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Nightride

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VOTO: 9

Camera-car infinito

Una piccola confessione: quelle rare volte in cui ci è capitato di ammirare pellicole girate in un unico piano sequenza, sia pur con le ”cuciture” del caso spesso invisibili all’occhio meno addestrato, la gioia ci ha accompagnato dal primo all’ultimo fotogramma. Fosse solo per il fatto che un approccio cinematografico del genere se lo possono permettere in pochi. Senza scomodare i livelli altissimi, sul piano tecnico come pure su quello estetico, di un capolavoro come Arca russa, può essere sufficiente ricordare l’elegante e al contempo verace Valzer di Salvatore Maira, autore raffinato e a nostro avviso non abbastanza considerato dalla critica, almeno in Italia.
Fa piacere pertanto che anche l’Irish Film Festa 2022 ci abbia regalato un’operazione simile: NIghtride di Stephen Fingleton, thriller adrenalinico cucito intorno a uno strabiliante esercizio di stile.

Del resto che il cineasta nordirlandese si diverta a fare scelte radicali è cosa nota, lo si era già capito dal suo esordio al lungometraggio, The Survivalist, sebbene il suo sperimentare coi generi non ci avesse convinto lì alla stessa maniera. Qui, invece, a rivelarsi in tutto e per tutto una carta vincente è proprio l’idea di concentrare nell’unico piano sequenza un piccolo “romanzo criminale” dal ritmo serratissimo, costruito su camera-car che sembrano non dover finire mai e su dialoghi sempre più incalzanti, specie quando ascoltiamo il protagonista al telefono con personaggi che, pur contribuendo vigorosamente all’evolversi della situazione, in pratica non si vedono mai.
Il protagonista Budge, per inciso, è un tostissimo Moe Dunford, la cui bravura continua a emergere di film in film quasi con prepotenza. Nella fattispecie interpreta un piccolo criminale determinato a cambiar vita, alle prese perciò con un ultimo affare legato allo spaccio apparentemente ben congegnato e tuttavia complesso, rischioso, in cui basterebbe quindi che qualcosa nella tempistica vada storto per mettere a rischio non soltanto la vita di Budge, ma anche quelle di persone a lui molto care. Ed è alquanto ovvio che gli imprevisti, in casi come questo, se ne stiano appostati dietro l’angolo, pronti a ingarbugliare tutto…

Girato praticamente in tempo reale e con le lancette dell’orologio a scandire un’inesorabile progressione verso il successo o verso la morte, oltre alla maestria tecnica e alla splendida tenuta del protagonista NIghtride mette in mostra una drammaturgia di tutto rispetto, condita di humour nero e appassionante fino alla fine. Non mancano neanche le sornione – e volendo sfacciate – citazioni di Michael Mann, grande autore che per Fingleton è realmente un faro nella notte; le osservazioni sui film più famosi da lui diretti che il giovanissimo spacciatore incrociato più volte da Budge gli propina in continuazione, pur ponendosi quale premessa di dialoghi dal retrogusto tarantiniano, si trasformano strada facendo in tributo spassionato e sincero alla propria fonte di ispirazione, allorché il film si pone sulle tracce di modelli di cotanta levatura inseguendone sia lo smalto visivo ”in notturna” che certi snodi tematici, ad esempio quel codice d’onore attribuito ad ambienti criminali della”vecchia scuola” e rivendicato all’occorrenza dal protagonista o da qualche altro comprimario.

Stefano Coccia

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