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Regali da uno sconosciuto – The Gift

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VOTO: 6.5

Chi fa da sé…

Classe 1974, Joel Edgerton debutta come regista di lungometraggi con Regali da uno sconosciutoThe Gift, thriller semplice ma sicuramente ben riuscito. Con un passato da sceneggiatore e soprattutto da attore – da Star Wars a Il grande Gatsby e Black Mass – il poliedrico cineasta australiano propone un lavoro lineare con tutte le caratteristiche del genere, in grado non solo di catturare l’attenzione ma anche e soprattutto di trasportare lo spettatore in una dimensione empatica con i protagonisti.
Simon e Robyn (rispettivamente Jason Bateman e Rebecca Hall) sono innamorati, vivono in una bella casa ed ogni cosa fa pensare ad un futuro roseo e pieno di successi. Un giorno bussa alla loro porta “Gordo” (lo stesso Joel Edgerton), ex compagno di scuola di Simon, che si lega morbosamente alla coppia ed inizia a mandare loro dei regali.
Nato con il titolo originario Weirdo (titolo forse meno commerciale ma sicuramente più significativo), The Gift può essere considerata a tutti gli effetti un’opera prima, sia perché effettivamente – come abbiamo detto – il regista abbandona i corti per mettere su un film di ben 108 minuti, sia perché Edgerton non si lancia in azzardi ed evita in modo intelligente i facili scivoloni proprio al suo esordio. Già in fase di scrittura, infatti, la pellicola dimostra di seguire tutti i crismi del genere: la tensione viene catalizzata sulla figura inquietante di Gordon “Gordo” Mosley, per poi far rimbalzare i sospetti come in una partita di ping pong, tanto da confondere lo spettatore prima del ribaltamento delle convinzioni iniziali.
The Gift indaga le vite presenti sulla base del passato – attraverso una story line basilare e senza virtuosismi – e di come il gioco forza delle esperienze pregresse, della prospettiva sul mondo, influenzi l’oggi fino a trasformarsi nell’immagine che viene poi proiettata all’esterno. Ogni colluttazione, ogni sopruso – come nel caso di questo lavoro – vengono mascherati dietro la patina di un’esistenza felice, sepolti dagli anni che passano. Fino a quando non vengono dissotterrati. La labile linea di confine che separa buoni e cattivi, realizzazione personale e fallimento, alla luce di ciò, viene allora ridisegnata e ritracciata. Edgerton gioca su questo e ci mette dentro anche un pizzico di critica sociale, impersonando – con Simon – l’idea liberista del “farsi da sé” a qualsiasi costo, nella profonda convinzione che ogni condizione sia il risultato perfetto della volontà individuale. Una società in cui solo il più forte sopravvive e va avanti.
Essenziale e veloce, senza mai tempi morti a scandirne il ritmo, The Gift è quindi un ottimo biglietto da visita per Joel Edgerton, un prodotto in grado di mantenere alto l’interesse per tutta la sua durata e di creare una connessione emotiva con i protagonisti. Complice anche, se vogliamo, la buona interpretazione del cast, con lo stesso Edgerton ben mascherato nei panni del Gordo. Se il primo passo è quindi fatto, il regista australiano va aspettato al varco: sarà in grado di ripetersi, magari tentando il salto di qualità, oppure finirà nel dimenticatoio? Staremo a vedere.

Riccardo Scano

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