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Macbeth

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VOTO: 8

Il fascino del testo e l’ottima regia

Macbeth. Potrebbe essere l’unico commento, l’unica considerazione per rivelare il nuovo film di Justin Kurzel. Non un adattamento, non una reinterpretazione, ma la natura stessa del dramma shakespeariano. Il cinema si fa la casa del teatro, ampliandone le capacità narrative ed emozionali. Se poi gli interpreti sono Michael Fassbender e Marion Cotillard, nei ruoli di Macbeth e Lady Macbeth, si può facilmente immaginare che le scelte registiche non hanno lasciato alcun dettaglio al caso. Taluni potrebbero imputare al film la mancata originalità e una messa in scena immobile nel tempo, in sostanza: un film forse troppo rispettoso della tradizione. Eppure, a pensarci bene, il Dramma non teme il confronto dei secoli, essendo perfetto ad ogni sua battuta. Chi vi scrive ritiene, infatti, che sia più difficile restituire il profumo della vera natura del testo shakespeariano che spruzzarne uno nuovo: avrebbe costituito un rischio, un’imprudenza, magari un atto di superbia la riscrittura della tradizione. Paesaggi evocativi, aspri e plumbei sono la cornice del film. Luoghi che il Drammaturgo della Regina Elisabetta I avrebbe trovato puntuali, probabilmente, per ospitare la sete di potere e i deliri del valoroso Macbeth. Ricercata attenzione nei costumi e nella realizzazione del trucco. Le colonne sonore, tempestose, scolpiscono la superbia dei personaggi, i loro timori e paure evocano il presagio, la morte stessa.
Si narra la storia di un uomo e se ne assaggia l’anima: il declino di un guerriero valoroso verso la follia. Si avvertono le ambizioni di Lady Macbeth, moglie sensuale e cattiva consigliera. Lo spettatore entra nei loro sogni perversi, nella trama fitta di chi ordisce l’inganno per augurarsi la buona sorte.
Il sangue si mischia alle note della colonna sonora e il tradimento penetra negli occhi di chi, immobile nella sala, accoglie un Dramma imperituro. Scivola il tempo, ma l’anima dell’uomo non muta. Il regista non azzarda l’interpretazione perché Shakespeare, più di 500 anni fa, ha già esplorato i desideri e le ambizioni degli uomini. Non restava che rendere giustizia a quei versi: ci è riuscito!
Michael Fassbender commuove. Fiero e perfetto nei panni del Barone di Cawdor e futuro Re.  Il suo nome, ormai, è sigla di garanzia. Interprete maturo, all’apice della propria espressione artistica. Regge il confronto la bella Marion Cotillard, compito non facile, svolto con discrezione. Justin Kurzel supera, dunque, l’ardua prova. Si consiglia il film a chi ama la drammaturgia classica shakespeariana ed anche a chi non l’ha ancora assaggiata: può darsi che la fame venga mangiando, assaporando un ottimo primo boccone.

Federica Bello

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