e sulla genesi della rassegna abbiamo voluto contattare l’Ambasciatrice dell’India in Italia, Ms. Vani Rao, che ci ha concesso l’onore di quest’esclusiva intervista, condividendo con noi preziose informazioni sia su come è stato strutturato il festival, sia sulle formule cui sta lavorando attualmente l’ambasciata per promuovere la cultura indiana (cinematografica e non) nel nostro paese.

D: L’industria cinematografica indiana è una delle più sviluppate del pianeta, ma la sua presenza in Italia è ancora limitata. A cosa si deve, secondo la sua opinione, questa significativa lacuna?
Ms. Vani Rao: L’India ospita una delle più grandi industrie cinematografiche del mondo, con film prodotti sin dai primi anni del XIX secolo. A partire dai film muti, oggi realizziamo film in diverse lingue, con una ricca varietà di temi, generi e storie.
Negli ultimi anni, sia i film mainstream che quelli indipendenti stanno guadagnando popolarità a livello globale. La comunità indiana all’estero ha svolto un ruolo importante nel portare il cinema nelle sale di paesi stranieri. Questo fenomeno è particolarmente evidente in nazioni con una numerosa comunità indiana, come gli Stati Uniti e l’Australia, o in aree con legami storici e culturali con l’India, come il Sud-Est asiatico. Tanto che oggi molti film vengono rilasciati all’estero nello stesso momento in cui escono in India.
La lingua è probabilmente una barriera che spiega la proiezione sporadica di film indiani nelle sale italiane. Tuttavia, con l’aumento delle piattaforme di streaming, ho potuto constatare che diversi italiani guardano regolarmente film indiani su Netflix e altri canali. Ho saputo che fino a qualche anno fa, la RAI trasmetteva film indiani doppiati in italiano. Con il sempre maggiore uso della tecnologia, esiste la possibilità di doppiare l’audio in italiano così da permettere al pubblico italiano di apprezzare maggiormente i nostri film.

D: Per restare in tema, c’era la necessità di un festival di questo tipo a Roma e molti appassionati ne sentivano la mancanza. Come è nata l’idea di organizzare l’Indian Film Festival?
Ms. Vani Rao: L’Ambasciata sta rafforzando la sua attività culturale per diffondere una migliore conoscenza dell’India. Come sapete, lo Yoga, le danze di Bollywood e altri aspetti della nostra cultura sono molto apprezzati e hanno un’ampia diffusione. Anche il cinema indiano è un elemento chiave della nostra diplomazia culturale.
I film indiani partecipano spesso ai festival internazionali, ricevendo premi e riconoscimenti. Inoltre, rappresentano un mezzo efficace per mostrare l’India di oggi e trattare temi sociali rilevanti, molti dei quali sono universali e comuni ad altri Paesi. Per questo, il pubblico internazionale trova i nostri film interessanti e facilmente comprensibili.

D: Come è stata curata, per questa prima edizione, la selezione dei film?
Ms. Vani Rao: L’Indian Film Festival di Roma presenterà cinque lungometraggi indiani recenti. Abbiamo selezionato film che hanno riscosso grande successo, sia da parte del pubblico che dalla critica.
RRR, ad esempio, è stato il maggiore blockbuster in India nel 2022. Ha vinto l’Oscar per la migliore canzone originale, Naatu Naatu, celebre per la sua coreografia spettacolare e la musica travolgente. Gangubai Kathiawadi racconta una storia di resilienza e di emancipazione femminile. Kantara è un’epopea che esplora il legame profondo tra l’umanità, la cultura e la spiritualità, diretto da un giovane e talentuoso regista del Sud India.
Soorarai Pottru narra la nascita e l’ascesa di una delle compagnie aeree più importanti dell’India, con un racconto stimolante. Spero che questa selezione di film venga apprezzata dal pubblico italiano e sappia intrattenerlo al meglio.

