Venezia, fermo immagine di cambiamento
Il 2 settembre, prenderà il via la 72^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, a precederla sono sempre le voci tra chi fa la conta dei grossi film rimasti fuori, quante star ci sono nelle pellicole e chi, poi, effettivamente calcherà uno dei tappeti rossi più famosi al mondo. Noi di CineClandestino, però, non vogliamo sommarci a questi pensieri, ma partire da quello che si prospetta quest’edizione, certo sulla carta, rilanciando un quesito con cui il Presidente della Biennale di Venezia, Paolo Baratta, ha esordito durante la conferenza stampa di presentazione, svoltasi il 29 luglio a Roma. «Cosa rappresenta oggi?».
Anche una manifestazione così longeva come questa non può non porsi questa domanda, anzi, deve farlo proprio per non rimanere ancorata a un’immagine del passato, cercando di rimanere, al contempo, fedele alla propria missione, ma tenendo conto dei tempi e dell’evoluzione del/i mercato/i. Il Presidente ha ben presente che la competizione tra i vari festival è cresciuta così come la concorrenza, perciò afferma che con costanza si sono «mantenuti fedeli al principio che un festival, nel turbinio del mercato, debba offrire il contrappunto di una visione autonoma, sgombra dei vessilli di cui il marketing si può avvalere, vessilli che da soli possono condurre a passività e conformismo».
Se si scorre il programma, si nota subito che, insieme a grandi maestri come Amos Gitai (Rabin, The Last Day), Aleksandr Sokurov (Francofonia), Marco Bellocchio (Sangue del mio sangue), Jerzy Skolimowski (11 Minutes), Daniel Alfredson (Go with Me), ci sono molti “debuttanti” a Venezia persino sedici nello stesso Concorso (da Laurie Anderson a Cary Fukunaga, da Pablo Trapero a Zhao Liang, senza contare due dei quattro italiani in gara: Luca Guadagnino con A Bigger Splash e Piero Messina con L’attesa) e «opere provenienti da continenti che nel recente passato ci potevano apparire un po’ appartati (quest’anno l’America latina)».
A incalzare questo mood ci pensa il direttore artistico Alberto Barbera, pronto a rivendicare la forte identità della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, che – dichiara – «non si pone in alcun modo contro il mercato né si adagia sulle aspettative dello stesso». Mentre fa una carrellata veloce dei titoli, alcune parole si ripetono, rivelandosi quasi chiave e sintomatiche per quest’anno, e sono: “disturbante” e “sorprendente”.
Traspare «una volontà di non appiattirsi su ciò che è già noto», di ricercare e crediamo che, in fondo, sia questo uno degli obiettivi che deve proporsi e perseguire una Mostra tanto più di questo calibro e con una storia simile. Votato, in particolare, a questo è Orizzonti, quello che Barbera chiama «l’altro concorso» in un’idea di complementarietà con quello principale e non di diminutio. Oltre alla presenza di grandi autori come Rodrigo Plá (Un Monstruo de mil cabezas) e pellicole che vantano un cast stellare (da Bérénice Bejo a Robert Pattinson) come The Childhood of a Leader di Brady Corbet, troviamo opere prime come quella di Caviglia, Pecore in erba, e film di diversi Paesi a rappresentare anche cinematografie e culture molto lontane (Israele, Iran, Nuova Zelanda, Indonesia).
In questa prospettiva di scoperta, a far da corollario, ma non per questo importanti, troviamo le sezioni autonome della SIC – Settimana Internazionale della Critica e delle Giornate degli Autori. La prima prosegue nel percorso di ricerca di talenti cinematografici mostrando opere prime di registi che, negli anni, hanno raggiunto la consacrazione se si pensa a Carlo Mazzacurati o allo stesso Antonio Capuano, il quale torna quest’anno con Bagnoli Jungle, scelto come film di chiusura, dopo aver vinto nel 1991 con il suo lungometraggio di esordio Vito e gli altri. Per quanto riguarda le Giornate degli Autori, la cui giuria di ventotto ragazzi (proprio come i paesi dell’Unione Europea) sarà presieduta da Laurent Cantet, vogliamo segnalarvi l’evento speciale della prima mondiale assoluta del film Innocence of Memories del regista Grant Gee, che prende il titolo dal libro omonimo dello scrittore premio Nobel per la letteratura Orhan Pamuk.
Tornando alle varie sezioni ufficiali del festival puntiamo, un attimo, l’attenzione su Non essere cattivo, un doveroso omaggio-riconoscimento al cineasta Claudio Caligari, da poco deceduto. Insieme a questo film, sempre Fuori Concorso, ci sarà la possibilità di vedere La calle de la Amargura, l’ultimo lavoro di Arturo Ripstein, a cui sarà consegnata una targa speciale per celebrare il cinquantesimo anno di attività del grande cineasta messicano. «Arturo Ripstein» – ha affermato Barbera – «è il regista più vitale, tenace e originale della generazione che esordì a metà degli anni Sessanta, erede dell’epoca d’oro del cinema messicano di studio e precursore della nuova generazione di autori contemporanei come Carlos Reygadas, Guillermo del Toro e Nicolas Pereda, ciascuno dei quali, a modo suo, riconosce il debito profondo contratto con la sua opera».
