Mauro Giori
Luchino Visconti
Rocco e i suoi fratelli
Lindau (Universale Film), Torino 2011
«Va male, Guido, va come va l’Italia, che va male. Va come è andata sempre…solo ce ne accorgiamo nei momenti di punta, ma sempre così va». Sembrano parole che un uomo del nostro tempo potrebbe scrivere in un’e-mail ad un suo amico. Sembrano parole scolpite indelebilmente e inesorabilmente dai recenti avvenimenti che han caratterizzato la nostra Italia, invece sono le parole che il regista Luchino Visconti rivolgeva al critico cinematografico e amico Guido Aristarco.
Mauro Giori, autore di Luchino Visconti – Rocco e i suoi fratelli, colloca questi pensieri lapidari – e ahinoi – “sempre verdi” ad ouverture del suo volume di analisi e approfondimento del film viscontiano, quasi a voler instradare il lettore verso un richiamo con la realtà contemporanea.
Sin dalle prime pagine introduttive emerge l’approccio da studioso di Giori. Prepara, infatti, il lettore allo sguardo indagatore con cui affronterà questo viaggio all’interno dell’opera Rocco e i suoi fratelli (1960) sottolineando la situazione culturale del Paese negli Anni ’60, con relativa incidenza del cinema: «Una cosa ancora molto seria» con uno Stato che non tagliava fondi, ma anzi sceglieva di investire nell’attività culturale e artistica fino ad essere sin troppo presente (come di lì a poco scopriremo rispetto allo strumento censorio che colpì il film).
Da ricercatore qual è (dottore di ricerca in “Storia delle arti visive e dello spettacolo” presso l’Università di Pisa ), Giori apporta con questo volume un contributo importante e personale sul piano filologico agli studi dell’opera viscontiana ed in particolare di Rocco e i suoi fratelli – immaginiamo il minuzioso lavoro di documentazione negli archivi visto l’ottimo risultato di riordino delle carte e ricostruzione della preproduzione, delle fonti, dell’iter censorio e ricettivo della pellicola. Proprio come se fosse l’edizione critica di un testo, l’autore dichiara le sue ipotesi di lavoro (senza peccare di esaustività), ci informa sui documenti consultati guidandoci alla decodifica delle sigle ed infine ci illustra come ha operato nelle citazioni e trascrizioni dai documenti di cui si è servito.
Conforme alla struttura tipica della collana Lindau, dopo la scheda tecnica e divisione in sequenze del film preso in analisi, scopriamo come dietro al risultato finale ci siano due trattamenti (il primo per la Vides, il secondo per Goffredo Lombardo, amministratore della Titanus) e sei sceneggiature scritte “a quattordici mani” «redatte tra il settembre del 1959 e il 24 gennaio 1960». Una difficile gestazione che ben si intuisce anche dalla ricostruzione delle fonti letterarie. Giori le passa in rassegna manifestando un’analisi sempre più certosina che cerca sì di raccogliere ciò che già è stato desunto prima di lui, ma lo scandaglia, esplicitando similarità e discordanze (vedi, per esempio, il confronto con “I Malavoglia” di Verga). In un ruolo attivo, e quasi da contraltare, si pone ancor più nei confronti della fonte dichiarata negli stessi titoli di testa di Rocco e i suoi fratelli: “Il ponte della Ghisolfa” (1958) di Giovanni Testori. Rintraccia nella trama narrativa di Rocco influssi anche da “La Gilda del Mac Mahon” (1959) e soprattutto ci svela come «le operazioni messe a segno da Visconti» siano sottili tanto da «fondere insieme diversi personaggi prelevati dai vari racconti per farne confluire i tratti in quelli che animano il dramma del film». Molto interessante è la suggestione donata dall’accostamento Rocco-principe Myškin de “L’idiota” di Dostoesvkij, come lo svenimento del primo e l’epilessia del secondo siano sintomi e allo stesso tempo somatizzazioni dell’assorbimento del problema morale. Una questione che Visconti sferza come pugni all’interno del suo rigore compositivo, usando il mondo della boxe (e non solo) come simbolo della corruzione della grande città – la Milano inospitale dove approdano i terroni provenienti dalla Lucania.
Mettendo nero su bianco la ricerca di contrasti netti propria del fare cinema di Visconti, Giori ci porta a comprendere come il cineasta in Rocco arrivi ad intrecciare l’analisi sociale col melodramma, superando la fase prettamente neorealista (inaugurata con Ossessione, 1942) fino a far coincidere l’impegno artistico con quello ideologico. «L’indagine sull’eros fa da tramite alla denuncia della modernità» – emblematica risulta la sequenza del combattimento di Rocco in montaggio alternato con l’uccisione di Nadia da parte di Simone.
Eros-thanatos, città vs. ruralità, binomi topici che il regista de La terra trema (altro lungometraggio con cui la critica ha cercato un collegamento) maneggia forgiandoli di tipicità e colori propri, intessendo un tessuto narrativo in cui i ruoli accessori (quelli di Vincenzo e Ciro) si fanno strumento per la quadratura del cerchio.
Non volendo peccare noi di esaustività, rimandiamo alla scoperta personale di Luchino Visconti – Rocco e i suoi fratelli segnalandolo come un’interessante analisi su più piani, ricettiva delle indagini anteriori e mossa da uno sguardo fresco, appassionato (Mauro Giori è autore anche di “Poetica e prassi della trasgressione in Luchino Visconti 1935-1962”), filologico. Un’avvertenza pre-lettura ci sembra doveroso farla: nonostante l’indubbia linearità di ideazione e nella stessa scrittura, Luchino Visconti – Rocco e i suoi fratelli è una lettura consigliata a chi possiede per lo meno un’infarinatura dei codici del linguaggio cinematografico e confidenza col mondo viscontiano per cogliere nuovi elementi con cui interpretare il cinema di allora e anche il nostro oggi.
La parola a Visconti… «Amo il melodramma perché è situato proprio sul confine tra la vita e il teatro»1. Esasperazione dei conflitti? Ma questo è il compito dell’arte. L’essenziale è che i conflitti siano reali» (2).
Maria Lucia Tangorra
NOTE
1 Citato in Marcus, “Italian Film in the Light of Neorealism”
2 L. Visconti, “Da Verga a Gramsci”, L’Unità, 18 ottobre 1960
Luchino Visconti – Rocco e i suoi fratelli
Autore: Mauro Giori
Editore: Lindau – Collana Universale Film
Pagine: 248
Prezzo: 19 euro
Data di uscita: 22-09-2011