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The Hummingbird Project

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VOTO: 6.5

Una questione di millisecondi

Il tempo si sa è denaro e in The Hummingbird Project lo è nel vero senso della parola, perché nel film di Kim Nguyen anche un millisecondo può fare la differenza e nel caso dei protagonisti diventare persino una questione di vita o di morte. La posta in gioco per loro, infatti, come potrete vedere sullo schermo è altissima, così come il prezzo da pagare in caso di fallimento.
Ma facciamo un passo indietro per scoprire di cosa tratta l’ultima fatica di Kim Nguyen, presentata nella sezione “Panorama Internazionale” del Bif&st 2019 dopo le anteprime ai festival di Toronto e Vancouver nel 2018. Ancora senza distribuzione in Italia, nonostante la presenza di un cast di peso (Alexander Skarsgård, Jesse Eisenberg e Salma Hayek) e la firma di Nguyen, ad oggi quella alla kermesse barese è stata la sola possibilità per riuscire a vedere la settima pellicola del cineasta canadese che al box office Usa ha fatto registrare un significativo risultato, incassando nelle prime 6 settimane di programmazione 372 mila dollari e 36 mila dollari nel primo weekend. Staremo a vedere cosa accadrà, ma siamo sicuri che un posticino nell’affollato palinsesto nostrano primo o poi lo troverà vista la tipologia di progetto.
L’autore di Rebelle ci catapulta al seguito di due cugini di New York, Vincent e Anton, specialisti di High-Frequency Trading, un’attività speculativa il cui successo si misura in millisecondi e il cui successo si misura in millisecondi. Il loro sogno? Stendere un singolo cavo a fibra ottica tra il Kansas e il New Jersey, capace di fargli guadagnare milioni. Ma niente va per il verso giusto a questa strana coppia. Anton è il cervello, Victor il braccio, e si spingono a vicenda e spingono chiunque sia sul loro cammino fino al punto di rottura. Il loro ex capo Eva Torres, una trader potente e manipolatrice, sta loro col fiato sul collo, e non si ferma davanti a nulla per cercare di dividerli e batterli al loro stesso gioco.
In questa epopea moderna, Nguyen ci mostra il lato spietato di un mondo ormai sempre più schiavo della tecnologia. Vincent e Anton, qui interpretati dai sempre convincenti Jesse Eisenberg e Alexander Skarsgård, sono decisi ad attraversare l’America a tutti i costi, dando vita a una corsa contro il tempo di donchisciottesca memoria, dove il Davide di turno si scontra corpo a corpo, millisecondo contro millisecondo, con il Golia. Il tutto attraverso un piacevole mix tra dramedy e thriller dal retrogusto spy, rovinato purtroppo al fotofinish da un’irritante ed evitabilissima morale che vanifica quanto di buono fatto lungo la strada. Arrivati al traguardo, infatti, i protagonisti troveranno la loro redenzione. Non con il denaro, ma con l’amore per la famiglia e per la propria terra. A conti fatti proprio questa morale rappresenta il tallone d’Achille di un qualcosa che sarebbe potuto essere ed è stato solo in parte, ossia un film più incisivo e d’assalto.

Francesco Del Grosso

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