Il dolore unisce o allontana?
È in corso un temporale a cui si aggiungono note sinistre, dietro la tenda della doccia sembra che ci sia qualcuno, le lampadine vanno a intermittenza: ecco la tattica che Valerio (Michele Riondino) e suo figlio Carlo (Orlando Forte), indossando anche abiti ‘da fantasma’ utilizzavano per far scappare qualsiasi inquilino così da poter abitare, come qualsiasi altra persona, nell’appartamento e non nascosti in mansarda. Il piccolo lo vive come un gioco o almeno così prova a farglielo passare il padre che deve fare i conti con l’imbarazzo di non poter garantire un tetto al proprio figlio. Qualcosa cambia quando arriva Myriam (Hadas Yaron) in fuga con la piccola Emma da un marito violento (a cui dà corpo e voce Paolo Pierobon). Da questo momento in poi il ‘meccanismo’ s’inceppa, anche perché la donna non crede ai fantasmi, dovendo scappare da qualcuno che la perseguita nella vita vera: il marito violento. Non vogliamo svelarvi come i due adulti si scontrano e soprattutto tolgono le maschere; ciò che possiamo affermare è che I nostri fantasmi (titolo parlante che suggerisce una strada che potrebbe risultare semplice, al contempo rievoca Eduardo, ma non si ferma qui) è un lungometraggio con la leggerezza profonda a cui Alessandro Capitani ci ha abituati (basti pensare già a Bellissima, insignito nel 2016 del David di Donatello per il miglior cortometraggio) e dove uno dei suoi punti di forza consiste nel plot reso con una naturalezza disarmante dagli interpreti, a partire dagli stessi bambini. Il regista di In viaggio con Adele mette in scena, infatti, storie di vita quotidiana, dando la possibilità allo spettatore di cogliere tracce e sotto tracce, i vari livelli insiti in vicende apparentemente semplici, ma che ci appartengono più di quanto potremmo immaginare. Non c’è moralismo neanche quando si parla di violenza sulle donne, anche perché è come se proseguisse la scia del linguaggio nei confronti dei bambini, non in un’accezione negativa, ma secondo quella per cui non gli si può mentire, prima o poi ‘sgamano’ (perdonateci questo termine), così come non si può ingannare lo spettatore di turno. Ci teniamo a citare la presenza di Alessandro Haber in quanto vicino di casa, più precisamente dirimpettaio, dell’appartamento oggetto ‘d’indagine’ e controllo da più sguardi.
«Tra tutti gli ostacoli della vita, uno particolarmente ostacolante è il non riuscire a fare pace con il proprio passato. La difficoltà sta tutta nell’integrarlo, specialmente se doloroso e irrisolto, con il proprio presente. Quindi se nella vita ci sono state delle disarmonie, delle cicatrici non rimarginate, o peggio ancora delle assenze che ci hanno segnato, in genere si pensa che non vi sia più nulla a che fare a riguardo. È un pò quello che succede a Valerio, il protagonista di questa storia. Valerio non riesce a volgersi indietro senza scorgere altro che vuoto e delusione. Impossibilitato a ricucire le ferite ancora aperte decide di rifuggirle trasformando il presente in un ‘gioco’ con la vana speranza di proteggere suo figlio Carlo da quel mondo esterno che invece di ‘dare’, gli ha, egoisticamente e improvvisamente, tolto: una compagna, un lavoro, una casa» (dalle note di regia).
Dopo esser stato presentato alle Giornate degli Autori 2021 (rassegna autonoma all’interno della Mostra del Cinema di Venezia 2021), I nostri fantasmi è nelle nostre sale dal 30 settembre, distribuito da Europictures e Fenix Entertainment.
Maria Lucia Tangorra