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Suburra (seconda stagione)

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VOTO: 8

L’impero (criminale) romano

Dopo il buon successo registrato dalla prima stagione di Suburra, Netflix ha rilasciato il 29 gennaio 2019 la seconda stagione della serie che narra i fatti criminali che avvengono tra Roma e il suo litorale (Ostia). Mentre nella vita reale il processo “mafia capitale” si arricchisce di tanto in tanto di nuovi elementi, Netflix ha arricchito a sua volta il suo primo prodotto 100% made in Italy, rendendolo nettamente migliore rispetto alla prima stagione.
Le vicende di Aureliano (Alessandro Borghi), Spadino (Giacomo Ferrara) e Lele (Eduardo Valdarnini) riprendono diverso tempo dopo gli eventi narrati nella prima stagione. Aureliano è fisicamente e caratterialmente cambiato dopo la dipartita della sua compagna Isabel e cerca vendetta su sua sorella Livia (Barbara Chichiarelli) la quale, però, è fuggita. Spadino è diventato capoclan degli Anacleti a seguito del grave ferimento di suo fratello maggiore Manfredi (Adamo Dionisi) ma non è ben visto dai membri anziani della famiglia sinti. Lele, a seguito della morte del padre, si è fatto strada nella polizia diventando vice ispettore presso il commissariato di Ostia, ma è Samurai (Francesco Acquaroli) ad avercelo piazzato, continuando perciò a usarlo come asset per i suoi loschi affari. Roma è nel caos! Le elezioni per il nuovo sindaco incombono e Amedeo Cinaglia (Filippo Nigro) conta di raggiungere una percentuale che possa consentirgli di dire la sua una volta giunto in Campidoglio. Sara Monaschi (Claudia Gerini) ha perso l’incarico in Vaticano – e anche il marito – e ha deciso di lanciarsi nel redditizio business dell’accoglienza dei migranti.
In una situazione così caotica, ogni personaggio cerca di fare il proprio gioco che favorisca la famiglia di appartenenza. Tuttavia, in un modo o nell’altro, i tre ragazzi, già protagonisti della prima serie, torneranno nuovamente a fare squadra – includendo anche la Monaschi e Cinaglia – per sgominare il giro di affari di Samurai, resosi ormai troppo potente e ingombrante agli occhi di tutti. Il criminale – ispirato alla figura di Massimo Carminati – tenta in ogni modo di frenare le aspirazioni sia della famiglia Adami sia del clan Anacleti. Samurai può contare anche su un importante alleato in questa stagione che è anche una new entry nel cast: Adriano (Jacopo Venturiello) uno speaker di una radio locale molto ascoltata nonché figlio proprio del boss. In questa seconda stagione di Suburra, viene innalzato anche il livello delle cosiddette quote rosa. Angelica (Carlotta Antonelli) – la moglie di Spadino – assume un ruolo determinante all’interno del clan del marito. Insieme a lei e alla Monaschi/Gerini, si aggiungono Nadia (Federica Sabatini), figlia di un piccolo capofamiglia a Ostia ucciso poi da Aureliano, e Cristiana (Cristina Pelliccia) poliziotta al servizio di Lele con ambizioni molto più grandi. Le quote rosa funzionano e piacciono perché rendono la serie molto più dinamica. Vedere sempre i classici tre personaggi ad un certo punto diventa oppressivo, è giusto concedere anche qualche scena alle donne, considerato anche il periodo storico in cui ci troviamo. Tutte le new entry risultano determinanti allo svolgimento della trama. Il crimine è anche donna dopotutto.
La sceneggiatura di questa seconda stagione è molto più dark in confronto alla precedente, con una drammaticità più forte ed evidente. Gli eventi di questa seconda stagione sono molto più dinamici e densi di pericoli se paragonati a quelli svoltisi in precedenza. Gli stessi personaggi, subiscono un’evoluzione fisica e mentale che non li fa più apparire come tre ragazzini dilettanti allo sbaraglio, ma come uomini di crimine con un piano ben preciso: “prendersi Roma” (in pieno stile Romanzo Criminale del quale non mancano alcune citazioni). Le vicende di Aureliano, Spadino e Lele coinvolgeranno il pubblico e racconteranno di un impero nascosto all’interno della Roma che tutti conoscono e vivono ogni giorno; un vero e proprio impero criminale. Viene diminuito il numero degli episodi da dieci a otto, ma l’operazione consente di concentrare bene la trama evitandone fuori uscite che porterebbero ad una perdita del filo logico della serie. Cancellata anche la non linearità degli episodi; questa volta le puntate non racconteranno le vicende passate nell’arco delle ventiquattro ore precedenti al loro momento iniziale, ma avranno uno svolgimento lineare dall’inizio alla fine. Suburra alza ulteriormente il livello inserendo nella propria trama dei clamorosi colpi di scena che lasciano di stucco lo spettatore. Un’altra sostanziale differenza dalla napoletana Gomorra, è la presenza di valori umani importanti che circondano ogni personaggio. Nonostante si stia parlando di criminali disposti a tutto pur di raggiungere il loro obiettivo, i personaggi di Suburra non calpestano valori come l’amicizia e il rispetto reciproco nonostante le evidente differenze territoriali e sociali. Suburra 2 è il prodotto che ci mostra come Netflix forse abbia capito come investire nel nostro paese, consegnandoci una serie degna di poter controbattere numerosi prodotti provenienti da oltre oceano. Inevitabile a questo punto una terza stagione anche se ancora non è stato annunciato nulla.

Stefano Berardo

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