Lo sperma del cavallo
Boi Neon (Neon Bull) è un film scritto e diretto da Gabriel Mascaro, presentato nella sezione Orizzonti alla 72esima Mostra del Cinema di Venezia.
È uno scorcio di Brasile quello raccontato da Gabriel Mascaro, classe 1983, alla 72esima edizione della Mostra d’Arte Cinematografica. Uno spazio interamente sudamericano ben accolto dal pubblico lagunare, e non solo, che ha assistito con interesse a tutto l’impeto portato in scena dal giovane cineasta brasiliano. Un Brasile contemporaneo e paradossale, un grande paese sulla via dello sviluppo ma ancora sospeso tra le profonde contraddizioni che lo attraversano. Gabriel Mascaro decide di spostare la videocamera sulla campagna nord-orientale, sulle terre aride e a tratti desolate, lontane dai caotici ritmi delle megalopoli, regalandoci un panorama che già dalle tonalità intende rivelarci queste antinomie.
Iremar (Juliano Cazarré) è un vaccaro che lavora, assieme a due suoi assistenti, per il rodeo di Vaquejadas. Il suo compito è semplice: alleva dei tori e li prepara per uno spettacolo in cui questi vengono affondati per la coda da uomini a cavallo. La sua dimora è un grosso camion sul quale si sposta assieme al collega Zé (Carlos Pessoa), alla ballerina Galega (Maeve Jinkings) e sua figlia, la piccola Cacà (Aline Santana). Formano una famiglia allargata, improvvisata ed unita, nel cuore di una nazione che sta cambiando faccia e si apre all’industria.
Lo sfondo è quello di uno dei maggiori eventi agricoli e commerciali del Brasile, la Vaquejadas, in cui viene rappresentato l’incontro/scontro tra le icone della tradizione agreste (i cavalli ed i tori) con le dinamiche del mercato nella sua accezione allargata. É questo il conflitto che racconta il regista, una perfetta allegoria delle trasformazioni culturali e sociali in corso, nonché delle ovvie conseguenze sulla vita dei mandriani all’interno delle fattorie per le quali lavorano. Dall’onda dell’industrializzazione resteranno così travolti senza possibilità di scampo i rapporti tra i protagonisti, le loro identità sociali, gli usi ed i costumi di un popolo che tenta di rompere con il passato per interfacciarsi con leggerezza ai mille volti del presente. Dentro un antropico mosaico umano, Iremar e compagni tenteranno a fatica di adeguarsi al cambiamento, nell’ironica ricerca dei loro desideri più intimi ed intensi. Galega si depila la vagina per prepararla ad un incontro carnale con il giovane aiutante che invece utilizza la piastra come un perfetto metrosexual, sensibile a tal punto da sconvolgere gli equilibri del gruppo; Iremar invece sogna di diventare uno stilista, muovendosi tra lustrini, stoffe raffinate ed indumenti sexy. Boi Neon (letteralmente, “toro al neon”) contiene quindi tutta una molteplicità di aspirazioni capaci di caricare i personaggi di una densa umanità, trascinandoli nel vortice dei cambiamenti socio-economici dell’area geografica in cui Mascaro è nato e cresciuto. Sono le storie narrate a raccontarci il Brasile degli ultimi decenni, allora, proprio mentre queste immagini ci regalano una visione nitida del mondo che varia.
Il regista brasiliano rigetta dentro la pellicola un pezzo di realtà, e lo fa senza mezze misure o filtri di alcun genere, ottenendo un effetto a tratti grottesco, a tratti poetico ed in altri ancora piuttosto sarcastico. Il pragmatismo della fotografia, polverosa e sudicia, confonde ogni indagine documentaristica con i sogni che alimentano i protagonisti, con la loro quotidianità fatta di poco (quasi nulla) e momenti di totale attesa. Il cinema di Gabriel Mascaro è anche, ma sicuramente non solo, un esercizio estetico sui corpi, sulla fisicità delle persone, sulle luci tinteggiate che danno ritmo e profondità alla pelle. Un lavoro minimalista e povero, arricchito dalla naturalezza delle interpretazioni, ma in grado di raccontare la vita dei cowboy dentro al rodeo.
Se in Boi Neon c’è tutto questo, resta in ultimo l’analisi di un paese enorme (non solo territorialmente) in cui convivono spiazzi urbani e campestri, usanze e modernità, ed in cui farà irruzione un perspicuo rapporto sessuale tra Iremar ed una ragazza incinta – Geise, venditrice di profumi e guardia notturna – all’interno di una fabbrica tessile. Lo sconvolgimento allora avviene lì dentro, in quegli ambienti, dentro le speranze, proprio mentre sia uomini che donne cambiano forma e una nuova vita è già pronta a venire.
Riccardo Scano