D: All’interno di tale selezione si coglie chiaramente l’intenzione di andare oltre Bollywood, facendo conoscere anche la varietà linguistica, etnica, culturale del subcontinente indiano, sebbene il “sociale” risulti così in primo piano, altri generi sono ugualmente rappresentati, vedi l’action thriller con Vikram. Che importanza ha il cinema di genere per la cultura cinematografica indiana, considerata nel suo complesso ?
Ms. Vani Rao: È vero, stiamo cercando di dare spazio a film realizzati in diverse regioni dell’India. Come sapete, Bollywood rappresenta il cinema in lingua hindi, prodotto e diretto a Mumbai, il cuore dell’industria cinematografica indiana. Tuttavia, molti non sanno che negli ultimi anni il settore cinematografico si è sviluppato anche al di fuori di Mumbai.
Oggi, grandi produzioni, blockbuster e film d’autore vengono realizzati in molte lingue indiane, non solo in hindi. A Chennai (Tamil Nadu), l’industria cinematografica è conosciuta come Kollywood e produce film in lingua tamil. A Hyderabad (Telangana), invece, si realizzano film in lingua telugu. Queste produzioni sono enormi, danno lavoro a milioni di persone e vantano superstar, registi di fama, musicisti e tecnici che contribuiscono a un ecosistema cinematografico completo.
I film non in lingua hindi stanno guadagnando popolarità non solo in India ma anche a livello internazionale, grazie al grande talento, alla varietà di temi e generi. Con Vikram, portiamo un classico film d’azione con una superstar del Sud India. I film d’azione sono molto amati dal pubblico indiano, soprattutto quando hanno un protagonista carismatico, una trama avvincente e scene d’azione girate in maniera coinvolgente.

D: RRR (Rise Roar Revolt), il film di S.S Rajamouli del 2022, ha ottenuto, per varie ragioni, una certa risonanza a livello internazionale. Avete pensato da subito a questo titolo, per l’apertura?
Ms. Vani Rao: RRR è stata una scelta naturale per molti motivi. Diretto da uno dei più importanti registi contemporanei indiani, il film è ambientato nel contesto della nostra lotta per la libertà. Questo tema è universale, ma la storia si distingue per il modo in cui racconta l’amicizia tra due uomini, i protagonisti.
Il film si fa notare per la sua straordinaria scenografia, l’animazione, la sceneggiatura e, naturalmente, la colonna sonora. Il cinema è sinonimo di spettacolo e grandiosità: i film ci permettono di evadere dalla quotidianità per qualche ora. RRR risponde perfettamente alle aspettative di chi cerca un’esperienza cinematografica immersiva e spettacolare.

D: Per finire, possiamo testimoniare per esperienza diretta che negli ultimi anni alcuni film a carattere maggiormente commerciale, realizzati sia a Bollywood che in altri contesti cinematografici indiani, sono stati proiettati a Roma nel circuito UCI o al Nuovo Cinema Aquila di Roma. Il pubblico italiano, tranne qualche addetto ai lavori, mostra ancora un po’ di diffidenza, ma grazie al passaparola le sale si riempiono sempre di più di persone e di piccoli gruppi famigliari emigrati dall’India. Cosa ne pensa di questo fenomeno?
Ms. Vani Rao: La comunità indiana in Italia è numerosa e diffusa in diverse regioni. Anche qui, gli indiani guardano regolarmente i film del loro Paese, e alcuni intraprendenti cittadini indiani portano i film più recenti nelle sale italiane.
Il nostro obiettivo è che, in futuro, i film indiani vengano apprezzati non solo dalla comunità indiana, ma anche dagli italiani e da altre comunità straniere residenti. Con il talento in continua crescita e una narrazione sempre più coinvolgente, sono certa che il cinema indiano saprà conquistare un pubblico più ampio e intrattenere spettatori ovunque. Naturalmente, con sottotitoli o doppiaggio in italiano, il pubblico internazionale potrà apprezzare ancora di più i nostri film.

Stefano Coccia

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