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The Shift

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VOTO: 6

Eroismo

Uno degli ultimi film a passare per la rassegna romana è The Shift di Alessandro Tonda. Il regista italiano è al suo esordio in un lungometraggio dopo una lunga carriera passata come aiuto alla regia in produzioni internazionali quali Gomorra – La serie e Suburra. Tonda non cerca gloria, e anzi usufruisce di questa storica occasione per costruire più un tributo che un vero e proprio film. La produzione è italo-belga e proprio in una cittadina del medesimo Stato è ambientata la storia. Adamo (Adamo Dionisi) e Isabelle (Clotilde Hesme) sono due paramedici che lavorano su di un’ambulanza. I due, a fine turno, vengono richiamati in servizio a seguito di un attentato di matrice islamica avvenuto in un istituto scolastico, probabilmente una università. Entrambi si recano sul posto e caricano un ferito grave che, in seguito, si scoprirà essere uno dei terroristi che non ha avuto il coraggio di farsi esplodere. Inizia così una doppia narrazione. Un filone della trama seguirà le vicende all’interno dell’auto ambulanza mentre l’altro ci mostrerà il punto di vista delle forze dell’ordine le quali organizzano una vera e propria caccia all’uomo in ambiente urbano. La tensione è molto forte e spetta ad un’indomita Clotilde Hesme tranquillizzare il terrorista e gli spettatori in sala, mostrandosi timorosa ma allo stesso tempo eroica. I due tentano di sviscerare le motivazioni per cui un ragazzo giovane debba farsi saltare in aria per uccidere altri esseri umani. Ma se la donna se la cava, lo stesso non si può dire di Adamo (Dionisi), il quale mostra la stessa tempra di un Manfredi Anacleti di Suburra e guarda con disprezzo al suo interlocutore. Nonostante questo, Dionisi si dimostra all’altezza del ruolo mostrando anche un francese (il film è recitato in lingua straniera) di tutto rispetto. Mentre il cerchio attorno all’attentatore si stringe e i due vengono più volte richiamati a rientrare in servizio, la tensione aumenta fino a raggiungere un evidente climax a seguito del quale si scoprirà il culmine e di una vicenda paradossale. Un dramma interessante ma non eccezionale. Come abbiamo già anticipato, non siamo di fronte ad un film vero e proprio ma più ad un tributo. Lo scopo del lungometraggio è mostrare quanto i paramedici rischino ogni giorno le loro vite per salvare quelle degli altri. In questo tempo di pandemia, ora più che mai, le immagini di The Shift ci sembrano sensate e veritiere. La lavorazione è stata ultimata poche settimane prima dello scoppio della pandemia, e chissà che Tonda non avesse potuto stravolgere la sceneggiatura se avesse saputo che ci saremmo ritrovati in questa situazione.
A proposito dello script, esso rimane piuttosto semplice, senza sbavature. Un’opera che fila via liscia come un bicchiere d’acqua in gola. La performance degli interpreti è l’unico metodo di giudizio per un prodotto alquanto semplice quanto importante. The Shift è un perfetto film d’esordio (Gelormini dovrebbe prendere nota) per un giovane regista prossimo all’ingresso nel cinema che conta. Liscio come l’olio, anche se questo turno di lavoro – nel film – è stato a dir poco travagliato.

Stefano Berardo

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