La tempesta perfetta
Che la famiglia, così come il mondo dal punto di vista dei bambini, siano temi centrali all’interno della cinematografia del cineasta giapponese Hirokazu Kore’eda, è cosa ormai appurata. In particolare i legami famigliari, il passato che ritorna e la conseguente crescita interiore sono tematiche che ci è capitato spesso di incontrare. Ed ecco che questo suo ultimo lavoro, Ritratto di famiglia con tempesta – presentato nella sezione Un certain regard al Festival di Cannes 2016 – risulta essere quasi una summa della sua carriera, dove troviamo un Kore’eda se possibile ancora più pacato e contemplativo, ma che in questo caso, proprio per questa sua scelta narrativa, risulta essere efficace al punto giusto.
Ancora la famiglia, ancora il passato che ritorna, dunque. E questa volta la storia che ci viene presentata è quella di Ryoto, ex scrittore di successo con il vizio del gioco d’azzardo che, al fine di poter pagare gli alimenti al figlio, collabora con un detective privato. Rimasto da poco orfano del padre, l’uomo farà ritorno per qualche giorno alla sua cittadina natale, dove abita ancora la sua arzilla ma anziana madre e dove avrà modo di vedere suo figlio e la sua ex moglie. Un minaccioso temporale farà sì che tutta la famiglia riunita sia costretta a trascorrere la notte sotto lo stesso tetto.
Ma cosa comporterà, in realtà, la tempesta? Il protagonista, di fatto – come spesso affermato dalla sua stessa madre – è un eterno bambino mai cresciuto, un albero di mandarini che non dà frutti né fiori, ma che è molto utile a sfamare i bruchi destinati a trasformarsi in splendide farfalle. Ryoto, dal canto suo, di certo non può dirsi cresciuto fino in fondo, eppure sarà in grado ad insegnare al proprio figlio – eccessivamente maturo per la sua età – quant’è bello sognare ad occhi aperti e coltivare i propri sogni, indipendentemente dal fatto di riuscire o meno a realizzarli. Sarà la tempesta, dunque, a spazzare via ogni qualsivoglia dubbio nei confronti dei rapporti con i propri famigliari ed ogni timore per quanto riguarda il futuro. Ed ecco che Ryoto padre non ha più paura di riscoprirsi Ryoto figlio, riconciliandosi in qualche modo con il genitore defunto dopo aver preso definitivamente coscienza dell’affetto che quest’ultimo nutriva per lui.
Ancora una volta, dunque, la figura paterna diventa tema centrale in Kore’eda. È stato così per il bellissimo Father and Son (2013), così come per il recente Little Sister (2015), dove la figura del padre scomparso darà il via all’intera vicenda. Anche qui è il genitore defunto ad avere un peso centrale nello sviluppo del protagonista: è a causa del rapporto irrisolto tra i due che Ryoto rifiuta inconsciamente di crescere, è a causa delle loro incomprensioni che l’uomo cerca a tutti i costi di non commettere gli stessi errori con il proprio figlio e di spronarlo a coltivare i propri sogni.
Un lungometraggio, dunque, piuttosto complesso e stratificato. Una storia assolutamente non facile ed estremamente delicata che solo un cineasta del calibro di Kore’eda – con il suo sguardo attento e mai invasivo – avrebbe potuto mettere in scena. Ed ecco che piccoli gesti di normale quotidianità come il preparare i letti o l’amorevole attenzione e cura nel cucinare diventano, attraverso la macchina da presa, pura poesia. Una macchina da presa che, dal canto suo, si colloca sempre all’altezza del personaggio, quasi alla ozuiana maniera, riuscendo ad entrare così nel suo intimo senza mai risultare invadente. È soprattutto questa, dunque, l’abilità di Kore’eda: la capacità di riuscire a mantenere, da adulto, la freschezza e lo sguardo limpido di un bambino, facendo in modo che anche noi tutti possiamo ritornare, anche solo per un paio d’ore, a vedere il mondo come eravamo soliti fare tanti, tanti anni fa.
Da non perdere dunque l’edizione in dvd edita da CG Entertainment, di buona qualità tecnica nonché comprensiva di di extra assai sfiziosi come, ad esempio, la documentazione per immagini dell’incontro tra Kore’eda e Nanni Moretti.
Marina Pavido
Ritratto di famiglia con tempesta
Regia: Hirokazu Kore’eda Giappone, 2016
Durata: 113′
Cast: Hiroshi Abe, Lily Franky, Yukiyoshi Ozawa
Lingue: Italiano Dolby Digital 2.0 e 5.1, Originale Dolby Digital 2.0 e 5.1
Sottotitoli: Italiano Formato: 16/9 1.85:1
Extra: speciali: il regista parla del film, Incontro tra Kore’eda e Nanni Moretti, Trailer
Distribuzione: Tucker Film per CG Entertainmet