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Mister Link

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VOTO: 8

Non sempre la famiglia è quella in cui nasci, ma è quella che scegli

Laika è uno studio di animazione stop-motion statunitense fondato nel 2005 sulle ceneri dei Will Vinton Studios. Lo studio è noto sopratutto per due lungometraggi: Coraline e la porta magica (2009) e ParaNorman (2012). Visti i tempi molto lunghi che la lavorazione di un lungometraggio in stop-motion richiede la loro filmografia è piuttosto ridotta ma tutta di valore, benché, ed è triste dirlo, piuttosto sottovalutata. Comunque, lo Studio è ritornato al lungometraggio con questo Mister Link, diretto dal veterano e già collaboratore di Laika Chris Butler che qui si è occupato anche della sceneggiatura, il quale si inserisce assai onorevolmente nella produzione della casa. La stop-motion della casa di produzione di Portland si basa sulla tecnica definita clay-motion, ovvero animazione in stop-motion nella quale si utilizza la creta. Tale tecnica fu definita dall’animatore ceco Jan Švankmajer e diffusa nel mondo dalla casa di produzione inglese Aardman, specializzatasi in questa tecnica. L’animazione di Laika si differenzia da quella di Aardman sopratutto per un maggiore uso dell’animazione digitale, tecnica usata dagli americani agli inizi e poi abbandonata, il che rende la loro clay-motion capace di maggiori dettagli e di linee più essenziali. Certo anche gli inglesi non ignorano il digitale, ma se ne servono in maniera molto più ridotta e concentrata sopratutto sulle espressioni facciali. Per Laika invece digitale e passo uno si fondono in un prodotto unico. I risultati per entrambe le case sono talmente buoni che la questione diventa più che altro stilistica e di gusto. Attraverso questa tecnica laika ci narra una storia nella quale fantastico, cripto-zoologia, avventura e commedia vengono ben mescolati insieme. I riferimenti puntano soprattutto verso due giganti della letteratura europea di genere, l’Arthur Conan Doyle di romanzi d’avventura quali il Il mondo perduto e Jules Verne con i suoi romanzi fantascientifici. In particolare è l’autore francese che sembra costituire il maggiore esempio. Il riferimento principale diventa dunque il suo libro “Il giro del mondo in 80 giorni” ed il suo protagonista Phileas Fogg. Brillante outsider come il personaggio del libro, anche il protagonista del film Sir Lionel Frost vivrà un’avventura capace di farlo evolvere.
Intriso di certo humour che pare molto inglese l’opera resta sempre un film per ragazzi e dunque portatore di un messaggio non stratificato e latamente pedagogico pur attraverso una scelta più adulta e meno edulcorata rispetto a lavori simili, come quelli della già citata Aardman, tipica delle produzioni Laika. Non è solo un film d’avventura, tra le altre cose è anche un film sull’amicizia che crea legami tanto forti ed indissolubili da diventare famiglia.
Perché la famiglia non è solo quella del sangue, a volte non lo è proprio. Può essere però che la famiglia sia quella dei sentimenti, quella che scegli di avere perché ti accetta e costituisce quel nucleo fondamentale intorno al quale costruire se stessi e la propria vita.

Luca Bovio

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