Spettatori di ieri e di oggi
Accadeva nell’ormai lontano 1968 che un giovane regista, allora quasi alle prime armi, si recava in un liceo di Monaco, al fine di tenere una lezione sul cinema in una classe di sole ragazze, filmando, al contempo, la lezione stessa. Tale insolita esperienza è divenuta un film: Ora di Cinema. Il regista in questione era il grande Edgar Reitz, che all’epoca aveva realizzato soltanto dei cortometraggi e qualche film per la televisione. Cinquantacinque anni dopo, a causa di un incontro non pianificato, la medesima classe si è nuovamente riunita e Reitz è tornato da loro, al fine di ripercorrere le tappe della loro precedente lezione, ampliando e attualizzando il discorso che ne era derivato anche in luce di ciò che sono diventati i giorni nostri. Così, dunque, ha visto la luce il documentario Filmstunde_23, presentato in anteprima in occasione della 74° edizione del Festival di Berlino all’interno della sezione Berlinale Special e realizzato, appunto, da Reitz in collaborazione con il giovane regista Jörg Adolph.
Filmstunde_23, dunque, è nato dopo che una delle studentesse dl liceo di Monaco ha incontrato Reitz a un evento e ha deciso di andare a parlare con lui per ricordare quell’esperienza che avevano avuto modo di condividere anni prima. La classe è pronta a riunirsi. Le ex studentesse si salutano allegre davanti alla scuola. Una delle aule sta nuovamente per essere trasformata in un piccolo set cinematografico. All’interno di una piccola sala da proiezione, il documentario Ora di Cinema sta per essere nuovamente mostrato a ognuna di loro.
In che modo è cambiato il fare cinema oggi? Qual è o quale potrebbe essere il ruolo delle donne all’interno dell’industria cinematografica e, più in generale, all’interno della società in cui viviamo? E, cosa più importante di tutte: quando è essenziale che il cinema venga insegnato nelle scuole, al fine di educare all’immagine i giovani spettatori di oggi e di domani? Filmstunde_23 riflette su tali questioni dando vita a un discorso complesso e stratificato, tracciando importanti parallelismi tra passato e presente all’interno di un’opera che, fin dai primi fotogrammi, non può che esercitare su di noi un fascino magnetico.
Già, perché, di fatto, al di là degli (attualissimi e piuttosto urgenti) argomenti trattati, Filmstunde_23 si distingue innanzitutto non soltanto per uno spiccato lirismo di fondo, ma anche per la mai scontata capacità di far fondere cinema e metacinema senza mai risultare retorico. Estratti da Ora di Cinema vengono nuovamente proiettati sul grande schermo. Nella piccola saletta di proiezione, il volto di Edgar Reitz – ormai novantenne – osserva quasi trasognato lo schermo. Le ex studentesse sorridono imbarazzate e quasi commosse nel rivedersi ai tempi della scuola, quando veniva chiesto loro di partecipare per la prima volta attivamente alle riflessioni sul cinema o, addirittura, di provare a effettuare le prima riprese con una telecamera in Super 8. Ed è proprio il rumore del mitico Super 8 che contribuisce, di quando in quando, a conferire al presente Filmstunde_23 un fascino ancora maggiore. Per far sì che un domani il cinema continui ad avere importanza nelle nostre vite, bisogna educare i giovani spettatori di oggi. Edgar Reitz lo sa bene. E sembra anche aver capito prima di tutti quanto ognuno di noi abbia un continuo, disperato bisogno di Bellezza.
Marina Pavido