Home Speciali Retrospettive Eagle vs Shark

Eagle vs Shark

242
0
VOTO: 8

Una bizzarra storia d’amore e di vendetta

A dispetto del titolo, che richiama battaglie cruente in scenari esotici, nel suo fantasioso Eagle vs Shark, Taika Waititi parla d’amore alla sua maniera: ironico, irriverente, paradossale. E lo fa con poesia e leggerezza. Niente è scontato in questo film, niente è lasciato al caso; battute, citazioni cinematografiche, animazioni, tutto si incastra alla perfezione in un film che sorprende, diverte, commuove.

Eagle e Shark sono i due protagonisti, Jarrod e Lily; lei lavora in un fast food, lui un cliente abituale di cui lei è segretamente innamorata. L’occasione giusta per conoscersi sarà ad un Animal Party, una festa in maschera dove ognuno può indossare i panni del suo animale interiore. Ecco quindi che Lily si presenta travestita da squalo, un animale solitario ed indomito, un sopravvissuto a situazioni pesanti e difficili da affrontare; nella simbologia Maori, lo squalo rappresenta la forza, ma sopratutto la tenacia e la determinazione; è un simbolo di vittoria e potenza superiore. Jarrod invece è vestito da aquila, a simboleggiare la potenza, la fierezza e la libertà. Questo è come i due protagonisti vedono se stessi; se l’immagine che hanno corrisponde o meno a verità, lo scopriremo solo alla fine.

Waititi ci parla d’amore, ma nella storia tra Lily e Jarrod non troviamo affatto gli standard canonici dei film hollywoodiani; siamo a Wellington, in Nuova Zelanda, che il regista filtra con la sua sensibilità surreale per raccontare l’incontro di due nerd disadattati con il black humour che lo contraddistingue, lontano anni luce dal politically correct. Ecco allora Aquila e Squalo sfidarsi in un videogioco durante la festa per poi finire la serata a letto insieme, senza romanticismi e finte promesse. Sarà la tenacia di Lily, aiutata dal buon fratello Damon, a concretizzare l’inizio di una storia. Storia che inizia da un appuntamento mancato in un assurdo cinema, il Cine Saurus Rex, per poi spostarsi nel paese natale di Jarrod, dove lo aspetta la vendetta nei confronti del bullo che gli ha rovinato l’adolescenza, il samoano Eric.

Sarà Damon ad accompagnare i due a casa del padre di Jarrod, in un viaggio on the road che richiama il Verdone di Bianco, Rosso e Verdone nel gioco dell’avvistare le pecore (qui sono cavalli) e che cita apertamente Schwarzenegger nelle imitazioni di Damon; qui trovano il padre sulla sedia a rotelle, la sorella ed il marito che vendono tute da ginnastica (o da casa, considerata la stazza di entrambi), loro figlio Zane e la figlia novenne di Jarrod. Su tutti, aleggia il fantasma del fratello maggiore morto (interpretato dallo stesso Waititi in uno dei suoi immancabili cameo). Lily troverà l’affetto della famiglia di Jarrod e la chiave per capire il suo carattere scontroso e problematico: un padre da cui non si è mai sentito apprezzato e amato, ora cristallizzato nel ricordo del figlio morto. Ma trovare la chiave ed aprire la serratura non sono direttamente consequenziali; e Lily, per riuscire a far finalmente breccia nel cuore di Jarrod, dovrà passare attraverso la sofferenza del suo abbandono. Sarà infatti per il desiderio di dimostrare al padre che vale quanto il fratello, sarà il suo voler rinsaldare il legame con il passato, sarà anche che Tracy è una bella donna, Jarrod lascerà Lily per iniziare a frequentare la bella fidanzata del fratello scomparso. Ma Tracy nel film è solo un’ombra superficiale; una comparsa rispetto all’amore tenace di Lily. E svanirà dopo lo scontro risolutivo (e decisamente non politically correct) tra Jarrod ed Eric; sarà Lily a rimettere insieme i pezzi, per ricominciare insieme.

Accompagnati per tutto il film, dai titoli di testa a quelli di coda, dalle immagini animate di mele, mele marce, torsoli di mela e formiche e da scene da videoclip come l’inseguimento dei sacchi a pelo, guidati dall’occhio esperto e visionario di uno dei registi moderni più originali, quel Taika Waititi oggi nominato all’Oscar per Jojo Rabbit, il comico neozandese di origine maori Jemaine Clement-Jarrod e Loren Horsley-Lily, al tempo della riprese compagna di Waititi, danno vita ad una storia d’amore e di riscatto, di vendetta e rinascita, che descrive con pennellate di assurdo una realtà totalmente umana.

Michela Aloisi

Articolo precedenteBirds of Prey
Articolo successivoKirk Douglas, l’immortale

Lascia un commento

Please enter your comment!
Please enter your name here

tredici − 6 =