Per rimanere nell’area premi, quest’anno il Leone d’Oro alla Carriera è stato attribuito al regista francese Bertrand Tavernier; mentre la giuria internazionale sarà presieduta da Alfonso Cuarón e composta da Emmanuel Carrère, Nuri Bilge Ceylan, Pawel Pawlikowski, Francesco Munzi, Hou Hsiao-hsien, Diane Kruger, Lynne Ramsay, Elizabeth Banks.
C’è una novità che ci piace evidenziare e che ci ha molto colpiti come segno di apertura verso un luogo e i suoi abitanti. Ci riferiamo all’iniziativa “Il Cinema nel Giardino”, nata dalla «volontà di configurare uno spazio inedito e, soprattutto, di aprire il festival a tutti, spettatori occasionali e frequentatori non accreditati – oltre, naturalmente, alle migliaia di cinefili che affollano abitualmente le sale – offrendo a ciascuno (abitanti del Lido e di Venezia, curiosi venuti ad “annusare” l’aria del festival, giovani in cerca di emozioni cinematografiche) l’occasione di vivere la prossima 72^ Mostra del Cinema anche la sera, all’insegna di un intrattenimento che si propone di coniugare l’incontro con uno o più personaggi e la proiezione di un film. Il tutto a ingresso rigorosamente libero».
Onestamente ci rendiamo conto che è impossibile esaurirvi l’intero programma di ogni sezione che animerà il Lido di Venezia dal 2 al 12 settembre, per cui il nostro invito è di seguirci, cercheremo di essere i vostri occhi, e, per chi ha modo di fare anche una piccola trasferta, di farsi il proprio calendario approfondendo ogni pellicola sul sito ufficiale della Biennale.
Ricordandoci che non è la quantità di film proposti che fa la differenza, ma il loro contenuto connesso al livello artistico, possiamo solo augurarci di condividere, a fine Mostra, quegli aggettivi – sorprendente e disturbante – usati dal direttore artistico. Quello che è emerso dalle sue parole e informandoci sulle opere è il comune denominatore di vari film: «prendono spunto dai fatti reali, siano essi fatti storici o di cronaca». Con questa consapevolezza, non può che crescere in noi la curiosità su come ogni regista, partendo dalla realtà anche in un’opera di fiction, sarà in grado di catturarci proponendoci la sua visione.
Appuntamento allora ai primi di settembre su questi “schermi” per seguire la Mostra con noi! E non dimenticatevi che il primo c’è la preapertura, «dedicata al genio immortale di Orson Welles, in occasione del centenario della nascita, e a due suoi capolavori “veneziani” di ispirazione shakespeariana eccezionalmente recuperati e restaurati – Il mercante di Venezia (1969, film considerato perduto) e Otello (1951)».
Maria Lucia Tangorra
Riepilogo recensioni per sezione della 72 Mostra del Cinema di Venezia
Concorso
Looking for Grace di Sue Brooks
Francofonia di Aleksandr Sokurov
Marguerite di Xavier Gianolli
L’attesa di Piero Messina
Equals di Drake Doremus
Beasts of No Nation di Cary Fukunaga
A Bigger Splash di Luca Guadagnino
Sangue del mio sangue di Marco Bellocchio
Anomalisa di Duke Johnson, Charlie Kaufman
11 Minutes di Jerzy Skolimowski
Behemoth di Zhao Liang
Remember di Atom Egoyan
Per amor vostro di Giuseppe M. Gaudino
L’hermine di Christian Vincent
Desde Allà di Lorenzo Vigas
The Danish Girl di Tom Hooper
El Clan di Pablo Trapero
Fuori Concorso
Everest di Baltasar Kormákur
Spotlight di Thomas McCarthy
Black Mass di Scott Cooper
Non essere cattivo di Claudio Caligari
L’esercito più piccolo del mondo di Gianfranco Pannone
I ricordi del fiume di Gianluca e Massimiliano De Serio
Orizzonti
Un Monstruo de mil cabezas di Rodrigo Plá
Boi Neon di Gabriel Mascaro
Interruption di Yorgos Zois
Pecore in erba di Alberto Caviglia
The Childhood of a Leader di Brady Corbet
Giornate degli Autori
Storie sospese di Stefano Chiantini
Innocence of Memories di Grant Gee
Viva la sposa di Ascanio Celestini
Arianna di Carlo Lavagna
La prima luce di Vincenzo Marra
Desconocido – Resa dei conti di Dani de la Torre
Settimana della Critica
Banat – Il viaggio di Adriano Valerio
Tanna di Martin Butler e Bentley Dean