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Come pecore in mezzo ai lupi

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VOTO: 8

Non si sfugge al passato

Vivere una doppia vita non è affatto facile. Lo sa benissimo Vera (Isabella Ragonese), la protagonista della sorprendente opera d’esordio di Lyda Patitucci, Come pecore in mezzo ai lupi, prodotta dalla Groenlandia, la casa di produzione di Matteo Rovere che ha prodotto successi come: Delta, Mixed by Erri, Settembre e la serie televisiva Romulus. La regista si è formata nella scuderia di Rovere, dapprima come regista della seconda unità di numerosi lungometraggi e poi dirigendo alcuni episodi di Curon.
Un’opera prima abbastanza inconsueta nel panorama del cinema italiano. Basti pensare che sembrerebbe un genere che non si è mai visto negli ultimi anni, soprattutto se è a dirigerlo è una donna, che strizza l’occhio al cinema della straordinaria Kathryn Bigelow. Del resto, la stessa Patitucci, che ha scritto la sceneggiatura insieme a Filippo Gravino, ha deciso di ambientare la sua opera prima in una Roma dal cielo plumbeo e totalmente diversa da come siamo abituati a vederla solitamente in altri lungometraggi, addentrandosi nelle periferie più degradate della capitale.
Vera (Isabella Ragonese) è una donna sicura e determinata, che lavora come agente di polizia. Un giorno, viene incaricata di incastrare una potente banda criminale che opera a livello internazionale. Il destino beffardo le mette davanti la scoperta che suo fratello Bruno (Andrea Arcangeli), con cui non ha contatti da anni, fa parte di questa organizzazione. L’inaspettato incontro tra i due porterà a confrontarsi con un passato irrisolto, fatto di spiacevoli ricordi che hanno segnato la loro esistenza, causando numerosi problemi al raggiungimento dei loro obbiettivi.
Non possiamo che restare estasiasti dalla bravura dei due protagonisti. Isabella Ragonese (Sole cuore amore, Solo per passione: Letizia Battaglia fotografa, Il giorno e la notte) e Andrea Arcangeli (The Start Up, Romulus, Il Divin Codino). Quest’ultimo ha fatto uno straordinario lavoro sul corpo, confermando ancora una volta il suo indiscutibile talento. Due personaggi agli antipodi, ma uniti dallo stesso tragico passato, che li ha portati a separarsi e a ritrovarsi nuovamente per affrontare i fantasmi del passato. Le numerose scene d’azione rendono ancora più sorprendente quest’opera, un thriller a tinte noir che ci immerge in una storia che non tende a metter in risalto il crimine, ma bensì a descrivere con cruda realtà la dura lotta tra il bene e il male, dove spesso sono sempre i più deboli a pagare le conseguenze. Isabella Ragonese, attrice di razza, si ritrova a interpretare un personaggio diverso da quelli che abbiamo avuto modo di vedere nella sua filmografia, conferendo alla sua Vera un’aria di donna malinconica e poco comunicativa, quasi arresa alla noiosa esistenza che conduce.

Come pecore in mezzo ai lupi si rivela un’opera sorprendente con una regia calibrata e con un cast di attori straordinari, dove la Roma e le sue degradate periferie fanno fa sfondo a una storia dove la violenza è la protagonista indiscussa, ma anche come i traumi del passato che sembravano essere dimenticati, prima o poi, riaffiorino arrivando a dover nuovamente fare i conti.

Giovanna Asia Savino

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