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Una famiglia mostruosa

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VOTO: 5.5

Ti presento i miei

Due diverse realtà che si incontrano. I difficili rapporti con la famiglia del partner. La paura del diverso. Situazioni che tutti almeno una volta nella vita hanno vissuto. Perché, dunque, non provare a raccontarle per immagini, magari con una frizzante componente fantasy/horror? A questo ha pensato il regista Volfango De Biasi con il suo Una famiglia mostruosa, frutto di tanti spunti provenienti da quanto realizzato in passato, nonché del desiderio di conferire al cinema contemporaneo nostrano una sorta di tocco “innovativo” che faccia sì che le numerose commedie in arrivo in sala – soprattutto a ridosso delle festività – si differenzino dai classici cinepanettoni che per anni hanno intrattenuto adulti e bambini. Se, dunque, già nel 2018, si era tentata tale strada tirando in ballo nientepopodimeno che la Befana (con il poco riuscito La Befana vien di notte di Michele Soavi, di cui a breve uscirà un secondo capitolo), ecco che Da Biasi ha attinto a piene mani dalle vicende di una delle famiglie più amate e inquietanti di sempre (la Famiglia Addams, ovviamente), per raccontarci una storia tutta italiana e molto più attuale di quanto si pensi.

Adalberto (impersonato da Cristiano Caccamo) e Luna (Emanuela Rei) sono due studenti molto innamorati che un giorno scoprono di aspettare un bambino. A questo punto sembra giunto, dunque, il momento di conoscere le rispettive famiglie. E qui nascono i primi problemi e vengono a galla insospettabili segreti: Luna non sa che Adalberto, in realtà, è un lupo mannaro e che tutta la sua famiglia è composta da esseri “soprannaturali”, tra vampiri, streghe e divertenti zombi. La famiglia di Luna, al contempo, è altrettanto “mostruosa”, sebbene i suoi genitori abbiano in tutto e per tutto sembianze umane. Cosa accadrà quando tutti si incontreranno?
Volfango De Biasi, si sa, vanta un curriculum non sempre particolarmente degno di nota. Se, dunque, storie di adolescenti (tra cui Come tu mi vuoi, del 2007) e riletture in chiave postmoderna di grandi classici shakespeariani (Iago, 2009) hanno a loro tempo fatto storcere il naso a pubblico e critica, ecco che la chiave fantasy potrebbe – forse – rivelarsi la soluzione vincente al fine di farsi finalmente un nome nell’ambito della commedia di intrattenimento. Eppure, malgrado il fatto che Una famiglia mostruosa si distingua indubbiamente per effetti speciali complessivamente ben riusciti, il film, purtroppo, non decolla. E la storia – ahimé – è sempre la stessa: una comicità forzata, dove una sfilza di gag poco originali – presentate una dopo l’altra senza lasciare allo spettatore il tempo di “prendere fiato” – finiscono per “soffocarsi l’una con l’altra, perdendo pericolosamente di mordente.
Siamo d’accordo: Una famiglia mostruosa, oltre agli effetti speciali, qualche piccola chicca ce l’ha eccome. Soprattutto per quanto riguarda la presenza di Lillo e di Paolo Calabresi all’interno del cast, i quali ci regalano personaggi esilaranti e si distinguono in un gruppo di interpreti indubbiamente capaci, ma – in questa particolare occasione – a volte un po’ troppo sopra le righe. Basta questo, tuttavia, a far sì che un lungometraggio possa dirsi perfettamente riuscito? Purtroppo no. E Una famiglia mostruosa, malgrado le iniziali intenzioni, non riesce a fare la differenza, confondendosi pericolosamente tra le numerose commedie prodotte ogni anno in Italia e rischiando di finire nel dimenticatoio già pochi giorni dopo la visione.

Marina Pavido

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